Alla viglilia delle tanto attese elezioni del 4 marzo, la città di Pavia si è svegliata in maniera diversa dal solito. Diversi abitanti si sono ritrovati degli adesivi antifascisti attaccati alla porta di casa.
‘Qui ci abita un antifascista’
‘Qui ci abita un antifascista’ questa è la scritta presente sul logo barrato degli adesivi antifascisti. I cittadini sono stati colti completamente alla sprovvista da questo gesto che è un oltraggio nei loro confronti. Molti temono che, chi li ha attaccati, possa tornare presso le loro case per eventuali ‘spedizioni punitive’. Come se qualcuno avesse voluto tracciare un segno sulle porte o sui cancelli di coloro che sono colpevoli di essere antifascisti. Gli abitanti coinvolti in questa vergognosa ‘messa alla gogna’ si sono indignati e hanno risposto per le rime ai provocatori. Il sindaco di Pavia, Massimo De Paoli, ha dichiarato:
“Vi serviranno troppi adesivi per appenderli a tutti i campanelli di Pavia“.
Solidarietà nei confronti della città è stata espressa dal sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, coordinatore de L’Italia in Comune, partito dei sindaci fondato lo scorso 3 dicembre che comprende più di 400 tra sindaci e amministratori locali di tutta Italia. Pascucci ha risposto attaccando un adesivo alla porta del Comune con la scritta “Qui c’è un sindaco antifascista”. Ha così dichiarato in un post:
“Quanto accaduto è inaccettabile qualcuno ha usato il logo dell’antifascismo quasi come un segno intimidatorio. Ma la nostra Costituzione dichiara che siamo una nazione antifascista, ci siamo dovuti sudare la nostra democrazia, il momento più buio della nostra storia è stato quando il fascismo prima e il nazifascismo poi hanno tolto vita. libertà e diritti a tante persone. Il movimento politico L’Italia in Comune esprime una ferma condanna nei confronti dell’ennesimo atto di violenza da parte di chi oggi a Pavia ha riproposto immagini drammatiche con la ghettizzazione degli antifascisti, le cui case sono state marchiate con adesivi vergognoso”.
Chi ha attaccato gli adesivi antifascisti?
Ma chi si cela dietro questo atto? I primi sospetti sono ricaduti su Forza Nuova e CasaPound, che però dice di essere “assolutamente estranea a quanto avvenuto a Pavia“. I cittadini hanno replicato attaccando a loro volta dei cartelli con su scritto: “Signori fascisti, non venite da me, so già da me di essere orgogliosamente antifascista“.
Tra di loro ci sarebbero persone coinvolte in processi a causa di quanto avvenuto il 5 novembre (scontri con la polizia, mentre si svolgeva una manifestazione di CasaPound, Forza Nuova e altri gruppi di estrema destra). Uno dei marchiati dagli adesivi antifascisti è l’assessore alla cultura Giacomo Galazzo, sostenitore dell’Anpi. Ma la maggior parte è completamente estranea al coinvolgimento politico. Sui social hanno lanciato un appello per cercare di capire quanti fossero i ‘marchiati’.
Una signora, in particolare, ha espresso il suo disappunto su Facebook, scrivendo quanto segue:
Stamattina, sotto casa mia, ho trovato questo adesivo. I fasci pensano di intimidire così gli antifascisti e le antifasciste pavesi. Che dire? A parte che l’accusa mi lusinga, che sono antifascista e ne sono fiera, da militante, da donna, da madre, da insegnante. I valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo sono quelli che io devo insegnare perché così è richiesto nei programmi ministeriali. Non so dove vogliano arrivare i fascisti con la loro campagna, forse a non farmi sentire libera di uscire ed entrare tranquillamente a casa mia? Forse di farmi vergognare con i miei condomini per il fatto di essere una cittadina civile che crede nei valori di una costituzione scritta da chi ha fatto la Resistenza? Forse di farmi temere per mio figlio di 13 anni al quale non dico nemmeno di questa intimidazione? Forse di colpirmi in quanto donna sola e militante, fuori dai loro schemi? A questo siamo arrivati grazie al fatto che le istituzioni abbiano lasciato campo libero a questa feccia. Grazie al fatto che la criminalizzazione nei confronti degli antifascisti abbia fatto sentire in dovere certi pennivendoli e pennivendole di scrivere i nostri nomi sui loro giornali. E infine, grazie anche a chi si vuole smarcare da noi dandoci dei violenti o degli imbecilli o dei vanagloriosi o di quelli che se la vanno a cercare o a chi si vanta di aver ripulito le strade di Pavia dai fascisti andando a bere le birre al bar.
In ogni caso, rivendico il mio antifascismo e il mio antirazzismo. Contro questi fanatici seminatori di odio e violenza.
È vero cari fascisti. Qui abita un’antifascista.
Che non è disposta a lasciare a voi strade, piazze, sale.
Le strade saranno sempre nostre!
Non passeranno!
#antifa
Ora, domani si andrà finalmente al voto, si spera che così chiuderemo un capitolo assolutamente indecente per la politica italiana e l’Italia in generale. Purtroppo, i fascisti continueranno ad esserci anche dopo il 4 marzo e, soprattutto, continueranno ad agire con o senza adesivi antifascisti. Cosa si può fare contro i neofascisti? Come arginare un fenomeno così esteso? Al nuovo premier toccherà questa ‘patata bollente’, riuscirà a pelarla?
Carmen Morello