Aeroflot: la compagnia aerea che riduce lo stipendio delle hostess che non sono alte e magre

Alta, magra, con una taglia non superiore alla L, attraente e che rispecchi perfettamente i canoni stabiliti da chi non ha ancora compreso che per svolgere determinati compiti e per ricoprire specifici ruoli, poco importa l’aspetto fisico. Da questo presupposto è stata avviata una vera e propria battaglia legale tra l’Aeroflot, una compagnia aerea russa ed alcune sue assistenti di volo.





Una di loro non solo ha subito lo spostamento sulle tratte nazionali ma a motivo della sua taglia non conforme agli standard indicati, si è vista anche ridurre lo stipendio.

We can do it”, certo: solo se la presenza appaga gli occhi di chi stipula il contratto. “We can do it”, sì: se si rispettano quelle rigorose regole della corporeità come se questa fosse uno strumento, un oggetto modificabile e quotabile. “We can do it”: fin quando forme, misure, peso e altezza non vengono tenute in considerazione più della professionalità e delle capacità di una Lavoratrice.

Nonostante il tribunale abbai respinto le accuse di discriminazione sessuale sollevate da Irina Ierusalimskaia, l’assistente di volo punita a motivo della sua fisicità, la stessa esprime l’intenzione di ricorrere in appello con una sentenza di primo grado, e a quanto sembra non sarà l’unica donna a pronunciarsi al riguardo.





Un’assurdità: continuare a dar voce e spazio a regole, pregiudizi e canoni che frustrano e offendono la Persona che è Corpo; ridurre le possibilità lavorative di coloro cui Corpo non riflette quello che altri ed altre si aspettano; negare il diritto di volare… quasi nel vero senso dell’espressione a donne capaci, preparate ed efficienti perché la bilancia reclama chissà cosa.

Ma quando la considerazione di una persona deriverà dal suo modo di pensare, di comunicare, di esprimersi, di agire, di lavorare e di vivere? Quando la diligenza e il buon senso varranno più del peso e dell’altezza? Quando il sorriso e lo sguardo attrarranno più di un corpo obbediente alle regole della moda? E quando in ambito lavorativo e relazionale, la Persona sarà pensata e rispettata per tutto ciò che è, oltre che per quello che mangia e per i centimetri di altezza che non ha raggiunto?





E in modo particolare, di tutto questo, è vittima la Donna. In un modo o nell’altro, il principale bersaglio è il suo Corpo, la sua Libertà e il suo modo di essere, e di essere felice.

Un augurio ad Irina e alle sue colleghe: che possano spiccare il volo, nonostante tutto.

 

Deborah Biasco

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