Non più solo digital divide o diritto alla disconnessione, oggi, per affrontare la didattica a distanza bisogna fare i conti anche con cyberbullismo e autoisolamento
Doveva essere la rivoluzione del metodo di insegnamento, invece si è rivelata un’arma a doppio taglio, questa è la DAD. Tutti ormai si chiedono come affrontare la didattica a distanza davanti a tutte le criticità che presenta. Ad esse, già difficili, si aggiungono il cyberbullismo e l’auautoisolamento. Qual è il nesso tra il nuovo metodo di insegnamento e questi due mali sociali con cui bambini e adolescenti si confrontano da sempre? Come fronteggiarli, vista l’assenza fisica degli insegnanti, soprattutto in caso di alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali?
Aumentano i casi di cyberbullismo in seguito alla DAD
Il mondo di internet è sempre stato pieno di insidie, ma, sicuramente, nessuno aveva previsto le difficoltà nell’affrontare la didattica a distanza, a partire dal digital divide. A questo si aggiunge un nuovo termine: diritto alla disconnessione. Infatti, è stato dimostrato che le video lezioni e lo smart working impegnano spesso molte più ore del lavoro in presenza. Ma tutto si poteva immaginare tranne che proprio la DAD potesse essere veicolo di minacce e violenze psicologiche che, in automatico, portano i giovani a chiudersi in sé stessi.
A dirlo è un’indagine condotta dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche. L’ente, in collaborazione con Skuola.net, ha constatato che uno studente su 8 è stato vittima di Cyberbullismo, mentre il 68% si è chiuso in se stesso. Ciò non è assolutamente un caso! Numerosi e recenti studi di pedagogia hanno evidenziato l’importanza per gli adolescenti delle relazioni online, tanto quanto quelle “in presenza”. Ciò può essere costruttivo quando vi è un bilanciamento. Inevitabilmente, con il lockdown e la DAD le prime hanno superato le ultime. Tuttavia, viste le poche attività di sensibilizzazione sull’argomento, il bullismo digitale è aumentato vertiginosamente. Inoltre, avendo una sfera sociale ridotta al collegamento in rete, gli adolescenti hanno anche manifestato episodi di autoisolamento e depressione. Eppure, per affrontare queste problematiche, proprio la stessa didattica a distanza dovrebbe essere d’aiuto, incentivando attività mirate alla conoscenza dell’ambiente digitale.
Si può affrontare il cyberbullismo e l’isolamento tramite didattica a distanza?
La legge 107/2015, detta anche Buona Scuola, ha tra i suoi pilastri il Piano Nazionale per la Scuola Digitale. Si tratta di un documento che punta sull’introduzione delle nuove tecnologie ed è pensato per estendere il concetto di scuola dal luogo fisico a spazi di apprendimento virtuali.
A tal proposito, la DAD, altro non dovrebbe essere che la forza motrice dell’apprendimento virtuale, inteso non solo in senso scolastico. Infatti è possibile incentivare attività mirate al riconoscimento ed alla sensibilizzazione alle tematiche del cyberbullismo e dell’autoisolamento anche da remoto. Tali attività si possono realizzare proponendo spunti di discussione, video, articoli di cronaca al fine di lavorare su tre piani:
- cognitivo (per lo stimolo del senso critico);
- emotivo (a promozione della consapevolezza emotiva e dell’empatia);
- etico (per favorire il senso di responsabilità e giustizia).
Gli spunti di riflessione, inoltre, se affrontati con creatività, possono (anzi, dovrebbero) diventare veri e propri trampolini di lancio per un’attività inclusiva, rendendo protagonisti anche gli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali, dato che, purtroppo, proprio loro sono le principali vittime di certi atteggiamenti.
Silvia Zingale