Tre giorni. Questa la durata del periodo nel quale in Sri Lanka è stato permesso di vendere alcolici per le donne maggiorenni. La legge, che prevede il divieto per le donne maggiorenni di acquistare alcolici, è stata introdotta per la prima volta nel 1955. Oltre al divieto di acquisto (fortuna non può esistere quello di consumo), c’è anche quello che vieta alle stesse donne di lavorare nei locali che lo somministrano o nelle distillerie. Una pesante esclusione dalla vita lavorativa.
Alcolici per le donne? Il presidente ci ripensa
Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena non ha mai nascosto le proprie posizioni contrarie al consumo di alcolici. Se buona parte del Paese ha accolto con favore la revoca di questa assurda legge, la maggioranza buddista ha espresso il proprio disappunto. Secondo gli esponenti del clero buddista, la revoca di tale divieto avrebbe
Distrutto la tradizionale famiglia srilankese.
La decisione del ministro delle Finanze, che ha eliminato il divieto, voleva rimpolpare le casse statali. Secondo lo stesso la misura sarebbe servita infatti a combattere il mercato nero, che priva lo Stato di ricche entrate fiscali. In Sri Lanka d’altronde vige anche il divieto di vendere alcolici a rappresentanti della polizia e delle forze armate in uniforme.
Il dissenso dei buddisti ha fatto sì che il presidente Sirisena intimasse al ministro delle Finanze di tornare sui suoi passi. Così facendo, invece di parificare la condizione delle donne a quella degli uomini, hanno dato nuovamente prova di quanto, ancora oggi, si possa essere mentalmente chiusi verso il “sesso debole”. Che siano scelte dettate da paura, ma di cosa poi?, non lo sappiamo. Sta di fatto che in Sri Lanka, e in molti altri Paesi, la condizione della donna è nettamente inferiore a quella dell’uomo su più fronti.
Allo stato attuale delle cose, se una donna in Sri Lanka vuole lavorare in un bar o ristorante in possesso di una licenza per la vendita di alcolici, deve chiedere uno speciale nulla osta ad un organismo preposto del ministero delle Finanze. Stessa cosa se vuole acquistare alcolici. Ma non era più semplice abolire il divieto? Chi garantisce allo Stato che, se le donne non acquistano alcolici, allora neanche li consumano? Forse, come accadeva in 1984 di George Orwell, il “grande fratello” le controlla anche tra le mura domestiche?
Lorena Bellano