Con un preavviso solo del giorno prima, rifugiati del Cara di Castelnuovo di Porto, solo a pochi km da Roma, sono deportati senza sapere neppure la destinazione.
Centinaia di rifugiati sono costretti ad andare via dal Cara di Castelnuovo di Porto o sono lasciati in mezzo a una strada senza aiuto né sostegno, senza una comunicazione su dove saranno portati.
I 535 migranti del Cara di Castelnuovo, 401 uomini, 120 donne e 14 bambini, sono tutti richiedenti asilo in attesa del giudizio delle commissioni o dell’emissione del permesso di soggiorno, altri ancora sono “diniegati” che aspettano l’esito del ricorso. Alcune centinaia sono stati deportati oggi.
Per la prima volta la comunicazione della deportazione improvvisa è arrivata direttamente dal Ministero dell’Interno, che non ha avvisato sulle destinazioni, né le strutture né le città. Si conoscono solo le regioni: Toscana, Umbria, Lombardia.
Dolore E Sgomento Di Tutti
Il Cara di Castelnuovo di Porto è una struttura che in questi anni ha ricevuto riconoscimenti – dall’Acnur a Migrantes – per la qualità dell’accoglienza e i percorsi avviati di integrazione.
La decisione addolora tutti, dalla Cooperativa Auxilium che lo gestisce dal 2014, al Comune di Castelnuovo, a Cgil, Cisl e Uil, ai residenti. Positivo il rapporto col paese, grazie ai lavori socialmente utili di 80 ospiti, impiegati nelle pulizie stradali e nella cura del verde.
Le Disumane Conseguenze Del Decreto Sicurezza
Per Antonio Amantini della Fp-Cgil di Roma e Lazio l’operazione:
«Ha tutto l’aspetto di un vero e proprio blitz del Viminale»
Il Cara di Castelnuovo subisce le disumane conseguenze del Decreto Sicurezza: presto tutti i profughi ospitati verranno portati via. Tranne qualche decina di titolari di permessi umanitari, gli altri finiranno direttamente sulla strada, perché per loro non è più prevista alcuna assistenza.
Un Dramma Umano E Occupazionale
Gravi anche le conseguenze occupazionali per i 120 operatori, tutti a tempo indeterminato. La stima è quella di circa 18 mila posti che saranno cancellati, secondo la cooperativa InMigrazione
Cgil, Cil e Uil ora annunciano lo stato di agitazione del personale e un presidio sotto il Ministero del Lavoro e Sviluppo economico per il 24 gennaio, con il personale delle Coop Auxilium, Siar e azienda Itaca. Al Cara lavorano dagli addetti alle pulizie ad assistenti sociali, psicologi, medici, mediatori linguistici, insegnanti.
Indignazione e Mobilitazioni
Diversi interventi di profonda indignazione come quello del sindaco di Castelnuovo, Riccardo Travaglini:
«Il modello d’integrazione funzionava: uno dei primi atti, dopo il grande caos di “mafia capitale”, è stato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Prefettura per progetti culturali e di volontariato (museo di arte e mestieri, rassegne fotografiche, corsi di teatro), ma soprattutto per l’inserimento scolastico dei bambini, che da domani saranno costretti a lasciare aula, maestre e compagni senza sapere dove andranno e cosa li aspetta».
L’assurdità della mancanza di umanità, così come la totale assenza di comunicazione sono preoccupanti.
Ci sono donne vittime di violenza con bambini, bambini che devono interrompere gli studi.
Chi deve lasciare il lavoro. Chi verrà portato via perderà il diritto di difendersi perché l’avvocato è di nomina regionale.
Una marcia silenziosa di nessun colore politico si oppone alla decisione inumana della deportazione.
Mobilitate associazioni, sindacati, gruppi parrocchiali e residenti contro una tale disumanità. Sarà l’unico giorno in cui i riflettori saranno accesi anche su chi non è d’accordo. E si mobilitano anche i ragazzi delle scuole che non vedranno più i loro compagni che si stavano integrando, dopo essere fuggiti da guerre e violenze.
Opporsi e mobilitarsi contro una tale disumanità è un dovere morale di tutti.
Elvira Lamanna