Emergency, il Premio Teresa Sarti-Strada compie 14 anni: l’intervista a Chiara Vallania

Prosegue l'impegno della Ong fondata da Gino Strada nel promuovere la cultura della pace tra le nuove generazioni. Il concorso è rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado.

Prosegue l’impegno di Emergency nella diffusione di una cultura di pace tra gli studenti delle scuole italiane. La Ong fondata nel 1994 da Gino Strada ha inaugurato la XIV edizione del Premio Teresa Sarti-Strada. Ne abbiamo parlato in un’intervista con la responsabile del settore scuola, Chiara Vallania.

Disegni e illustrazioni, testi, ma anche elaborazioni audio o video su storie di vita reale o di fantasia, che sappiano interpretare l’immaginario suggestivo del “sogno”. E’ questo il tema scelto per la XIV edizione del Premio Teresa Sarti-Strada promosso da Emergency, in collaborazione e con il sostegno di Fondazione PROSOLIDAR – Onlus,  e dedicato ai bambini e agli adolescenti delle scuole primarie e secondarie di I grado di tutta Italia. Il concorso offre alle nuove generazioni la possibilità di far sentire la propria voce sulle tematiche sociali più attuali e urgenti, nel pieno rispetto dei diritti umani, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. Ultima Voce ha chiesto a Chiara Vallania, Educational Coordinator di Emergency, impegnata da anni nella promozione di una cultura di pace i tra i banchi di scuola, di raccontarci come sarà l’edizione di quest’anno.

Il Premio Teresa Sarti-Strada è arrivato alla sua XIV edizione. Come nasce l’idea di dar vita a questa manifestazione e soprattutto qual è l’obiettivo del concorso?

«Il premio nasce su iniziativa di Fondazione Prosolidar per ricordare la nostra prima Presidente Teresa Sarti Strada che era un’insegnante e quindi si è pensato che il ricordo migliore fosse proprio proporre quelle tematiche a lei tanto care, che ha portato nel confronto e nel dialogo con i più giovani e le più giovani come insegnante e poi come Presidente di Emergency.  Teresa era una di quelle insegnanti che non soltanto trasmetteva conoscenze, ma soprattutto che amava il suo lavoro e riteneva che la modalità più corretta per educare, e non soltanto per istruire, fosse quella di formare gli studenti e le studentesse alla riflessione, al dialoga, proprio in un processo di scoperta delle cose, nella relazione con l’insegnante ma in generale con gli adulti, con la società e la collettività. Ecco, questo è lo spirito con qui nasce il Premio Teresa Sarti, che portiamo avanti in ogni edizione proponendo un tema diverso ogni anno».

L’anno scorso l’argomento del concorso era la “scelta”. Per questa edizione avete pensato al “sogno”, una parola molto suggestiva, soprattutto per i più giovani, ma anche una bella sfida per coloro che si cimenteranno nella produzione degli elaborati.  Perché proprio questo termine?




«Allora questa è una domanda non scontata, ed è proprio un aspetto su cui noi riflettiamo molto e grazie per averla posta. Facciamo sempre molta attenzione a scegliere una parola che richiami un contenuto, un tema che possa essere compreso anche dai più piccoli, perché il tema si rivolge alle scuole primarie e anche poi alle scuole secondarie di primo grado, quindi ragazzi un po’ più grandini, ma anche bambini piccoli. Perciò è molto importante la scelta della parola e di conseguenza il tema che rappresenta, perché sia comprensibile, vicino, ma soprattutto che possa farli esprimere attraverso le forme espressive più diverse, che sono grafiche per la scuola primaria e produzioni scritte per la scuola secondaria di primo grado, mentre per entrambi c’è la possibilità di produrre elaborati audio video. Ecco quindi, che la concretezza, la vicinanza con cui loro possono esprimere le proprie opinioni, pensieri ed emozioni è sicuramente un criterio di scelta importante per noi rispetto ai temi delle parole».

Torniamo un attimo indietro con la memoria alle passate edizioni del Premio Teresa Sarti-Strada. Quali sono le prime reazioni dei ragazzi quando si trovano a dover riflettere su argomenti così complessi ma anche tremendamente attuali in grado di scatenare la loro creatività e modificando al tempo stesso lo sguardo che hanno sul mondo?

