A un anno dal suo insediamento alla carica di presidente dell’Unione Africana, Macky Sall ha segnato le tappe del multilateralismo del continente, intriso di tutte quelle contraddizioni che accompagnano la questione africana degli ultimi anni: i rapporti con la Russia, la Cina e l’Occidente.
Il 5 febbraio 2022 Macky Sall, Presidente della Repubblica del Senegal, diviene Presidente dell’Unione Africana (Ua). A neanche un mese dal suo insediamento, il 24 febbraio, la Russia invade le regioni del Donbass. È l’inizio di un conflitto che avrà pesanti conseguenze sul piano globale, ma ancor più gravi saranno gli effetti prodotti sul continente africano.
Il 31 maggio 2022, invitato alla riunione del Consiglio Europeo, Sall presenta una situazione allarmante: un crollo tra il 20% e il 50% dei raccolti di cereali sul continente causato dall’aumento dei prezzi di fertilizzanti e carburanti.
Nell’ottica del medesimo allarme, venerdì 3 giugno 2022, a Sochi sul Mar Nero, Macky Sall incontrerà Vladimir Putin. Riconoscendo gli stati africani quali “vittime economiche” del conflitto russo-ucraino, Sall ha posto l’accento sulla crisi dei fertilizzanti e sullo svincolo degli stock di cereali.
Per capire in che direzione vadano questi rapporti basti pensare che nel 2022 i commerci tra Mosca e il continente africano sono cresciuti del 34%.
Non solo la Russia, anche la Cina ha riconosciuto lo stretto legame che la lega all’Africa e al Senegal. Nell’ambito del F.O.C.A.C. (Forum on China-Africa Cooperation) i rapporti tra Xi Jinping e l’Unione Africana si sono ulteriormente corroborati durante il mandato di Sall. Il 15 novembre 2022, infatti, i due leader si sono incontrati a Bali dove entrambi hanno sottolineato i grandi progressi maturati dalla cooperazione.
Particolarmente apprezzato da Macky Sall è il supporto offerto dalla Cina nella candidatura dell’Unione Africana a membro del G20.
È proprio nell’ambito della candidatura al G20 che Sall ha segnato un’importante tappa per lo sviluppo politico e geopolitico dell’Ua. In un’intervista alla TV nazionale del Senegal, Sall ha infatti sottolineato l’importanza di includere nel G20 un nuovo stato africano, dopo il Sudafrica, se non addirittura l’intera Unione Africana. Ha ribadito, in un articolo pubblicato su Le Monde, l’importanza cruciale dell’ingresso dell’Unione africana come membro del G20, spiegando che con l’ingresso del solo presidente della Commissione Ua «il G20 arriverebbe a rappresentare le opinioni di 54 membri aggiuntivi, la maggior parte dei paesi a basso reddito e l’80% della popolazione mondiale.»
Le tragedie del secolo scorso e quelle attualmente in corso nel mondo riflettono i pericoli e l’inutilità di approcci frammentati e di politiche “win-lose”. Come capo di stato, ho visto il costo delle tensioni internazionali pagato dalla “gente comune” e i benefici di una collaborazione tra paesi
Il multilateralismo di Macky Sall viene dunque a configurarsi come la questione nevralgica del suo mandato, in un contesto in cui l’Africa risulta sempre più centrale nelle dinamiche politiche mondiali.
Il mandato di Sall, ormai concluso, lascia un’Africa immersa in una prospettiva globale. Il nuovo presidente dell’Ua, Azali Assoumani, già presidente dell’Unione delle Comore, dovrà confrontarsi con le nuove sfide lanciate dal predecessore, interfacciarsi con i giganti del mondo tenendo la rotta segnata da Sall nella prospettiva dell’indipendenza del continente africano.
Gaetano Alfano