Dallo scontro tra Alessandra Mussolini e Giovanni Rezza emerge, nella sua totalità, l’enorme problema culturale della nostra povera Italia.
A sinistra il prof. Giovanni Rezza, epidemiologo dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, autore di oltre 400 articoli scientifici. Ha lavorato all’Oms, ed è uno dei massimi esperti italiani di HIV ed infezioni emergenti quali febbre emorragica Congo-Crimea, febbre Q, West Nile, influenza e Chikungunya.
A destra Alessandra Mussolini.
A sinistra l’uomo che, ieri sera, cercava di spiegare scientificamente perché il video del Tg Leonardo non fosse minimamente attinente con l’attuale coronavirus, e che ad oggi non ci sono prove sull’artificialità di questo virus. Anche perché “abbiamo traccia dei virus depositati in laboratorio”.
A destra la donna che per diversi minuti lo ha contrastato, gridando e sollevando dubbi sulla naturalezza del virus perché a “Vuan c’è un laboratorio” (pronunciato così). E che riguardo l’affermazione del prof. Rezza ha replicato ironicamente con “Ma guarda un po’!”.
In foto, esattamente in questa foto, l’emblema della fine della discussione tra l’Italia del prof. Rezza e quella della Mussolini.
In foto, esattamente in questa foto e in quei cinque minuti di discussione tra Alessandra Mussolini e Giovanni Rezza, il più grande problema culturale di questo Paese.
Leonardo Cecchi