Squartati, uccisi e venduti a pezzi: l’inferno degli albini in Africa

Gli albini in Africa

È una vera e propria persecuzione quella che avviene in Africa nei confronti degli albini. La superstizione ha la meglio sulla razionalità e da sempre, per propiziarsi i favori del fato, vengono compiute torture e uccisioni. Ciò accade in tutta l’Africa, ma in particolare in Tanzania, Zimbabwe e Burundi. Bisogna considerare che in queste zone dell’Africa, al di là delle religioni ufficiale predominanti, la magia nera è ancora praticata.

In alcuni luoghi esistono tutt’oggi figure paragonabili agli sciamani. Anche se il governo tanzaniano nel 2008 ha bandito la stregoneria, la strage degli albini non è cessata. Per comprendere queste superstizioni bisogna innanzitutto immedesimarsi nella vita in questi piccoli villaggi. La natura predomina. Il rapporto con la terra, gli animali, i fenomeni naturali è molto più sentito e vivo. Il tentativo di colonizzazione cattolico e la grande influenza dell’Islam sono, in molte zone della Tanzania, solo la facciata ufficiale di ciò che realmente è tenuto in considerazione dalla maggioranza delle popolazioni. Tutti credono nella magia.

La magia nera

Quando qualcosa non va come dovrebbe pensano subito che qualcuno sia intervenuto con la magia nera. E con la magia rispondono. La suggestione in questo senso è talmente alta che anche quando si è malati prima di andare da un medico, spesso si ricorre ai guaritori. Scrivo questo in base alla mia esperienza diretta, avendo vissuto in Tanzania per più di due anni.

I poteri magici degli albini

Considerando il contesto è facile capire quanto la nascita di un albino crei scompiglio e preoccupazione in un villaggio. Immaginate lo sgomento difronte ad un bambino bianco: l’ignoranza, la povertà e la bramosia di ottenere facili ricchezze fanno il resto. Gli albini vengono considerati figli del diavolozeru zeru, e come tali dotati di poterei magici. Le parti del loro corpo possono essere utilizzate per vari riti di magia nera.

I genitali degli albini possono essere un’efficace cura per l’infertilità e sul “mercato” possono valere fino ad 80mila euro. La polvere delle loro ossa può allontanare il malocchio, la loro pelle vale fino a 7000 euro e così via.

Le indicibili torture

Come se non bastasse, vi è anche un’altra diceria a rendere ancora più spaventosa questa terribile usanza. Più l’albino che è stato ucciso ha urlato e sofferto, più è stato torturato, maggior potere magico avranno i suoi arti e le sue ossa. Spesso, infatti, vengono sezionati e scuoiati da vivi. Le donne albine, se non uccise, vengono brutalmente violentate perché si pensa che un rapporto sessuale con loro possa far guarire dall’Aids. Sembra incredibile, ma tutto ciò accade ancora oggi, nel 2017, sotto gli occhi di tutti.




L’ultimo caso

L’ultimo caso è di pochi giorni fa ed è avvenuto in Mozambico. Un giovane albino di 17 anni è stato ucciso e smembrato. Il cervello, la parte più “costosa” del corpo di un albino, è stato completamente asportato. Lourdes Ferreira, della polizia locale, dice che stanno facendo di tutto per trovare i colpevoli. Ma purtroppo questa triste e crudele realtà, secondo gli ultimi dati pervenuti dall’agenzia africana AIM è in crescita e non cenna a fermarsi: i tanti soldi che si possono guadagnare con questa atrocità sono un incentivo troppo grande in un paese affamato.

Alcuni numeri

Se a livello mondiale nasce 1 albino ogni 17.000 persone, in Africa la percentuale è molto maggiore, arrivando a 1 su 2000. Fortunatamente sono sorte molte associazioni in aiuto degli albini africani che vengono isolati e cresciuti lontani dai villaggi, in luoghi protetti. Secondo le fonti investigative dell’Onu esisterebbe anche una rete transfrontaliera segreta, difficile da identificare, di trafficanti di organi che sosterrebbe anche il traffico di parti anatomiche di albini. L’Onu sta prendendosi carico di questo orrore quotidiano, anche se, per estirparlo, bisognerebbe cambiare dall’interno le credenze scaramantiche e religiose di questi popoli. Solo il 5% di questi casi arriva in tribunale. Il resto rimane nel sottobosco di questo horror quotidiano.

Marta Migliardi

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