“Sono Alekos, vengo dall’Italia e da giugno sto viaggiando per il mondo con la missione di regalare allegria e magia ai passanti.”
Lui è Alekos. E conoscerlo, è stata una sorpresa! Una di quelle che la vita concede quando vuol dire qualcosa. E lui, di belle cose, me ne ha raccontate tante! Una storia, la sua, che mi ha ricordato e spero lo faccia anche a voi, che i sogni a volte si realizzano. E che, abbandonare o interrompere la strada tranquilla e comoda che si sta percorrendo, può consistere nell’inizio di un’avventura imprevedibile quanto entusiasmante.
Sin da piccolo, Alekos, ha maturato uno spirito avventuriero grazie ai frequenti viaggi che faceva con i suoi genitori e la gioia di vedere e di scoprire realtà e vivere esperienze nuove, ha motivato il suo percorso. Un cammino, il suo, il cui inizio è simile a quello di tanti giovani: iscrittosi alla facoltà di Medicina con il sogno di diventare medico, si è trasferito a Bologna. Nel raccontare i suoi mesi di studio, la sua preparazione agli esami, Alekos rende evidente la difficoltà che ha dovuto affrontare: una sedia, un tavolo da studio e i manuali da studiare, non gli bastavano. Meglio, non corrispondevano a quello che desiderava per se stesso. Perché più dello studio, in quel momento, lo attraeva quello che il mondo poteva donargli, concedergli, e suo desiderio era quello di conoscerlo tutto, quel mondo, sentirsene parte attiva e viverci nella maniera più felice possibile. Dopo mesi di studio sofferto ed irrequieto, Alekos decide di interrompere gli studi e partire. Senza comunicare la decisione ai suoi genitori, se non una volta partito affinché loro potessero fare ben poco per convincerlo a restare e a continuare a studiare.
Una partenza, quella di Alekos, non solo fisica, ma anche mentale e, se posso dirlo, spirituale. Perché personalmente credo che lo spirito, a volte, sia più perspicace della mente nel cogliere desideri e aspirazioni: per questo, lo spirito è la parte di noi che maggiormente soffre quando scegliamo e agiamo contro quelli che sono i nostri desideri. E per questo bisogna ascoltarlo, per questo occorre dedicargli attenzione, anche quando abbiamo paura di quello che dirà. Alekos lo ha fatto. E da quel giorno, da quella prima volta in cui ha chiuso la porta dietro sé, rimandando tutto a data da definirsi, ha iniziato ad ascoltare tutto quello che il suo spirito aveva da dire, da proporre e da consigliare. E il suo spirito lo ha condotto in tantissime parti del mondo e lo ha portato a vivere esperienze sorprendenti, formidabili ed indimenticabili. Compagno di avventura, un suo amico. Compagne, invece, le bolle di sapone!
A poche persone, a pochi “eletti”, è dato conciliare lavoro e passione: Alekos è uno di questi. Tutto quello che può rendere felice e soddisfatto un giovane ed intraprendente spirito, lui lo ha trovato nei colori, nella delicatezza, nella poesia delle bolle di sapone.
“Le bolle di sapone mi sono sempre piaciute, mi affascinavano moltissimo. Io e il mio amico eravamo partiti con i pochi soldi che avevamo messo da parte e a motivare il nostro viaggio verso Amsterdam era il semplice ma forte gusto di divertirci e di conoscere altre persone. Arrivati a Milano, in Piazza del Duomo, appena scesi dalla metro, incontrammo un artista di strada argentino che faceva le bolle, e parlare con lui ci incoraggiò: grazie a lui, attraverso il racconto della sua storia, capimmo che sì: era possibile vivere dignitosamente per strada facendo le bolle!”
E così, inizia l’avventura di Alekos. Con un paio di giorni a casa di una coppia di artisti di strada grazie ai quali lui e il suo amico ebbero la possibilità di esibirsi con le bolle, mentre la coppia di artisti siciliani intratteneva il pubblico cantando e suonando. Lungo le strade milanesi, inizia il cammino di Alekos. E che cammino! Dal Marocco a Buenos Aires dove la vita di strada gli ha permesso di incontrare un esperto, un maestro delle bolle di sapone, da cui apprendere trucchi e tecniche per il perfezionamento della sua arte. Una vera e propria arte, quella delle bolle di sapone, che avvicina ed affascina non solo bambini e bambine ma persone di ogni età, soprattutto se a praticarla è un giovane che ha saputo ascoltarsi e che ha avuto il coraggio (anche se agli occhi di tanti si tratta di pura follia!), di azzardare e cercare quello che la vita può offrire, purché lo si vada a prendere. Ed Alekos è andato a prenderselo dal Brasile, dove si è ritrovato ad esibirsi su un carro del Carnevale di Rio che sfilava proclamando, addirittura, la legalizzazione della marijuana! Ha cercato quello che gli apparteneva dalla Francia all’Olanda, posto in cui come dice Alekos ridendo, ha vissuto esperienze assurde! E dove ha imparato che l’artista di strada è molto più di quello che si crede e poco ha a che fare con la mancanza di voglia di lavorare: l’arte di strada, è un modo per essere nel mondo facendosi sentire e facendo in modo che il proprio sorriso, la propria allegria, contagino chi passa, chi cammina o chi corre sulla propria stessa strada. Senza pretendere né vendere nulla: “Accettiamo qualsiasi tipo di offerta: abbracci, sorrisi, cibo, birra…!”, queste erano le parole di Alekos mentre per le strade olandesi, divertiva divertendosi e facendo della semplicità delle bolle di sapone una vera e propria filosofia. E la sua filosofia mi ha affascinata: “Tutti corrono, corrono ed io li costringo a prendersi un attimo per sé, con la magia accattivante delle bolle, e li convinco a godersi il momento presente, e a farlo fino in fondo. Le bolle aiutano a meditare. I bambini, poi, ci vedono qualsiasi cosa, mentre l’adulto invece è catturato, affascinato da quello che la bolla di sapone è, semplicemente.” Perché è tutto lì, in quella bolla che sa di magia, sa di infanzia trascorsa, sa di sogni dimenticati e di possibilità sempre realizzabili. Tutto in una bolla che è colore, delicatezza e curiosità. L’inafferrabile, l’affascinante e la libertà, tutto lì, in una bolla: perché essa non può essere posseduta. “I bambini corrono dietro alle bolle e vogliono afferrarle, ma questo non è possibile e la non-possibilità li affascina, li incuriosisce e li diverte”.
