La California è il primo Paese al mondo a mettere al bando le pellicce
Lo Stato americano ha approvato una legge che vieta la produzione, il commercio e l’acquisto di qualsiasi articolo di pellicceria.
La legge che mette al bando le pellicce
Tale legge, firmata dal governatore Gavin Newsom e nata da una lunga diatriba tra Senato e Assemblea, entrerà in vigore il primo gennaio 2023. La normativa prevederà sanzioni piuttosto severe per i suoi trasgressori. Ogni singola pelliccia prodotta o commercializzata costerà una multa di ben 500 dollari, che diverranno 750 in caso di reiterazione entro l’anno e 1.000 in caso di recidiva.
A partire dal 2023, nello Sato della California sarà quindi espressamente vietato produrre, vendere o acquistare articoli in pelliccia, siano essi capi d’abbigliamento, scarpe o accessori.
Questa legge è una delle più stringenti a difesa dei diritti degli animali, a favore dei quali il governatore Newsom ha anche firmato un pacchetto di importanti norme volte a porre fine al crudele destino riservato a moltissime di queste creature. In particolare, il divieto riguarda anche l’utilizzo di animali all’interno dei circhi (con l’eccezione di cavalli, gatti e cani). Il rodeo, invece, sarà una pratica ancora autorizzata, come pure la lavorazione di pellami di cervo, pecora, bovino o capra e l’imbalsamazione degli animali.
L’approvazione della legge che mette al bando le pellicce fa della California uno Stato all’avanguardia nel delicato ambito delle tematiche ambientali
Se l’iter legislativo aveva preso il via nel dicembre del 2018 con la proposta di legge AB44, a precedere e seguire la sua approvazione sono stati altri provvedimenti, anch’essi legati ai temi sull’ambiente. Tra questi, il divieto di usare trappole e tagliole per la cattura di animali selvatici da pelliccia.
La tendenza fur-free domina ormai da tempo il mondo della moda.
Il sentimento animalista ha invaso anche le passerelle. Moltissimi sono gli stilisti a fare a meno delle pellicce degli animali nelle loro creazioni. Nomi internazionali quali Prada, Michael Kors, Versace, Burberry, Jean Paul Gaultier, Gucci e John Galliano hanno intrapreso questa strada.
Inoltre, durante l’ultima settimana della moda di Parigi, Stella McCartney – attivamente impegnata nella riduzione dell’impatto sull’ambiente da parte dell’industria del fashion – ha presentato “Koba”, la prima pelliccia biologica, ecologica e sostenibile. La produzione avviene utilizzando ingredienti vegetali e poliestere riciclato (ciò permette il riciclo della pelliccia stessa). La stessa è, poi, realizzata mediante processi produttivi che riducono del 63% i gas serra dei convenzionali materiali sintetici.
Il divieto di allevare animali da pelliccia è stato approvato in diversi Paesi del mondo, tra cui Giappone, Serbia, Slovenia e Norvegia. Inoltre, sono molti gli Stati in cui si vietano l’importazione e la vendita di alcuni tipi di pellicce (ad esempio quella di foca in India e quella di visone in Nuova Zelanda).
L’Italia è ancora lontana dall’applicazione di una regolamentazione di tipo fur-free, ma ormai quella della pelliccia è una tendenza drasticamente in calo, come testimoniano i dati forniti dall’Associazione Italiana Pellicceria. Il rispetto per il mondo animale, unito all’esigenza di adottare stili di vita che ben si armonizzino con i sistemi del mondo naturale, sta liberando l’industria della moda – sempre più green – da una vecchia e macabra usanza.
Annapaola Ursini