«Sì, ecco, questo è un altro aspetto del Premio che è per noi molto rilevante. Al di là dei singoli lavori espressi e di quelli che poi saranno premiati, l’aspetto per noi più gratificante è proprio il come i ragazzi partecipano attraverso, chiaramente, la guida degli insegnanti. Ma proprio la motivazione dei più giovani, degli studenti, delle studentesse, ad aderire al premio noi la vediamo tante volte e spesso va anche oltre le richieste del concorso. Sempre più spesso ci succede che vogliano partecipare al Premio delle scuole, diciamo così speciali, come la scuola in ospedale, o come le scuole per gli adulti che non hanno potuto prendere il diploma di scuola secondaria di primo grado all’età giusta e che stanno frequentando adesso le scuole per adulti. Pertanto, questa risposta di adesione, di motivazione a partecipare, ci conferma che c’è tanta voglia di esprimersi e c’è tanto da dire su questi temi. Gli studenti e le studentesse hanno voglia di avere diritto – ecco diciamo proprio così – diritto di espressione. Da parte nostra, il dare loro la parola, è l’occasione proprio di esprimersi, che poi è la base di una progettazione e anche di un’attivazione. Quindi, diciamo che la riflessione sui temi li motiva a progettare, a tentare, a ideare e poi di conseguenza ad attivarsi su queste tematiche. E questo è ciò che per noi è più rilevante nel proporre il concorso».

Premio Teresa Sarti-Strada
Chiara Vallania, Educational Coordinator di Emergency con alcune classi vincitrici del concorso per la XIII edizione. Foto: Tobia Faverio.
Emergency ha anche un progetto dedicato soltanto agli alunni delle scuole secondarie, “Raccontare la Pace”. Come si colloca il Premio Sarti-Strada nell’impegno della vostra Onlus per promuovere una cultura di pace tra le giovani generazioni?

«Si, assolutamente, i due progetti possono essere complementari. L’idea di incontrare, questa è la parola che noi usiamo per avvicinare gli studenti e le studentesse nelle scuole, è comune sia al Premio Sarti-Strada che all’iniziativa “Insegnare la Pace”. Come dicevo prima, la nostra prima Presidente, Teresa Sarti-Strada, ha voluto subito portare le tematiche della pace e dei diritti nelle scuole. Quindi questo raccontare la pace, questo senso positivo della testimonianza del lavoro di Emergency – che dà voce alle vittime delle guerre, ma che si trasforma poi in un messaggio positivo di pratica dei diritti umani, con il diritto alla cura che esercitiamo nei nostri ospedali – è quello che emerge da subito e che si è voluto portare nelle scuole. E da lì poi, è nata l’idea di rapportarlo con il ricordo di Teresa, con un premio. Perciò, i percorsi sono sì complementari. Sicuramente chi ha occasione di ospitare in classe i volontari di Emergency che vengono preparati e formati proprio per questi incontri, può avere degli spunti in più; ma noi abbiamo visto negli anni che hanno partecipato e assolutamente possono partecipare tante realtà diverse tra loro. Il Premio Sarti-Strada è anche presente nella pagina dei concorsi sul sito del Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca) perciò è accessibile a tutti. Non deve per forza passare dai canali di promozione diretta di Emergency e dei suoi volontari, ma gli insegnanti possono partecipare e aderire anche senza aver avuto un incontro specifico nelle scuole e nelle classi. Ed è proprio per questo che il Premio riesce ad arrivare dappertutto con i partecipanti che arrivano da ogni parte d’Italia, anche dove Emergency non ha un gruppo di volontari attivi».

La città in cui si tiene la premiazione cambia ogni anno. Quest’anno dove si svolgerà la XIV edizione del Premio Teresa Sarti-Strada?

«La premiazione sarà a Venezia-Mestre, al museo M 9 che gentilmente ci ospita e ci concede gli spazi, e sarà come tutti gli anni una vera e propria festa e un incontro all’ennesima potenza, diciamo così, come quelli che facciamo ogni giorno nelle scuole. Sarà presente anche la nostra Presidente, Rossella Miccio, e saremo presenti tutti noi dell’ufficio scuola di Emergency insieme ai volontari del territorio e chiaramente Fondazione PROSOLIDAR che finanzia e promuove i premi del concorso. La premiazione è sempre un momento molto partecipato; gli insegnanti portano le classi, in alcuni casi al completo quando è possibile, e spesso i ragazzi vengono seguiti dai genitori; quindi, di nuovo un momento di in cui si vive a pieno il tema in cui i bambini e le bambine – quindi i più piccoli soprattutto – possono fare le prime esperienze ed esprimere i loro pensieri, che è ciò che conta davvero ed è riconosciuto con la premiazione da parte della nostra Presidente».

La premiazione coinvolgerà soltanto i singoli ragazzi o anche le scuole con le quali gli studenti parteciperanno?

