Il leggendario Tobe Hooper
Regista di cult come Non aprite quella porta e Poltergeist, Hooper era una leggenda. Era, perché si è spento ieri, all’età di 74 anni. Le cause del decesso sono al momento sconosciute.
Il regista di origini texane ha lasciato al mondo un’eredità di tutto rispetto. Ogni cinefilo degno di questo nome conosce almeno uno dei suoi film. Insieme a Dario Argento, Wes Craven e John Carpenter (per citarne alcuni) è considerato uno dei personaggi più autorevoli della storia dell’horror.
Dall’insegnamento al cinema
Tobe Hooper insegnò in un’università americana durante gli anni ’60. In seguito, iniziò ad occuparsi di documentari. Girò il suo primo film, The Heisters (un corto della durata di 10 minuti), nel 1964. Il film doveva essere inserito nella categoria dei cortometraggi degli Academy Awards. Tuttavia, Hooper non riuscì a terminarlo in tempo per quell’anno.
Nel 1969 uscì Eggshells, il suo primo lungometraggio, un film indipendente a basso costo. La pellicola, a metà tra il drammatico e il fantasy, ha una forte componente allegorica e narra di un gruppo di hippie che si trasferisce in una grande casa tra i boschi.
La saga di Leatherface
Nel 1974, Tobe Hooper entrò di diritto nell’olimpo dei registi horror. The Texas Chainsaw Massacre (in italiano, Non aprite quella porta), il primo capitolo della fortunatissima saga di Leatherface, superò ogni aspettativa. Da lì in poi, la strada del regista sarebbe stata costellata da successi.
Hooper diresse il secondo capitolo della saga, uscito nel 1986, per poi dedicarsi ad altri progetti. Dopo quel secondo film, Non aprite quella porta vide avvicendarsi numerosi registi, ma nessuno sembrava essere all’altezza del genio di Tobe Hooper.
Demoniache presenze
Nel 1982, un altro successo per Hooper. Poltergeist – Demoniache presenze uscì nelle sale americane nel giugno di quell’anno, pronto a terrorizzare gli spettatori. Prodotto da Steven Spielberg (un nome, una garanzia), il film divenne ben presto un cult dell’horror. La saga conta tre capitoli, di cui solo il primo diretto da Tobe Hooper. Tuttavia, come accadde per Non aprite quella porta, il regista diede l’input ad un progetto di successo.
Negli anni successivi, la saga di Poltergeist diventò sempre più inquietante, soprattutto per la “maledizione” che sembrava aver colpito il cast. Tra le storie più terribili, quella di Dominique Dunne, una delle attrici principali, uccisa dal fidanzato pochi mesi dopo l’uscita del film. Pochi anni dopo, toccò a Heather O’Rourke, che nel film interpretava la piccola Carol Anne. L’attrice morì a soli 12 anni per una rara malattia.
De Sade, coccodrilli e altri massacri
Nel 1993, uscì un altro piccolo gioiello diretto da Tobe Hooper: Night Terrors, in italiano Le notti proibite del Marchese De Sade. La pellicola è alquanto sottovalutata, ma i fan del regista hanno dimostrato di apprezzare questo piccolo capolavoro. Al centro della storia, vediamo la carismatica figura di Paul Chevalier, un discendente del Marchese De Sade con una spiccata predilezione per il sadomasochismo.
Uscito nel 2000, Crocodile presenta, proprio come Non aprite quella porta, un gruppo di giovani spensierati che incappa in un incubo. Stavolta non è un gigante armato di motosega a terrorizzare i ragazzi, bensì un enorme coccodrillo che sta cercando le sue uova. Il film ebbe successo e fu seguito da un sequel due anni dopo.
Nel 2004 Tobe Hooper diresse Toolbox Murders, in italiano La casa dei massacri. Un altro horror inquietante e claustrofobico; un altro successo. La protagonista, interpretata da una bravissima Angela Bettis, merita un plauso particolare. Un film riuscito.
Le vittime della motosega
Negli ultimi anni, i fan di Non aprite quella porta hanno salutato due personaggi molto importanti. Marilyn Burns, che aveva interpretato Sally Hardesty nel primo film, morì nel 2014. Ricordiamo che la Hardesty fu la prima final girl nella storia dei film horror.
L’anno dopo fu la volta di Gunnar Hansen, l’attore islandese che aveva interpretato il villain del primo film, il gigantesco Leatherface. Hansen è considerato, ancora oggi, il simbolo della saga di Non aprite quella porta.
Nella giornata di ieri, il cerchio si è chiuso. Tobe Hooper, regista eccezionale, è morto a 74 anni. Insieme a Burns e Hansen, era l’essenza di Non aprite quella porta. Una figura di spessore che ha lasciato al mondo del cinema un’eredità inestimabile: alcuni tra i migliori film horror di tutti i tempi.
Veronica Suaria