Ci sono voluti due anni, ma alla fine CasaPound di Bari dovrà rispondere dell’aggressione di stampo squadrista commessa nel 2018 dopo la manifestazione “Mai con Salvini”.
Perché il fascismo è sempre un reato.
Aggressione di stampo squadrista: cos’è accaduto nel 2018
È il 21 settembre del 2018, e al quartiere Libertà di Bari si scatena una vera e propria aggressione di stampo squadrista. I militanti colpiscono con cinghie e tirapugni in acciaio. Le vittime sono cinque persone che tornavano a casa, intorno alle 22, dopo la manifestazione antirazzista “Mai con Salvini”.
E pensare che ai manifestanti non era stato neppure consentito di passare in corteo da quella via, deviando il percorso. Chiara manifestazione di democrazia, da parte del comune, o sbaglio?
Un dettaglio: l’aggressione è avvenuta quando la manifestazione era ormai terminata. Proprio nel quartiere – il Libertà – visitato la settimana precedente dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E sempre qui, nei mesi scorsi, era stata avviata una petizione per cacciare “gli immigrati irregolari”, a cui avevano aderito anche esponenti della Lega.
Intimidazione?
Le testimonianze
Eleonora Forenza, europarlamentare barese, raccontava così l’aggressione di stampo squadrista:
“Stavamo tornando dalla manifestazione quando abbiamo incontrato una donna eritrea con un passeggino. Era spaventata perché in via Eritrea, dove c’è la sede di CasaPound, un gruppo di persone l’aveva bloccata. In questo quartiere non è facile avere la pelle scura. Noi ci siamo allontanati e ci hanno rincorso; ci hanno aggredito con cinghie e cazzottiere: una squadra fascista ci ha inseguito e picchiato, tra passeggini e bambini. Eravamo inermi abbiamo cercato di scansare i colpi”.
Aggressione di stampo squadrista: il Comune di Bari è parte civile nel processo
Se ci fossero ancora dubbi sulla provenienza “ideale” di CasaPound, e sulla sua concezione criminale dello stare al mondo, è la stessa tartaruga frecciata a fornire regolarmente lumi.
Ecco un post pubblicato circa un anno fa sulla pagina Facebook dell’organizzazione:
“Con le radici nel passato, la testa nel presente e lo sguardo rivolto al futuro.”
Ci sono voluti due lunghi anni. Eppure alla fine CasaPound di Bari dovrà rispondere dell’aggressione di stampo squadrista compiuta nel settembre 2018. La sede era già stata sequestrata: utilizzata come base operativa per spedizioni squadriste, e come rifugio a “missione” compiuta.
Perché il fascismo è sempre un reato. L’aggressione di CasaPound è squadrista. E l’uso della violenza come metodo di lotta politica deve essere condannato.
Il Comune di Bari, adesso, si costituirà parte civile nel processo ai militanti accusati di aver riorganizzato il partito fascista, usando “il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica”. Lo ha deciso la giunta comunale che chiederà il risarcimento dei danni subiti.
In particolare, in violazione degli articoli 1 e 5 della legge Scelba (645/1952), rispettivamente “riorganizzazione del disciolto partito fascista” e “manifestazioni fasciste”, i 28 imputati saranno processati dal Tribunale di Bari “per aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista”.
Inoltre, la Procura di Bari contesta a dieci di loro anche il reato di lesioni personali aggravate.
Giulia Chiapperini