Gli albergatori siracusani offrono alloggi e lavoro ai migranti sulla Sea Watch 3

“Fateli sbarcare. Paghiamo trasferimento, alloggio e offriamo loro un lavoro”.

Con queste parole l’associazione di categoria “Noi albergatori di Siracusa” lancia un’offerta al prefetto Luigi Pizzi e al comandante della guardia costiera Luigi D’Aniello. Non è più ammissibile ritardare lo sbarco di 47 esseri umani, imprigionati all’interno della Sea Watch, affermano gli albergatori, che chiedono di poter “trasferire a terra con nostri mezzi” i migranti, di “offrire adeguato alloggio, vitto e vestiario finché non sarà trovata l’adeguata soluzione politica”.

Fonte immagine: Il Giornale




“Qualora l’auspicata risoluzione dovesse ritardare, l’associazione si assumerà oneri e costi per avviare i 47 all’apprendimento della lingua italiana, ma anche corsi di addestramento per avviarli alle attività lavorative negli hotel e contratti stagionali. E soprattutto l’insegnamento della Costituzione italiana“.  Questa è la proposta firmata dal presidente di “Noi albergatori di Siracusa” Giuseppe Rosano.

Una proposta firmata dal presidente dell’associazione Giuseppe Rosano. “Quello che più manca a queste gente – afferma – è l’aiuto immediato, il bisogno del calore umano, il diritto a un’esistenza dignitosa, il rispetto dei diritti umani”.

Anche i sindaci della provincia si fanno sentire. Il primo cittadino di Ferla Michelangelo Giansiracusa sta coordinando gli amministratori che chiedono lo sbarco immediato dei migranti a bordo della Sea Watch 3. “Raccontiamo che c’è un’accoglienza possibile, umana”, dice Giansiracusa. Ma non è il solo ad avere a cuore la questione. Anche il sindaco di Noto, quello di Monteforte San Giorgio, il vicesindaco di Scicli, oltre all’intera amministrazione comunale di Siracus stanno dalla parte del sindaco di Ferla. Qualcuno vorrebbe soffocare amore e fratellanza con qualcosa di barbaro che ha a che fare con epoche passate di cui nei giorni scorsi abbiamo celebrato la memoria”, dice il primo cittadino di Noto, Corrado Bonfanti. Che differenza c’è tra quelli che sono sulla nave e quelli che arrivano sulle nostre coste? Ditemelo”.

Ilaria Genovese

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