Insomma, tutte le persone che incontrano Alekos e le sue bolle, sono attratte, coinvolte e travolte da quella che il nostro artista chiama “la buena onda”: un’onda che mentre spazza via i cattivi pensieri, le preoccupazioni, l’affitto da pagare, l’esame da sostenere e il lavoro da trovare riporta a galla ciò che nella vita è essenziale, necessario: la gioia di vivere. Un po’ come fanno le bolle di sapone che con il loro dolce peso, danno un tocco diverso all’angolo di mondo su cui si muovono, concedendosi al vento senza dipendere da esso.
Ascoltare Alekos, ascoltarne la storia, mi ha anche emozionata perché le sue parole sono piene di vita, di felicità, di voglia di continuare ad essere felice, o almeno di provarci. E mi ha ispirata, molto. Per questo ho scritto di lui: perché, indipendentemente dalla sua passione per le bolle, la sua grinta, il suo coraggio sono messaggi positivi per chi cerca qualcosa che il modo e il posto in cui vive non possono permettergli di trovare.
“Di vita ce n’è una sola e non voglio vivere nel rimpianto di non aver fatto quello che volevo. Probabilmente è egoismo: egoismo sì, di far qualcosa che sento mio e non per i soldi né per il riconoscimento sociale ma semplicemente perché è la mia passione. Semplicemente perché è quello che voglio fare, perché sono chi voglio essere”. Già. Lo dice anche Nietzsche: “Devi diventare chi sei”, bisogna però conoscersi per sapere dove andare e cosa fare. E il lungo e ricco viaggio che Alekos ha compiuto, lo sta riportando lì: nella sala studio della facoltà di Medicina, ma con uno spirito ed una mente diversi da quelli di mesi fa: “Sono convinto di voler tornare a studiare medicina, con la certezza di essere migliore. Grazie a tutto quello che ho visto e vissuto e grazie alle persone che ho conosciuto e che mi hanno cambiato. E hanno dato un tocco nuovo alla mia vita. Tutto quello che ho vissuto in questi mesi, intensi ed indimenticabili, mi ha insegnato che un sorriso ed una bella parola, possono cambiare il mio umore e se il mio umore cambia, a mia volta posso portare del buono, del bello nella vita di altre persone. E quando questo è avvenuto, quando questo avviene, è la vita che mi dice, che mi conferma di aver preso la decisione giusta, di essere nel posto giusto e di essere la persona giusta, in quel momento, per qualcun’ altro”.
Da settimane chiacchiero con Alekos ed ogni volta in cui mi ha informata di un suo spostamento, oltre che restarne affascinata, oltre che ad ammirarlo, è stato un po’ come vedere quello che vedeva lui attraverso la sua euforia ed è stato un po’ come guardarlo esibirsi con le bolle, attraverso gli occhi di chi non può non vederlo per strada e fermarsi. Anche solo per un paio di minuti: il tempo di ricordare a se stessi, a se stesse che a far la differenza, molto spesso, è la semplicità a cui si dedica attenzione e a cui si permette di sfiorarci e di emozionarci. Come fanno le bolle di sapone. Ed è quello che Alekos percepisce da chi, ammirandolo, è come se gli dicesse: “Ti ringrazio perché mi hai migliorato la giornata! Ero triste ma in quell’attimo c’eri solo tu, il tuo sorriso e le tue bolle.” E dice ancora Alekos: “Sono pessimista nei confronti dell’ umanità ma queste situazioni mi riempiono di speranze. È un lavoro che io faccio su di me: anche se sono triste, preoccupato e pensieroso, sorrido. All’inizio di sorrisi, come dire, timidi ma poi, vedendo i sorrisi della gente, anche io vado rilassandomi e rallegrandomi sempre di più”.
Cosa dire? Se non sperare che la storia di Alekos possa essere non solo una di quelle belle da raccontare ma anche di quelle che si fanno motivo per credere che prima di chiudere a doppia mandata il famoso cassetto, è bene tentarle tutte per realizzare i sogni che esso custodisce. E che, se son lì, ci sarà un perché.
Solo che a volte quel perché sfugge di mano e sembra trovar gusto a solleticarci il naso e svolazzare sulla nostra testa, come una bolla di sapone. Ma come una bolla di sapone, seppur fragile e quasi invisibile, quel perché esiste. E non va afferrato: basta seguirlo, come i bambini fanno con le bolle di sapone, per vedere dove porta.
Molto probabilmente, porterà verso se stessi, verso se stesse. Da lì inizia ogni viaggio, e lì ogni viaggio termina.
Deborah Biasco