«Sì, allora si può partecipare in realtà anche come singolo all’interno di una classe qualora l’insegnante ritenga che ci sia un interesse prevalente del singolo o della singola ragazza, ma il premio viene comunque attribuito alla scuola; cioè lo spirito del premio è che si partecipi comunque come scuole. In ogni caso, poi, ciascun vincitore riceverà anche un ricordo singolo. Il premio in denaro complessivo è di 800 € alla scuola da spendere in materiale didattico. Ci sono tre premi per ogni categoria, quindi per le tre categorie grafici scritti e audio video. E poi per ogni vincitore – singolo o classe – c’è un ricordo personale. Quest’anno, poi, ci sarà anche una sorpresa al museo M 9 perché in determinati contesti, soprattutto quando le premiazioni le abbiamo realizzate al museo, abbiamo sempre creato delle collaborazioni, svelando una sorpresa lì al momento, per tutti».

Schopenhauer pensava che «la vita e il sogno sono le pagine di uno stesso libro». Eppure, nel mondo nel quale viviamo, dove le guerre e la violenza sembrerebbero aver preso il sopravvento su ogni aspetto della vita. Secondo te è ancora possibile sognare la pace e trasmettere questo desiderio alle giovani generazioni come cerca di fare da ben quattordici anni Emergency con il Premio Teresa Sarti-Strada?

«Sì, diciamo che sicuramente la parola sogno richiama l’immaginazione e la fantasia, ma abbiamo voluto – attraverso le citazioni che abbiamo proposto come punti da cui far iniziare le riflessioni per lavorare sul tema – dare un fondamento di realtà. Ecco che proprio le citazioni che abbiamo scelto riportano a quella concretezza di cui parlavamo all’inizio. C’è anche un richiamo forte a come Emergency è nata e lavora. Abbiamo scelto, quindi, una citazione di Papa Francesco, che ci ricorda come “la pace non è solo un sogno, ma una sfida che possiamo coltivare insieme”. Quindi questa idea di un primo passo nell’immaginare qualche cosa di più bello, di più giusto e soprattutto da costruire insieme. E poi un’altra citazione di Maya Angelou, attivista per i diritti umani che dice: “non lasciate mai che qualcuno vi tolga il diritto di sognare, perché in un sogno si nasconde il passo successivo della vostra vita”; una citazione, questa, che porta ad approfondire la dimensione progettuale del singolo, ma che si riflette anche nella collettività, con l’idea del diritto del sogno come qualcosa che deve animare ciascuno di noi, in un’ottica poi di realizzazione di questo sogno. In ultimo, proprio per chiudere su su questo tema, abbiamo voluto anche inserire il riferimento all’edizione per ragazzi del libro “Una Persona alla volta” di Gino strada. Il titolo dell’edizione per ragazzi è proprio “Diario di un sogno possibile” e spiega bene il potere trasformativo dei sogni, che incoraggiano le persone a porsi degli obiettivi, magari fino a questo momento non realizzati, anche non immaginabili, ma che sono un primo passo proprio per raggiungere quei nuovi orizzonti. Ed Emergency è nata proprio così. Gino strada con Teresa Sarti, la sua prima moglie, diceva proprio questo, che l’utopia e quindi i sogni sono solo qualcosa che ancora non è stato realizzato. Emergency nasce con questo spirito e dimostra che i sogni sono possibili, ma vanno poi messi a terra, progettati e costruiti insieme, e quindi portati dentro alla collettività. Ecco, quindi, questo è proprio il senso espresso da quelle citazioni, quei riferimenti che abbiamo voluto dare ai ragazzi che parteciperanno al Premio Sarti, producendo immagini, elaborati, video  con una grande potere evocativo e poi però con un obiettivo concreto».

Vorrei chiudere questa intervista con un tuo appello ai ragazzi e alle ragazze che parteciperanno insieme alle loro scuole al Premio Teresa Sarti-Strada anche perché c’è ancora tempo per iscriversi. La scadenza è fissata al 28 Aprile, giusto?

«Esatto, esatto, entro le 14:00. Per partecipare è necessario scrivere una mail premioteresa@emergency.it a cui poi seguiranno tutte le istruzioni per inviare gli elaborati; quindi, si dovrà compilare un modulo di partecipazione che si trova sulla pagina dedicata al premio e del sito di Emergency e anche ovviamente il bando completo con tutte le informazioni per partecipare. C’è ancora un po’ di tempo e quindi si può ancora aderire. Per quanto riguarda l’appello, allora, l’invito che vorrei rinnovare ai ragazzi e alle ragazze è continuare a far sognare noi, che ogni anno riceviamo e guardiamo questi elaborati che ci stupiscono sempre e che Emergency riutilizza in occasione anche d iniziative e di eventi rivolti agli adulti. E questa è proprio una conferma che le idee più semplici, possono essere quelle più rivoluzionarie che cambiano davvero e influiscono sulle azioni anche degli adulti. Quindi io chiedo proprio di continuare a farci sognare e a darci delle idee illuminanti, questo è l’appello che Emergency rivolge a tutti gli studenti italiani perché scelgano di partecipare».

Tommaso Di Caprio

 

 

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