Momenti di terrore che lasciano spazio all’amara consapevolezza di un nuovo disastro ambientale.
Questa la sinossi del volo Milano Malpensa-Tokyo, conclusosi con un atterraggio d’emergenza, a pochi minuti dal decollo.
È quanto accaduto ai passeggeri dell’Airbus A330 della compagnia Alitalia, partito ieri sera alle 19:30 dall’aeroporto di Milano-Malpensa, diretto a Tokyo-Narita. In seguito ad alcuni problemi tecnici, l’aereo è stato costretto a ritornare nell’aeroporto milanese, mentre era in volo sul Trentino.
Il dietro front dell’airbus e lo sversamento in mare
Durante la fase di rientro, il piloto ha dovuto effettuare un ampio giro, che si è concluso con il cosiddetto Fuel Dumping; si tratta di una procedura di sicurezza che prevede, in caso di atterraggio d’emergenza, lo svuotamento dei serbatoi, al fine di permettere un atterraggio sicuro e senza conseguenze per i passeggeri.
Tra i passeggeri dell’aereo, vi sono stati attimi di tensione, ma le conseguenze di un’operazione necessaria per alleggerire il velivolo, avrebbero avuto riflesso sull’eco-sistema del luogo.
Le 80 tonnellate di cherosene, che riempivano i serbatoi dell’aereo sono state così riversate nel Mar Ligure, per la precisione nei pressi dell’area di Pelagos, meglio noto come il Santuario dei Cetacei.
Una vicenda che riapre nuovamente il dibattito sui criteri di sicurezza delle compagnie aeree, dopo gli incidenti dei due Boeing 737 Max, ma soprattutto sulla tutela e la cura del patrimonio ambientale italiano. Poiché, se è vero che in questi casi la priorità dev’essere la sicurezza delle persone e la padronanza degli strumenti di bordi che permettano di evitare altre tragedie, le compagnie aeree devono assumersi la responsabilità di riportare l’area contaminata dai propri scarichi, alla sua dimensione naturale.
Lo stesso Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha parlato di seri rischi per l’area interessata e chiede che le istituzioni responsabili intervengano sulla compagnia area, perché sia obbligata a una specifica e meticolosa opera di bonifica.
Fausto Bisantis