Alchemika 2019: tornano mirabolanti le strade del centro storico perugino

L’edizione zero venne chiamata Onirika poiché nello spazio frantumato e sospeso del sogno ci si voleva immergere. Era il 2013 e in breve tempo il sogno è divenuto realtà e, alla luce del grande successo riscosso, nel 2014 l’associazione Fiorivano le Viole ha organizzato e promosso la prima edizione del Festival di Cirque Noveau e Teatro di strada noto come Alchemika.

Aspirazione condivisa degli organizzatori, e di tutti coloro che a vario titolo si trovano a gravitare attorno al festival, è in primo luogo creare un’alchimia magica tra i luoghi e le persone, tra le mura storiche e l’arte contemporanea attraverso una galleria a cielo aperto in continuo divenire, tra artisti di strada e cittadinanza, tra figure professionali e di provenienza sociale e geografica apparentemente distanti che allacciano legami inaspettati. Quest’anno, Alchemika si ripete, sempre più ricca di eventi, spettacoli e sorprese: le strade del quartiere si riempiranno di colori, di arte, di allegria, di socialità e di danze nella  cornice mutevole del “Circo delle Viole”.




Fiorivano le Viole nasce nel novembre 2012 nel tentativo di promuovere e attivare un percorso di riqualificazione culturale, artistica e commerciale del quartiere del centro storico perugino, sito intorno a via della Viola e via Cartolari. L’associazione muove i primi passi chiedendo in comodato d’uso gratuito spazi altrimenti inutilizzati e – attraverso la partecipazione attiva e responsabile degli associati, attraverso la condivisione della bellezza dell’arte e della natura e soprattutto attraverso la consapevolezza del valore culturale e umano dei propri luoghi – il quartiere in questi ultimi anni ha vissuto un cambiamento radicale. Il processo di rigenerazione culturale e sociale avviato da Fiorivano le Viole conta ormai una coalizione di spiriti e d’intenti tanto variegata da essere in grado di progettare e organizzare un festival di così ampio respiro quale è Alchemika.

L’edizione 2019: il palcoscenico naturale del ‘Circo delle Viole’

L’edizione di quest’anno inizia con il concerto di Giorgio Conte, che si esibirà in Piazza San Giovanni del Fosso, nel quartiere dell’associazione, venerdì 28 giugno. Lungo le vie del centro storico si apre un palcoscenico naturale, quello della piazzetta sopracitata, nota anche come Piazzetta Cinquecento, poiché un tempo le uniche macchine che vi potevano accedere, dati gli angusti vicoli, erano proprio le cinquecento.

Alchemika 2019




Quattro quest’anno i punti spettacolo, nei quali si esibiranno circa una trentina di artisti tra giocolieri, teatranti, musicisti, clown, marionettisti con spettacoli adatti a tutte le età. Da scoprire lungo la Via, anche delle pillole alchemike a sorpresa. Venerdì, per le piazze del quartiere, si terrà un live drawing artistico, aperto a tutti coloro che voglio cimentarsi a cielo aperto. One man show lungo i vicoli del quartiere per tutti i giorni del festival, letture di Elisabetta Trupia per ‘un passante alla volta’, incursioni poetiche urbane di Vittoria Corallo, lettura di Tarocchi presso l’Atelier della cartomante Carlotta Calderazzo degli Artisti.

Dalle ore 15:00 alle 24:00 di sabato 29 e domenica 30 giugno, tra uno spettacolo e l’altro, si potrà attraversare la Mostra Mercato di artigianato artistico e camminare all’interno di un percorso artistico a cielo aperto, tra Botteghe ed Atelier aperti al pubblico e improvvisazioni creative, meraviglie, musica, risate, che ogni Alchemika dispensa. A coronamento dell’edizione, domenica sera, il concerto finale è affidato ai Guappecartò, band nata a Perugia e poi trasferitasi in Francia, il cui tocco poetico abbraccia ogni volta le corde alchemiche del festival, che suonano il ritmo dell’impegno, dell’entusiasmo e della bellezza.

Il Piccolo Auditorium Balena (PAB), il nuovo spazio dell’associazione

L’edizione 2019 è stata presentata in Conferenza Stampa il giorno 24 giugno, presso il nuovo spazio dell’associazione, il Piccolo Auditorium Balena, noto come il PAB, che da alcuni mesi ospita corsi di ogni genere. Dal fumetto al teatro, dall’acroyoga al Tai Chi, fino alle consegne del Gruppo di Acquisto Solidale ‘Fuori di Zucca’, da alcuni anni attivo grazie alla collaborazione tra Fiorivano le Viole e la Ong Tamat. In virtù della perseveranza del presidente dell’associazione, Giuseppe Matozza, e del rinnovato impegno di Giorgio Donati, noto attore e maestro di teatro umbro, insieme a tutte le energie che si raccolgono attorno, il quartiere di Via della Viola non ha mai smesso di respirare. Nuova linfa è stata ritrovata negli ultimi mesi con l’inaugurazione del PAB, che da gennaio viene gestito dall’associazione grazie ad un finanziamento Regionale, o meglio del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e nuova linfa è pervenuta dall’esterno. Varie sono state le incursioni del mass media negli ultimi mesi e infine è arrivato il riconoscimento della Fondazione Umbria Jazz, che quest’anno ha deciso di collocare concerti e jam session nel quartiere.

Fiorivano le Viole: la ricerca del bello come spazio di socialità

Fiorivano le Viole è una specie di fenice che, non appena viene data per moribonda, rinasce dalle ceneri per tenere alta la bandiera dell’arte e dell’inclusione. A dispetto della maggior parte dei fenomeni di riqualificazione artistica e culturale che portano all’osteggiata gentrification, il lavoro dell’associazione ha delle peculiarità che vale la pena esplicitare tramite le parole del suo presidente, Giuseppe Matozza.

Fedele al sunto originario che è anche la fonte della sua esistenza, l’amore per la bellezza. Obiettivo quest’ultimo non solo individuale, ma di tutta quella parte di collettività che condivide questa necessità. Dopo sette anni di sbattimenti, di andirivieni, di mutazioni anche individuali, inizia a portare i suoi frutti. Era una zona abbandonata e degradata, divenuta oggi una delle realtà pulsanti del centro storico. Il tutto chiaramente a carico di una cittadinanza attiva che si è fatta carico di portare avanti un processo di rigenerazione culturale, artistica e poetica. Quello che ci tiene uniti è la necessità di credere in qualcosa che ci accomuna, ossia la ricerca del bello, inteso come spazio di socialità, possibilità di mettere in sinergia risorse, di partecipare alla creazione di progetti comuni, sviluppare competenze e professionalità, agevolare una via di affermazione ad alcune individualità che si sentirebbero altrimenti abbandonate. La strada si è riempita di studenti e artisti, non di un élite. Si respira un’aria fine. Chi ci passa se ne accorge e pensa anche all’idea di trasferirsi. In un’area dove risuona qualcosa di magico.




La ritrovata linfa dell’associazione ha reso fertile un luogo altrimenti abbandonato. Ora le energie sono concentrate sul già citato spazio, il PAB, un luogo aperto alla collettività, dove mensilmente si organizzano spettacoli di teatro e concerti di vario genere. “Non nego il desiderio che diventi una residenza artistica permanente – ha confidato Giuseppe Matozza – dove far pulsare Alchemika anche al di fuori del Festival”.

Giulia Galdelli

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