Affluenze in Emilia-Romagna e Umbria: le due regioni al voto

elezioni regionali Lazio e Lombardia - affluenze in Emilia-Romagna e Umbria

elezioni regionali Lazio e Lombardia - affluenze in Emilia-Romagna e Umbria

Le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria rappresentano un momento significativo nel panorama politico italiano, con implicazioni che vanno oltre i confini delle due regioni. Le affluenze in Emilia-Romagna e Umbria alle urne e i risultati attesi riflettono un complesso intreccio di dinamiche locali e nazionali, mettendo alla prova coalizioni, leader e strategie elettorali. Oggi, domenica 17 novembre, dalle 7 alle 23 si voterà nelle due regioni: in Emilia-Romagna si tratta di elezioni anticipate, importanti per capire la sorte della regione dopo le dimissioni di Stefano Bonaccini, dopo l’elezione al Parlamento Ue. In queste elezioni si aspettano circa 4,3 milioni di cittadini per l’elezione dei nuovi Presidenti della Regione.

Un territorio in bilico: i numeri del passato e le sfide del presente

Nonostante la tradizione di roccaforte rossa in Emilia-Romagna, i risultati delle recenti elezioni politiche e amministrative hanno evidenziato un crescente radicamento del centrodestra in alcune aree della regione. In queste ore, basse sono le affluenze in Emilia-Romagna, con dei dati nettamente più bassi rispetto alle ultime elezioni regionali.



Nelle elezioni politiche del 2022, su 16 collegi uninominali, il centrodestra ha prevalso in 10, un risultato mai registrato prima. Anche in Umbria, storicamente vicina al centrosinistra, la destra ha ottenuto consensi significativi. Le elezioni europee del giugno scorso hanno visto una netta affermazione del campo progressista, che ha raccolto il 56% dei voti contro il 40% delle destre.

Anche l’affluenza in Umbria si sta dimostrando di bassa percentuale. Nella seconda regione, si potrà votare disgiuntamente per il candidato presidente e per la lista non associata.

I protagonisti: Schlein e Meloni a confronto

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha investito molte energie nella campagna elettorale, percorrendo entrambe le regioni e cercando di consolidare il ruolo di leader dell’opposizione. Per Giorgia Meloni, invece, queste elezioni rappresentano un test per mantenere il momentum delle vittorie regionali ottenute dalla sua coalizione dopo l’insediamento a Palazzo Chigi. Una doppia sconfitta, soprattutto in Emilia-Romagna, minerebbe la narrativa vincente del centrodestra e potrebbe aprire spazi di riflessione interna alla coalizione.

Le coalizioni e le sfide interne

Il centrosinistra ha puntato su una coalizione ampia, includendo forze civiche e partiti tradizionali, per sostenere Michele De Pascale in Emilia-Romagna e Stefania Proietti in Umbria. Al contrario, il centrodestra, pur presentando candidati competitivi come Elena Ugolini, sta affrontando pressioni interne, con Fratelli d’Italia in ascesa e la Lega in difficoltà rispetto ai risultati storici. In Emilia-Romagna, il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, rinnovato con ampio margine, rappresenta un segnale di forza per la destra, ma rimane da vedere quanto questo trend possa influire su scala regionale.

Affluenza e prospettive

I dati sulle affluenze in Emilia-Romagna e Umbria registrati a mezzogiorno indicano una partecipazione al voto più bassa rispetto alle precedenti regionali, con l’11,57% in Emilia-Romagna e il 9,54% in Umbria. La riduzione dell’affluenza, attribuita anche alla scelta di votare in due giorni, potrebbe giocare un ruolo cruciale nell’esito delle consultazioni. Nelle province emiliane, Bologna e Ravenna registrano i tassi di partecipazione più alti, mentre Rimini segna il dato più basso.

Le implicazioni nazionali: un bivio per le opposizioni

Un’eventuale doppia vittoria del centrosinistra rafforzerebbe Schlein e il progetto di un fronte progressista unito in vista delle prossime politiche, dimostrando che l’alleanza con il Movimento 5 Stelle e altre forze civiche può produrre risultati concreti. Al contrario, una sconfitta in Umbria o in entrambe le regioni complicherebbe ulteriormente il cammino per costruire un’alternativa solida al governo Meloni.

Le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria non rappresentano solo un banco di prova per i leader locali e nazionali, ma un termometro delle tensioni e delle possibilità nel sistema politico italiano. I risultati di queste elezioni del 17 e 18 novembre saranno fondamentali per delineare il futuro delle coalizioni e il peso delle opposizioni nel panorama nazionale.

Lucrezia Agliani

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