Dopo il caso del dipendente in nero della ditta del padre di Di Maio, è la volta di un altro papà. Si tratta di Vittorio Di Battista, padre dell’esponente del M5s, Alessandro.
Il giornalista de Le Iene, Filippo Roma, ha intervistato qualche giorno fa il padre di Alessandro Di Battista, Vittorio, per chiedere chiarimenti sulla situazione dei dipendenti della Di.Bi.Tec, azienda della famiglia di Di Battista. L’obiettivo del giornalista era stabilire se l’azienda avesse lavoratori in nero.
C’è chi parla di persecuzione. Intervistato da Adnkronos, Filippo Roma ha commentato:
“…alla mia domanda se avesse lavoratori in nero nella sua azienda ha risposto di sì. Si tratta di un lavoratore occasionale, che lavora quattro-cinque ore a settimana. E non ha le carte in regola”.
Il video su Facebook
Per spiegare la sua posizione Alessandro Di Battista si è affidato a un video su Facebook in cui, anticipando il servizio de Le Iene, racconta tutto il suo malessere:
Ciao a tutti, ho voglia di raccontarvi una cosa direttamente perché, insomma, ci tengo a raccontarvela perbene…
Queste le parole introduttive del video, un vero sfogo per l’ex parlamentare, secondo il quale non sarebbe una cosa facile raggiungere la perfezione nell’applicazione della legge. Il lavoratore in nero sarebbe stato inserito solo per lavori saltuari in un momento difficile per l’azienda. Lui comunque dichiara di aver saputo la cosa solo pochi giorni fa.
Il ruolo di Di Battista
Non si può dimenticare però che Alessandro di Battista, che ha ammesso le responsabilità della ditta della sua famiglia, è membro del Consiglio di amministrazione della Di.Bi.Tec. Un ruolo che ricopre dal 2005. Come tale ha tutti i poteri di amministrazione e di gestione dell’azienda. Sarà per questo che molti trovano difficile credere che non fosse a conoscenza del lavoratore in nero.
“Ci fanno le pulci su tutto”, commenta esasperato nel video. Probabilmente è vero. Succede quando si è in vista. Soprattutto quando si fa una cosa che, come lo stesso Alessandro Di Battista ha dichiarato, è “profondamente sbagliata”.