Il fico, dolce e zuccherino, compare abbondantemente sulle nostre tavole proprio in questi mesi. Eppure, quello che siamo abituati a chiamare “frutto” è in realtà un “fiore”, al cui interno potremmo persino trovare resti di insetti morti.
Infatti, l’albero di fico non fiorisce come farebbe un qualsiasi altro melo, pero o pesco. I fiori dell’albero di fico sbocciano all’interno del baccello. Qui dentro, ben riparati dalla luce solare e dai pericoli esterni, ogni singolo fiore dà vita ad un frutto con un solo seme, chiamato achene.
Dall’insieme di più acheni nasce il nostro amatissimo fico, sicuramente da collocarsi tra gli alimenti che fanno bene d’estate.
Ecco perché non sarebbe sbagliato affermare che, mangiando un fico, stiamo in realtà mangiando tanti frutti.
Il frutto, quindi, si trova all’interno. Per questo motivo il fico necessita di un processo speciale e ad hoc di impollinazione.
Ad occuparsi del processo è solo ed esclusivamente la cosiddetta Blastophaga Psenes, anche conosciuta come “Vespa del Fico”.
La femmina di questo esemplare entra nel fiore – che noi mangiamo – per depositare le proprie uova.
A questo punto possono verificarsi due circostanze:
- Se l’esemplare di fico è “maschio”, la vespa, entrando, perde ali e antenne. Resta così intrappolata all’interno del fiore, dove muore. Sarà compito delle piccole larve, che qui nasceranno, continuare il ciclo vitale. Infatti, le vespe maschio – nate senza ali – si accoppieranno con le neonate vespe femmine e scaveranno per loro un tunnel, che permetterà l’uscita e successivamente l’impollinazione.
- Se l’esemplare di fico è “femmina”, la vespa non trova spazio sufficiente per deporre le uova, ma perdendo ali e antenne non è più in grado di uscire dal fiore. La carcassa dell’animale, tuttavia, non rimane propriamente all’interno. Infatti, il fico utilizza un enzima speciale, la ficina, per trasformare l’animale in proteine.
È bene sottolineare che il nome di “vespa” non deve trarre in inganno. Infatti, l’animale in questione non punge e ha piccole dimensioni (un paio di millimetri di lunghezza) e per questo risulta molto simile ad un moscerino.
Eppure, il binomio Vespa Blastophaga-Fico è fondamentale. In natura, questi rapporti di stretta interazione vengono detti di mutualismo obbligato, anche se, in ultima analisi è l’animale a pagarne le conseguenze.
Solo questo insetto è adatto a fecondare il fico e solo l’albero di fico è adatto a permettere la deposizione delle uova della vespa.
È giusto, però, sottolineare che molti dei fichi in commercio sono a “maturazione partenocarpia”, ossia non richiedono fecondazione da parte dell’animale.
Insomma, nessun rischio di nutrirsi di piccole vespe trasformate in proteine. Non lasciatevi cogliere da pensieri strani la prossima volta che gusterete questo delizioso… fiore!
Giorgia Battaglia