Alfa Romeo e Fiat, come ai bei tempi, continuano a far parlare di se, con due modelli dai nomi rievocativi. Certo la realtà è un pò diversa rispetto al 1988, quando uscì la Tipo originaria e decisamente diversa rispetto alla Giulia originaria, uscita nel 1962, quando Alfa e Fiat erano rivali, una malgestita dallo stato (ma bene dai suoi dirigenti, a partire dal compianto Luraghi) e l’altra era impegnata, grazie alla potenza della famiglia Agnelli, a fare concorrenza sleale e non accomunate dal grembo della Fca. Bando alle nostalgie, ed entriamo nei dettagli.
Per quanto riguarda l’Alfa, sono stati definiti prezzi ed allestimenti per la Giulia. La gamma, al lancio, sarà composta da tre motorizzazioni, un benzina 2.9 V6 biturbo da 510 cv sviluppato in collaborazione con Ferrari e Maserati (ossia fatto in casa, facenti tutte parte della famigerata Fca) e due 4 cilindri diesel 2.2, da 150 e 180 cv. Trazione inizialmente solo posteriore (più avanti arriverà l’integrale), cambi manuali a 6 marce (l’unico per ora disponibile sulla variante benzina) e automatico a 8 marce e cinque allestimenti: Giulia, Super (da appassionato del marchio, evviva!!!!!!!), Quadrifoglio, il più caratterizzato in termini di sportività tramite appendici aerodinamiche, materiali alleggeriti ed efficenza stradale, Business e Business Sport, questi ultimi due pensati, come oramai è prassi, per i titolari di partita Iva, con particolari scontistiche e finanziamenti ad Hoc. Per il lancio è previsto un allestimento First edition, con due varianti di allestimento, una più sportiva ed una più votata al confort. Prezzi a partire da 35.500 euro per la diesel 2.2 da 150 cv a 79.000 per la Quadrifoglio biturbo, una discreta tombola per l’appassionato nostalgico e squattrinato ed in linea con la concorrenza tedesca.
Per quanto riguarda Fiat, invece, sono disponibili presso le concessionarie le varianti 5 porte della Tipo, l’unica degna del nome che porta (nel senso coerente con la progenitrice) e Station Wagon. Costruite sempre in Turchia, la gamma è limitata a tre allestimenti, Easy e Lounge e Business e tre motorizzazioni, un benzina 1.4 da 95 cv e due diesel Mutijet 1.3 da 95 cv e 1.6 da 120 cv. I prezzi sono decisamente concorrenziali: ufficialmente la gamma parte da 15.900 euro (17.300 la SW), ma tra sconti, promozioni e finanziamenti si può portare a casa una 1.4 5 porte Easy a 12.750 euro, decisamente concorrenziali per una vettura della categoria. La linea di entrambe non è esattamente eccitante (così come non lo era la sua antenata), ma badano al sodo ed hanno il pregio di essere equilibrate. La spaziosità interna è ai vertici della categoria, sia per quanto riguarda abitabilità che bagagliaio (a maggior ragione per la station) e le finiture non sono lussuose, ma neanche eccessivamente scadenti. Rispetto alla berlina la plancia è stata migliorata grazie al nuovo schermo capacitivo da 7 pollici, più moderno e gradevole alla vista di quello da 5 previsto per la 4 porte.
Due modi diversi di cercare di far tornare più acquirenti possibili alle origini, quando era ovvio che chi volesse una vettura media si rivolgesse alla Fiat (128 prima e Ritmo poi) e l’uomo realizzato soddisfasse le sue velleità di prestigio e sportività con una berlina Alfa. Il prezzo da una parte, e le doti tecniche dall’altra potrebbero rendere il proposito possibile. Come sempre in questi casi, tempo e dati di vendita diranno se gli analisti di mercato hanno azzeccato le previsioni.