Agricoltura tecnologica: verso la robotica

agricoltura tecnologica

I nuovi orizzonti dell'agricoltura tecnologica

L’agricoltura tecnologica mostra la sua nuova immagine: tra il risparmio idrico e la robotica si figurano i nuovi orizzonti.

Si è conclusa da pochi giorni l’esperienza di un evento «verticale» che ha schiuso nuove opportunità e pare averle rese possibili: Fieragricola TECH, un programma che analizza l’agricoltura e la tecnologia da un punto di vista che vede lontano.

Corre l’anno 1898 e a Verona nasce la Fiera dei cavalli, mezzi di trasporto allora insostituibili. In poco tempo tra piazza Bra, via Pallone e piazza Cittadella si fatica a camminare quando, ogni sei mesi, ricorre la manifestazione. Le macchine cominciano a tastare il terreno agricolo, e la rassegna si trasforma nella Fiera dell’innovazione del settore primario. Si espande in Marocco, in Egitto, in Brasile nel 2018 e in Cina nell’anno successivo.

Una fiera «TECH»

Fieragricoltura TECH è la versione 2.0 della loro storia, lanciata quest’anno e già pronta ad organizzare le nuove date del 2024. Un incontro di grande successo tenuto al Centro Congressi Palaexpo di Veronafiere, tra l’1 e il 2 febbraio, che ha ospitato Espositori (aziende espositrici di macchinari, prodotti e altre tecnologie di ultima generazione) e Visitatori (chiunque volesse partecipare) in continua interazione tra loro, accompagnanti da decine di riunioni tenute da professionisti del settore.

Tra i diversi temi trattati, i più significativi: l’agrivoltaico e il risparmio idrico con sensori, il connubio tra robotica e agricoltura, il benessere degli animali attraverso le nuove tecnologie, la conservazione del suolo attraverso processi sostenibili.

Perché la tecnologia?

L’agricoltura intensiva nasce dall’idea di sfruttare quanto più possibile le potenzialità del terreno, riducendo la varietà delle colture per ottenere e sostenere una massificazione delle richieste di mercato. Si tratta di un’autentica strategia economica il cui orientamento dipende dalla domanda del consumatore e delle industrie produttrici di beni primari. Deforestazioni, banchinamenti dei corsi d’acqua e dissodamenti dei terreni incolti sono solo alcune delle pratiche più utilizzate.

Le conseguenze non hanno tardato ad esprimersi.

Lo sfruttamento della terra ha cominciato a danneggiare la fertilità della natura e il ritorno alla biodiversità si è fatto un’esigenza inevitabile. È questo allora il senso di un’agricoltura tecnologica verso la robotica: il ripristino del suolo attraverso l’ascesa del futuro, che non si fa un ritorno al passato, ma una sua ottimizzazione.

L’orto 4.0

È interessante menzionare una delle novità che ha partecipato a Fieragricoltura TECH: l’orto 4.0, proposto dall’associazione Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti), fondata da Paolo Bonomi nel 1944. Questa nuova rete di innovazioni ragiona sull’elemento portante della coltivazione: l’acqua. Per rieducare e risanare i terreni, è indispensabile ottenere il controllo sul grado di umidità, sulle precipitazioni e in generale sulle condizioni meteorologiche dei raccolti, nonché sull’intervento di altri agenti esterni. A questo scopo, le soluzioni proposte e adottate: sistemi di irrigazione automatizzati e controllati tramite smartphone, trappole hi-tech con sistema fotografico integrato per i parassiti e simpatici robot contadini.

Oz e la magia robotica

È alto 83 centimetri e pesa 150 chili, corre ad una velocità di due chilometri all’ora e pascola nelle serre aiutando nelle attività di semina, irrorazione e raccolta. Il robot Oz conquista i campi con la sua efficienza e ricettività, dinamico e perfetto per muoversi sui terreni, grazie alla sua forma di mini trattore.

Una domanda, o forse un dubbio, affiora nelle menti di alcuni. Se nella nuova agricoltura esistono già delle macchine che sono in grado di sostituire almeno parte del lavoro di un essere umano, quale strada imboccherà il destino dei mestieri? Che volto assumerà il comportamento umano in relazione a sé stesso, ai suoi simili e a queste realtà così diverse – ma decisamente vicine – dal nome Intelligenze artificiali?

Il tempo sembra dilatarsi e restringersi contemporaneamente, davanti all’accelerazione della digitalizzazione da una parte, e rispetto all’andamento del progresso dall’altra, che per ottenere solidità ha bisogno di tentativi per il successo.

Ma la speranza, in qualità di esseri umani, risiede nella volontà di migliorare il mondo.

Restiamo connessi.

Elena Nati

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