L’AIFA ha ha deciso che i farmaci ormonali per i transessuali saranno gratuiti su tutto il territorio nazionale. Il dissenso di alcune forze politiche.
AIFA: i farmaci ormonali per le persone transgender saranno a carico dello Stato. Dal primo ottobre le persone che hanno ricevuto la diagnosi di disforia di genere potranno ricevere gratuitamente le cure ormonali, che saranno a carico del Sistema Sanitario Nazionale. La decisione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 30 settembre ed è entrata in vigore il primo ottobre.
Facciamo chiarezza
Cosa si intende con il termine “transessualità”? La parola fa riferimento a un soggetto che non si riconosce nel genere del proprio sesso biologico. A questo concetto si collega la definizione di disforia di genere, che indica uno stato di malessere persistente per il sesso assegnato alla nascita. Fino al 2019 la disforia di genere è stata considerata un disturbo dell’identità di genere, stigmatizzata come malattia mentale. Le nuove linee guida dell’OMS hanno segnato un passo avanti nell’accettazione delle persone transessuali.
La decisione
Finora la gratuità della terapia farmacologica delle persone transgender era garantita solo in alcune regioni e province. La Toscana è stata la prima nel 2006, dal 30 settembre anche l’Emilia-Romagna ha deciso di intraprendere la stessa iniziativa.
Un orizzonte di civiltà a cui una società deve necessariamente tendere.
Così ha dichiarato Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia-Romagna. Il messaggio è chiaro: diritto alla salute per tutti. Gli avversari politici non sembrano, però, essere d’accordo. Fa discutere il fatto che la misura, in vigore dal primo ottobre in tutta Italia, coinvolga anche i minorenni. Anche per quest’ultimi vale il diritto di assistenza gratuita alla terapia ormonale, previa diagnosi di disforia di genere. Basterà il consenso dei genitori o del tutore legale.
Non possiamo stare fermi davanti a tutto questo.
Replica Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia. Anche dal fronte leghista c’è mancanza di entusiasmo. Gli esponenti regionali del Carroccio affermano che, in piena emergenza sanitaria, le priorità sarebbero altre. Eppure, nonostante le polemiche, a livello nazionale anche l’Arcigay strizza l’occhio alla decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. A prescindere dalle esigenze dettate dalla pandemia sono in molti a ritenere che questa sia, di fatti, una vittoria per i diritti civili e una misura di civiltà.
Maria Cristina Odierna