Fondazione MAST di Bologna ospita la mostra dei 4 artisti finalisti del concorso fotografico, biennale, GD4PhotoArt. Da quest’anno MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK, visitabile fino al 1° maggio 2018.
MAST, Bologna, pone l’accento sulle tematiche pertinenti all’industri, attraverso la ricerca fotografica. Si tratta di una competizione a livello internazionale rivolta alle giovani generazioni di artisti nata per promuovere l’attività fotografica. Quest’anno la competizione è giunta alla sua quinta edizione con una nuova veste. A partire dal suo nome che è diventato MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK. Inclusa come parte del progetto sulla fotografia industriale coordinato dalla Fondazione MAST.
Promossa, quindi, con l’obiettivo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, il concorso sviluppa una sorta di scelta biennale dedicata ai giovani fotografi emergenti. Comprovare e sostenere la ricerca sull’immagine dell’industria, il cambiamento che questa istiga nella società e nel territorio. Ma anche il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo.
Sostenuta dalla Fondazione MAST – istituzione internazionale con sede a Bologna – l’intento è quello agevolare lo sviluppo della creatività e dell’imprenditorialità tra le giovani generazioni. Allo scopo di contribuire alla crescita economica e sociale. Prefigurandosi la funzione di ponte tra l’impresa e la comunità.
MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK
Nato quando l’identità della Fondazione MAST stava prendendo forma, il premio supporta la ricerca sull’immagine del settore e del lavoro, dando voce alle nuove generazioni di artisti. Attraverso la promozione e l’acquisizione delle opere dei partecipanti. Nel tempo, il concorso ha contribuito alla creazione di una collezione di visioni contemporanee che sono ora pienamente integrate nell’offerta culturale della Fondazione MAST. Arricchendola con le nuove, originali e mai viste prima visioni di giovani fotografi di tutto il mondo.
Urs Stahel, curatore del MAST PhotoGallery e della mostra, spiega gli obiettivi del premio: «Mostrare l’essenziale, enfatizzare aspetti strutturali, catturare la conoscenza astratta e l’essenza del comportamento umano nelle immagini – ricercare, investigare, sviluppare e produrre – fornire una rappresentazione fotografica che rende possibili e accessibili gli aspetti informativi ed emotivi, i dati concreti e il significato, il piano descrittivo e metaforico: questo è il grande compito dei giovani fotografi oggi. Ed è questo il compito che la Fondazione per la Fondazione MAST intende sostenere».
Quattro giovani fotografi selezionati
I quattro giovani fotografi selezionati sono: Mari Bastashevsky, Sarah Cwynar, Sohei Nishino e Cristóbal Olivares. Estratti da una lista di 35 candidati, provenienti da tutto il mondo.
Mari Bastashevski
San Pietroburgo, Russia, 1980. Nel progetto Emergency Managers Mari Bastashevski utilizza installazioni complesse composte da fotografie, documenti, testi e interviste per indagare sulla crisi idrica nella città di Flint. Iiziata nel 2013-2014, quando la fonte per la fornitura di acqua potabile fu trasferita da Detroit alla città stessa e al fiume Flint. Causando la contaminazione da piombo in una parte della popolazione. Come scrive l’artista, il lavoro mette in evidenza il rapporto tra funzionari statali e aziende che incoraggiano e sostengono le crisi nello status quo, dove la violenza aumenta fino a diventare la norma comportamentale abituale.
Sarah Cwynar
Vancouver, Canada, 1985. Sarah Cwynar in The Color Factory utilizza un video e nove fotografie per condurci all’interno di un’azienda di cosmetici e nei meccanismi della produzione commerciale a colori. Lo fa con lo scopo di aprire una riflessione più ampia sugli standard di colore, bellezza e capitalismo , come modelli imposti nell’esperienza della vita umana. Come afferma la stessa l’artista. C’è qualcuno che prende decisioni; gli standard sono stabiliti da un’azienda, un gruppo economico, un’autorità. Un campo che continua a essere fortemente determinato dal modo in cui gli uomini guardano le donne.
Sohei Nishino
Hyogo, Giappone, 1982. Sohei Nishino ha creato una rappresentazione del Po-fiume che è qualcosa a metà strada tra una mappa e un diorama. Usa una tecnica che ha sviluppato negli ultimi dieci anni per creare paesaggi urbani. Per questo progetto, ha viaggiato lungo il fiume dalla sorgente al Delta, scattando centinaia di fotografie che ha poi stampato, combinate e disposte manualmente in grandi tableaux. Combinando prospettive micro e macro, ha ottenuto un’immagine che, da lontano, sembra quasi astratta e, da vicino, è una rappresentazione vivace e poetica del fiume. Intesa come condizione fondamentale dell’esistenza.
Cristòbal Olivares
Santiago, Chile, 1988. Nel progetto The Desert Cristòbal Olivares utilizza video, immagini di paesaggi desolati e documenti per raccontare i drammatici fenomeni migratori che si svolgono tra la Repubblica Dominicana e il Cile. Viaggi lungo campi minati o montagne che superano i 3800 metri di altitudine con temperature estreme. Olivares ingrandisce le sue fotografie di paesaggi, spesso vuoti, e con questi crea sfondi che sono appesi direttamente sul muro. In alto, a lato o accanto ad esso, aggiunge i ritratti incorniciati dei migranti. Nei suoi video, il fotografo offre quindi a questi migranti l’opportunità di raccontare le loro storie.
Felicia Bruscino
Di seguito alcune delle foto scattate dagli artisti selezionati.