Al confine italo-francese: così la polizia modifica la data di nascita dei minori

Confine Italia-francia: strada e cartello France

fonte: commons.wikimedia.org

Al confine italo-francese si vedono i container in cui i migranti rimangono chiusi, senza cibo e acqua, prima di essere rimandati in Italia. Ma il vero problema è per i minori stranieri non accompagnati…

Dai documenti emerge che la polizia francese è solita modificare la data di nascita dei minori, mettendone una standard di comodo, 1° gennaio 2002. Così, dichiarati maggiorenni, possono essere rispediti in Italia. Una vera e propria violazione dei loro diritti, garantiti dall’Unione Europea. Infatti, il minore avrebbe il diritto di andare in Francia, soprattutto per ricongiungersi con la sua famiglia.

Il caso di Obijab e Nabil, due fratelli di 17 e 16 anni con il sogno della Francia, scappati dalla fame da un piccolo paesino della Tunisia, dimostra che è quasi impossibile.
Lo racconta il reportage “Al confine italo-francese: il viaggio di Obijab e Nabil”, di Elena Testi.

La testimonianza di chi, quel confine, lo ha oltrepassato mille volte

Negli ultimi tre anni centinaia di minori non accompagnati sono stati rimandati in Italia dalla polizia di frontiera, al Monginevro. Rincorsi, fermati, a volte picchiati, e infine respinti nel cuore della notte con un pezzo di carta in mano. Ragazzini, a cui molto spesso la gendarmeria sul foglio di respingimento ha falsificato la data di nascita per farli risultare maggiorenni. Ad alcuni hanno sottratto i soldi, altri li hanno minacciati di rimpatriarli il giorno stesso. A nessuno è stato mai permesso di fare domanda di asilo. Ci sono stati dei morti, pochi per fortuna, ma sempre troppi, e probabilmente dei dispersi di cui non sapremo mai nulla.

(Davide Rostan, Pastore valdese e alpinista)

Le strade e i sentieri che dai comuni dell’Alta Val di Susa portano in Francia, a partire dall’autunno 2017, diventano scenari di pattugliamenti sempre più aggressivi, con tanto di visori notturni, cani, droni e inseguimenti, soprattutto a seguito di momenti di sovraesposizione mediatica della frontiera. Ci sono stati inseguimenti in motoslitta, persone condannate per aver portato loro aiuto.

Le persone fermate dalla Polizia di frontiera francese vengono perquisite, spesso gli viene sequestrato quanto di valore conservano in tasca e vengono respinte collettivamente in Italia, senza analizzare i singoli casi e senza la presenza di mediatori e traduttori come imporrebbe la legge.




I numeri

Secondo quanto riportato dal Dossier statistico immigrazione 2018 (I migranti transitanti: il caso della Val di Susa – Pietro Barabino), in un anno, tra il giugno 2017 e il giugno 2018, sono 5.961 le persone respinte a Bardonecchia, per il 9% donne e per il 2,5% minori. I principali paesi di provenienza sono Pakistan, Nigeria, Albania, Mali, Tunisia, Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Marocco, Afghanistan e a seguire altre 60 nazionalità. I rimpatri dal Monginevro, invece, riguardano prevalentemente persone provenienti da Guinea, Mali, Costa d’Avorio e Senegal e, in minor numero, da altre 30 nazionalità.

Nonostante i controlli e le temperature, che in inverno toccano i -15 gradi, l’arrivo dei migranti tra dicembre e febbraio non subisce un calo significativo, con una media di 40-50 tentativi di passaggio al giorno, numeri di poco inferiori a quelli registrati durante l’estate.

Oltrepassare il confine italo-francese: “Ça depend de leur humeur

Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto (Ça depend de leur humeur, 2019) sulla situazione dei minori migranti non accompagnati al confine tra Italia e Francia, a Briançon e nel dipartimento delle Hautes-Alpes. Questo rapporto documenta le procedure di accertamento dell’età imperfette e le decisioni arbitrarie attuate dalla polizia francese; insieme alle dichiarazioni sommarie della polizia di frontiera.

Uno dei motivi per essere considerato “adulto” è il raccontare di aver lavorato nel Paese d’origine, ma anche il solo fatto di aver preso la decisione di viaggiare da soli, di lasciare l’Italia o di attraversare da soli le montagne tra l’Italia e la Francia può essere preso come segno di maturità, anche se altri aspetti della loro storia sono coerenti con l’età che i bambini dicono di avere. Anche le scelte che possono aver fatto in materia di religione o istruzione possono essere utilizzate come criterio per indicare l’età adulta. È evidente che questi elementi non sono plausibili e, in ogni caso, sono irrilevanti per la questione dell’età del giovane.

Così, gli agenti di polizia di frontiera rimpatriano sommariamente persone che considerano adulte, indipendentemente dall’età dichiarata. Nel 2018, su 2.600 giovani che si sono dichiarati minorenni, solo il 14% di loro è stato riconosciuto come tale. Dall’autunno del 2018, meno di un giovane su 10 è stato riconosciuto minorenne (Dossier statistico immigrazione, 2018).

Questa percentuale di giovani esclusi dal sistema è costantemente aumentata nel tempo.

Violazioni del diritto internazionale

Sono tante, troppe, le violazioni del diritto internazionale al confine italo-francese:

  1. Violazione da parte di Italia e Francia dell’articolo 13 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, che stabilisce che “ogni persona ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale”, anche quando la violazione sia stata commessa da ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.
  2. Violazione da parte della Francia dell’art. 4 del protocollo IV Cedu e dell’art. 19 della Carta Fondamentale dei Diritti dell’Ue che vietano “le espulsioni collettive di stranieri”.
  3. Violazioni degli artt. 20-21-22-23-24-27 del Codice Frontiere Schengen, riguardanti il divieto di ripristino dei controlli sistematici e la durata di un eventuale periodo di eccezione.
  4. Violazioni da parte della Francia del Regolamento Dublino per il respingimento di minori stranieri non accompagnati e di richiedenti asilo;
  5. Violazione della Convenzione di New York per i diritti del fanciullo e dell’art. 47 Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
  6. Violazione della direttiva rimpatri (Dir. 2008/115/CE) in materia di respingimenti, nella parte in cui si prevede la necessità di rispettare il diritto di difesa, il diritto a una mediazione linguistica, il diritto alla conoscenza effettiva dei provvedimenti adottati dall’autorità competente.
  7. Violazione dell’art. 6 della Direttiva Procedure 2013/32/UE sull’iter per il riconoscimento della protezione internazionale.

(Dossier statistico immigrazione, 2018 – Pietro Barabino)

L’Europa non può continuare a voltarsi dall’altra parte.

Nonostante tutto…

Nonostante tutto, l’espressione e la festa di chi arriva dall’altra parte non hanno prezzo, non possono essere raccontate. Sono ignari della situazione altrettanto dura che li aspetta in Francia. Il loro sguardo, quello di chi è riuscito a passare il tortuoso confine italo-francese racconta l’insopprimibile volontà di costruirsi il proprio destino.

Il motore che muove chi migra è la ricerca della felicità. Molti saranno respinti, sfruttati, rispediti alla casella di partenza. Ma il sogno resta: riappropriarsi della possibilità di un futuro migliore.

(Davide Rostan, Pastore valdese e alpinista)

Giulia Chiapperini 

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