L’ageismo è una forma di discriminazione pervasiva che incide profondamente sulla qualità della vita delle persone. Ma quali sono le implicazioni specifiche nel mondo del lavoro e delle politiche sociali? L’ageismo, come conseguenza, ha un impatto significativo sulla salute mentale e fisica, limitando le opportunità e isolando socialmente le persone. L’interiorizzazione degli stereotipi legati all’età può accelerare i processi di invecchiamento e ridurre la qualità della vita.
Cos’è l’ageismo e come si manifesta?
Coniato negli anni ’70, il termine ageismo indica un insieme di atteggiamenti, pregiudizi e stereotipi legati all’età. Questi possono manifestarsi in diversi modi. A livello strutturale, attraverso leggi e politiche che svantaggiano determinate fasce d’età. A livello relazionale, creando divisioni e pregiudizi tra generazioni. A livello individuale, influenzando l’autostima e la percezione di sé.
L’ageismo può avere anche una conseguenza a livello digitale, ovvero la discriminazione legata all’uso delle tecnologie, è un fenomeno in crescita, che colpisce soprattutto gli anziani, ma anche i giovani percepiti come meno esperti.
Youngism e ageismo di genere: due facce della stessa medaglia
Se l’ageismo classicamente si riferisce agli anziani, il termine “youngism” indica la discriminazione verso i giovani adulti, spesso considerati immaturi o incapaci. Inoltre, le donne sono particolarmente colpite dall’ageismo, subendo discriminazioni legate sia all’età che al genere.
Per contrastare l’ageismo è necessario un approccio multidisciplinare e di intersezionalità. Sicuramente necessaria è l’ educazione e la sensibilizzazione. Promuovere una cultura del rispetto per tutte le età, nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Questo deve essere accompagnato dalle politiche inclusive, quindi la capacità di creare leggi e politiche che combattono la discriminazione basata sull’età, e l’uso di un linguaggio inclusivo, evitando dunque stereotipi e pregiudizi nel linguaggio quotidiano.
In questo modo si stimolerà una collaborazione intergenerazionale, vista sia come mezzo che come obiettivo della lotta all’ageismo, per favorire lo scambio e la collaborazione tra persone di età diverse.
Un appello all’azione
Il “Manifesto Europeo contro l’Ageismo” lanciato da Fondazione Longevitas rappresenta un importante passo avanti. È fondamentale che istituzioni, aziende e società civile si impegnino a combattere l’ageismo, promuovendo una società più equa e inclusiva per tutti.
Si impegna a combattere l’ageismo nella vita quotidiana quindi ogni forma di discriminazione nel mondo del lavoro. Gli anziani e i giovani adulti sono spesso discriminati nelle procedure di selezione, basate su stereotipi legati all’età. Gli anziani vengono percepiti come meno produttivi o meno adatti alle nuove tecnologie, mentre i giovani sono considerati troppo inesperti.
Le donne, in particolare, subiscono una doppia discriminazione, dovuta sia all’età che al genere. Spesso si trovano a confrontarsi con i classici soffitti di cristallo che limitano la loro progressione di carriera e che le costringono a ruoli meno prestigiosi.
Le vittime possono subire molestie e comportamenti discriminatori sul luogo di lavoro – i così detti mobbing e harassment, che possono avere gravi ripercussioni sulla loro salute mentale e fisica. Le conseguenze sono sia a livello personale che lavorativo per ciò che riguarda la collettività: l’allontanamento precoce dal mondo del lavoro di persone esperte comporta una perdita di competenze e conoscenze preziose per le aziende.
Politiche sociali e aziendali per contrastare il fenomeno
Per affrontare il problema dell’ageismo, è necessario un impegno congiunto da parte di governi, aziende e società civile. Alcune possibili azioni sono quelle di rafforzare le leggi che tutelano i lavoratori da discriminazioni legate all’età e garantire meccanismi efficaci di tutela e denuncia. In contemporanea, anche nel mondo del lavoro, è importante operare attraverso campagne di comunicazione per sfatare gli stereotipi legati all’età e promuovere un’immagine positiva dell’invecchiamento.
In questo modo, cambierebbero le relazioni interpersonali , con un miglioramento e la creazione di un senso di appartenenza più forte. Le aziende che promuovono l’inclusione attirano e trattengono i migliori talenti, indipendentemente dall’età, oltre ad avere un’immagine più positiva e attraente per clienti e investitori.
L’ageismo è un problema complesso e paradossale che richiede soluzioni a lungo termine. È fondamentale che tutti i soggetti coinvolti – istituzioni, aziende, società civile – lavorino insieme per creare un mondo in cui le persone siano giudicate per le loro capacità e non per la loro età.