Alessandro Michele e l’impronta artistica,queer ed impegnata di Gucci

Insegna Gucci di Alessandro Michele

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Alessandro Michele e la sua Gucci: artistica, sostenibile, social e impegnata


Gucci:
 poche persone non sanno  di chi e cosa si stia parlando.
Dal grande successo estetico nella moda, dalla scelta tattica dei vari “volti” e temi nelle campagne pubblicitarie, passando per l’uscita del film The House of Gucci con un cast ultrastellato, Gucci è ormai IL marchio per eccellenza.
La casa di moda fu fondata in quel di Firenze da Guccio Gucci, nel 1921.
Dal 2015 il suo direttore creativo è il romano Alessandro Michele.
Grazie a quest’ultimo, che ha dato un’impronta più fluida, attuale e social alla casa, si sta riassistendo ad un nuovo rinascimento per Gucci. Vediamo,ambito per ambito, l’impatto che al giorno d’oggi ha questo marchio.

Sostenibilità

Sempre al passo coi tempi, anche più di moltissimi colleghi e colleghe sempre nell’ambito della moda e del lusso, Gucci si mobilità dal 2015 per ridurre il proprio impatto ambientale. Dal 2018 non utilizza più pellicce ed ha lanciato la piattaforma Equilibrium, il cui scopo è monitorare i propri progressi sociali ed ambientali. Inoltre, dal 2019, Gucci ha deciso di intraprendere un percorso per diventare un marchio a “zero emissioni“, carbon neutral.
Consultando la piattaforma Good On You, che con approfondite ricerche valuta l’impegno di marchi vari in ambito sociale, ambientale e animale, Gucci ha un voto intermedio.
Potrebbe stupire, ma solo una minoranza dei marchi di alta moda raggiunge la sufficienza. Gucci la supera. Come si può leggere nel report di Good On You, la casa di moda italiana utilizza molti materiali riciclati o riciclabili. Nella tintura delle pelli, inoltre, si evitano sostanze chimiche dannose o inquinanti.
Per quanto riguarda il benessere e rispetto prettamente animale, com’è già stato detto non vengono più utilizzate pellicce. Purtroppo ancora viene lavorata la pelle, sebbene in maniera meno inquinante e non di animali a rischio estinsione. Per quanto riguarda le lane è garantia l’assenza di pratiche violente come il mulesing.

Arte e bellezza per Alessandro Michele

Trattandosi di una casa di moda di lusso non sorprendono i riferimenti e collegamente all’arte e alla bellezza.
Partendo dalle location scelte per molte campagne pubblicitarie o sfilate, come ad esempio il suggestivo e stupendo Giardino di Ninfa, alle sfilate nei Musei Capitolini di Roma, alla creazione di un vero e proprio museo, l’elenco è lungo.
Il museo in questione, chiamato Museo Gucci ma noto anche come Gucci Garden, fu fondato nel 2011 dall’allora direttrice creativa Frida Giannini. Si trova a Firenze in Piazza della Signoria. Il museo è privato e interamente gestito da Gucci, che puntualmente devolve metà del ricavato per finanziare manutenzione e restauro delle opere d’arte locali,come ad esempio il Giardino di Boboli o gli Uffizi.
Nel museo è possibile osservare alcuni pezzi meravigliosi attentamente selezionati. Anche qui, non solo si strizza l’occhio ad Hollywood con indumenti indossati da personaggi famosi, ma si trovano nuovamente riferimenti artistici. Infatti, uno degli abiti esposti, è ispirato a Simonetta Vespucci, musa di Botticelli per La Nascita di Venere.




Il museo non è solo teatro di  manifestazioni culturali, ma include anche  la Gucci Osteria, il cui chef è lo stellato Massimo Bottura.
L’ispirazione a quadri, antichità e cultura di Alessandro Michele non è solamente esplicitata nelle sue creazioni e collezioni, bensì anche sul suo profilo Instagram personale. Lì, infatti, non di rade condivide foto di chiese romane, interni di palazzi sfarzosi, vecchi gioielli o antichi quadri.
Altri esempi artistici si possono trovare nelle illustrazioni di alcuni libri Gucci, come il Gucci Gift 2017, sapientemente illustrato da Ignasi Monreal.
Esistono, inoltre, alcuni “Gucci Point” sparsi per Roma e non solo. Un esempio è la stupenda  Antica Libreria Cascianelli, a Roma. Non solo sono stati tenuti eventi Gucci lì, ma è anche possibile vedere esposti libri delle collezioni in uscita e, con un po’ di fortuna, incontrare direttamente Alessandro Michele quando passa.
Rimanendo nell’ambito “bellezza”, Gucci ha anche aperto un ulteriore profilo Instagram dedicato al make-up: Gucci Beauty. Come spiegato nella descrizione dello stesso, mira ad esternare la visione della bellezza ed espressione di sé di Alessandro Michele.

Nel sociale e sui social

Alessandro Michele non ha mai fatto mistero delle proprie opinioni personali e politiche, ed il brand lo riflette.
Da collezioni esplicitamente a favore della tutela del diritto all’aborto, posizioni sempre autoproclamate senza censure femministe a scelte queer e non “biancocentriche” per i volti dei e delle testimonial.
Uno dei volti principali del brand è Harry Styles. Non solo spesso il cantante britannico ha sfoggiato pregiatissimi completi fluidi ed eccentrici, ma è il primo a battersi in prima linea per  questioni come parità di genere o diritti LGBTQ.
Anche i romani Måneskin non sono sfuggiti a Gucci, anch’essi con look stravaganti.
La scelta di alcune modelle  Gucci ha (involontariamente) generato discussioni poco edificanti per via del loro aspetto o caratteristiche ritenute “fuori o lontane dalla norma”. Un esempio è la modella armena Armine Harutyunyan, etichettata come “brutta” sui social, o Ellie Goldstein, giovane modella con sindrome di down.
Nel corso degli anni, inoltre, Gucci ha donato a molte cause differenti. Nel 2022, infatti, ha donato una parte di ricavato per la guerra in Ucraina, nel 2020 alla Protezione Civile Italiana e al Fondo Solidale di Risposta Covid-19.

Gucci in sintesi

Gucci, nel corso dei decenni ma soprattutto degli ultimi anni, ha saputo mostrarsi flessibile e sensibile ai cambiamenti sociali.
Non solo ha saputo sfruttare il sociale, ma soprattutto i social, con differenti profili a seconda dell’obiettivo, un seguito pieno di personaggi famosi e sapienti fotografie patinate.
Alessandro Michele, grazie ai suoi studi e passioni, è riuscito ad abbracciare una giovane parte di pubblico queer non necessariamente bianca o neurotipica, per creare un’immagine sempre più moderna del brand, pur se con uno sguardo al passato.

 

 

Flavia Mancini

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