L’AI è diventata il nuovo trend del capitalismo. Tra i Paesi dell’ex blocco sovietico con l’economia che è cresciuta maggiormente nel corso degli anni, anche la Polonia ora guarda all’intelligenza artificiale con la recente dichiarazione da parte del governo di voler investire in tale risorsa nel settore pubblico. Il Paese riuscirà a tenere fede alle proprie ambizioni? E soprattutto, una tecnologia così controversa è la strada giusta in un mondo sempre più automatizzato e in preda alla disoccupazione?
Negli scorsi giorni, il ministro della Difesa Władysław Kosiniak-Kamysz e quello degli Affari Digitali Krzysztof Gawkowski hanno firmato una lettera d’intenti con lo scopo di accrescere gli sforzi e le competenze della Polonia nell’ambito dell’intelligenza artificiale. In particolare, si pianifica di investire 1 miliardo di złoty (circa 230 milioni di euro) nello sviluppo di questa tecnologia, a cui si accompagna la creazione di un Artificial Intelligence Fund, i cui piani di spesa saranno presentati all’inizio del nuovo anno.
La Polonia vuole crescere notevolmente in ambito economico al fine di competere con le grandi potenze occidentali e questo ambito sembra proprio il terreno su cui si giocherà la leadership dell’economia mondiale nei prossimi anni. Infatti, come dichiarato dallo stesso Gawkowski:
L’intelligenza artificiale è indispensabile oggi, sia nel contesto economico che in quello della sicurezza. Ma è fondamentale che essa venga utilizzata in modo sicuro e responsabile […] Il Fondo sarà una solida base per l’economia polacca, da cui potranno trarre beneficio i piccoli e medi imprenditori […] Questo è un giorno molto importante per una Polonia sicura ed economica. Non c’è futuro per nessuno dei due senza l’intelligenza artificiale e ciò può determinare il vantaggio competitivo della Polonia, la sua sicurezza e lo sviluppo economico.
Con il supporto di diverse istituzioni, il Fondo mira a sviluppare le linee guida per l’implementazione dell’artificial intelligence e creare diversi progetti nel settore pubblico, oltre che occuparsi dell’allocazione dei fondi e sottoporre lo sviluppo del mercato al monitoraggio. Sono poi previsti 69 milioni di euro aggiuntivi per la costruzione di una fabbrica ad hoc nella città di Cracovia.
Tale risorsa potrebbe aiutare le amministrazioni pubbliche polacche a migliorare la loro infrastruttura digitale e a creare un enorme valore pubblico, attraverso la riqualificazione del proprio personale e lo sviluppo di un nuovo quadro normativo per quanto riguarda l’accesso a risorse e dati.
Questo si aggiunge al consolidamento del progetto lanciato lo scorso anno e denominato PLLuM (Polish Large Language Model), con l’obiettivo di creare un modello linguistico polacco di grandi dimensioni simile a ChatGPT. Il modello sarà completamente gratuito e aperto sia alla pubblica amministrazione che alle aziende private. Ciò potrebbe aumentare significativamente la popolarità della lingua, della cultura e della scienza polacca, facendo del Paese un esempio di eccellenze in Europa e nel mondo.
Un ambiente tecnologico in fermento
Quello verso l’intelligenza artificiale non è un interesse nuovo per la Polonia: nel Paese operano già più di 200 imprese (circa il 30% delle aziende totali del Paese) nel settore, tra cui spiccano Amazon, Samsung e Intel. L’80% di queste ha messo in luce l‘impatto positivo connesso al valore aziendale e al risparmio dei costi, grazie anche ai numerosi benefici fiscali.
L’implementazione dell’oggetto in questione spazia dall’ambito sanitario a quello logistico, fino al settore dei media e a quello della sicurezza. Questo si deve anche all’alto numero di professionisti (matematici, ingegneri, scienziati, ecc…) presenti nel Paese e preparati da alcune università tra le più prestigiose in Europa – non a caso, gli sviluppatori polacchi si classificano terzi a livello mondiale.
Lo scorso anno l’adozione dell’artificial intelligence in Polonia è cresciuta del 36%, con la potenzialità di sbloccare altri 576 miliardi di złoty per l’economia entro il 2030.
Simbolo dell’avanguardia polacca in questo ambito è stata la creazione di una stazione radiofonica gestita quasi interamente dall’intelligenza artificiale, che però è stata chiusa poco dopo proprio a causa delle polemiche che ha suscitato.
Tra problematiche di sicurezza e controversie etiche
Quello di Radio Kraków è un primo esempio delle contraddizioni insite in questa tecnologia, sempre più visibili in Polonia come altrove. Infatti, molti dipendenti della radio hanno dichiarato di essere stati licenziati per far spazio ai programmi AI. L’automatizzazione delle professioni sarà uno dei problemi maggiori del futuro che si prospetta davanti a noi, andando a scontrarsi con una disoccupazione già crescente – questo potrebbe essere lesivo soprattutto per le donne (che in Polonia costituiscono circa il 28% dei lavoratori altamente esposti all’automazione), oltre che impedire ai giovani l’accesso al mondo del lavoro.
A suscitare dubbi sono anche le problematiche legate al copyright e alla proprietà intellettuale, a cui si sommano la questione della privacy e della trasparenza. Proprio per questi motivi, è necessario investire in modo massiccio nella ricerca al fine di creare una tecnologia responsabile e affidabile, come più volte dichiarato anche dallo stesso ministro Gawkowski.
Inoltre, ad oggi questa tecnologia riproduce gli stessi pregiudizi e discriminazioni con cui viene addestrata: sono ancora moltissimi i dati con cui viene sviluppata questa risorsa che contengono al loro interno sessismo e razzismo, per non parlare del fatto che dietro questi programmi si celano soprattutto uomini, ovviamente carichi di bias.
Il quadro polacco diventa ancora più complesso se si pensa che il Paese intende investire anche in campo della sicurezza e della difesa: la Polonia è diventata il Paese più attaccato al mondo, con oltre 1.000 attacchi informatici contro aziende e organizzazioni ogni settimana. Il 71% delle aziende nel settore militare ha già integrato la tecnologia Al per rispondere alle minacce e prevede di aumentare i fondi destinati a ciò.
Il fatto che il governo polacco guardi al settore militare è abbastanza allarmante, soprattutto alla luce di un aumento delle spese nell’ambito della difesa da parte del premier Donald Tusk. Ciò fa suscitare numerosi interrogativi sull’andamento del vicino conflitto tra Russia e Ucraina, oltre che sulle risposte che il Paese potrebbe lanciare in seguito ad altre invasioni del suo spazio aereo.
Anche se ancora non si sa se i fondi saranno sufficienti per lo sviluppo di tale risorsa tecnologica, la Polonia necessita di un’attenta analisi delle conseguenze dell’AI sul proprio mercato del lavoro e la creazione di guidelines per regolarizzarne gli aspetti morali se vuole diventare realmente un colosso mondiale in questo campo.
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