Affido culturale: il progetto attivo in diverse città italiane, per permettere a tutti di accedere ai luoghi della cultura.
Quanti bambini non hanno mai assistito a uno spettacolo teatrale, o partecipato a un laboratorio di scrittura o lettura? Non si sono mai inoltrati in quei luoghi misteriosi colmi di scaffali pieni di storie? Quante possibilità ci sono che chi non abbia dimestichezza con questi luoghi perché non li ha mai frequentati, ci porti poi i propri figli? L’Affido culturale è un progetto che potrebbe proporre un’alternativa reale al problema.
L’Affido contro la povertà culturale
La povertà culturale è tra gli ostacoli da superare presenti nell’Agenda dell’Onu 2030, un fenomeno comune a tutti i paesi, anche quelli “civilizzati”. Se guardiamo ai dati, in Italia il 12,5% dei bambini vive in condizioni di povertà assoluta. Indubbiamente, lì dove mancano i bisogni primari è altrettanto difficile garantire un’educazione inclusiva. Lo studio dell’Università di Tor Vergata per Save the Children dimostra infatti che in famiglie in stato di povertà, i bambini non raggiungono le competenze minime nelle principali materie di studio. Tra i bisogni primari dell’individuo c’è senza dubbio però il diritto all’educazione e all’istruzione, che non avviene esclusivamente attraverso la scuola dell’obbligo. Musei, teatri, cinema e biblioteche sono altrettanto importanti per garantire a un bambino di ampliare e rafforzare il proprio bagaglio culturale.
La possibilità di un’educazione inclusiva: l’Affido Culturale
Parte da Napoli ma è già attivo anche a Roma, Bari, Modena e Milano, l’Affido culturale è un progetto finanziato dall’impresa sociale Con i bambini, che sembra proporre una possibilità reale di democratizzazione della cultura. Come avviene per l’affido vero e proprio, due famiglie vengono messe in relazione; quella affidataria in questo caso si fa carico esclusivamente dell’aspetto culturale, dando la possibilità così a coloro che per motivazioni varie non potrebbero permetterselo, di offrire ai propri figli un approccio al mondo della cultura, altrimenti ignorato.
I luoghi interessati sono infatti biblioteche, musei, cinema e teatri, messi a disposizione di famiglie che abitualmente non li frequentano. I bambini ed eventualmente anche i genitori vengono accompagnati dalle famiglie affidatarie in un’esperienza condivisa. Il pagamento avviene in e-ducati, una moneta messa a disposizione delle famiglie attraverso un’apposita app.
Un’apertura al mondo della cultura, da ampliare sempre di più
Un progetto che mette in luce una realtà, quella della povertà educativa, troppo spesso ignorata eppure fortemente diffusa nel panorama italiano attuale; i ragazzi e gli adulti che leggono oggi sono sempre di meno, così come gli avventori di biblioteche. Il progetto è dunque un’opportunità educativa importante, che permetterà di offrire alternative concrete di crescita anche a chi ne verrebbe altrimenti escluso.
Oggi la missione educativa è quasi esclusivamente affidata alla scuola, che è per molti ragazzi la sola finestra sul mondo. Ciò limita fortemente la formazione di coloro i quali arrivano, nel migliore dei casi, solo da adulti a conoscere tutta una serie di strumenti e di mezzi attraverso i quali avere la possibilità di crescere. Una via d’accesso a questi luoghi a partire dalla giovane età significa indubbiamente offrire strade differenti, opportunità maggiori e una maggiore consapevolezza.
E le periferie?
Indubbiamente un progetto che potrebbe svilupparsi e comprendere non solo le grandi città italiane, ma anche e soprattutto quei luoghi spesso completamente abbandonati a se stessi che sono le periferie. Includere anche partener culturali e soprattutto famiglie che non vivono in città sarebbe una grande opportunità. Essi sono spesso emarginati anche e soprattutto a causa del divario economico e fisico che la periferia rappresenta per chi è costretto a spostarsi di vari chilometri per venire a contatto non solo con musei e biblioteche ma con le stesse librerie, lì sempre meno diffuse.
Carmen Alfano