Navigazione libera nell’UE (e non solo)
La rivoluzione mobile è alle porte. Ne avevamo parlato in aprile quando il Parlamento europeo aveva approvato la legge varata dal Consiglio europeo. Ora ci siamo, l’addio al roaming internazionale sancito a Bruxelles sarà effettivo fra poche ore. Saranno aboliti in automatico gli ultimi sovrapprezzi di roaming e sarà possibile chiamare, inviare messaggi e navigare sul web in tutta l’Unione europea con la tariffa prescelta nel paese di residenza. La normativa si estenderà anche ai paesi dello Spazio economico europeo (SEE): Islanda, Lichtenstein, Norvegia. Non si applicherà, invece, in Svizzera, San Marino, Principato di Monaco e Andorra. Ancora in dubbio la situazione per quanto riguarda il Regno Unito. Inizialmente varranno le stesse regole applicate negli altri paesi dell’Unione, in futuro saranno in vigore gli accordi stipulati fra le parti nel momento in cui il processo di fuoriuscita dall’UE del paese britannico sarà stato completato.
L’obiettivo della normativa è quello di estendere ulteriormente il mercato unico digitale. A tal proposito la decisione dell’UE andrebbe vista come un naturale complemento della normativa approvata dal Parlamento europeo che revoca i blocchi europei (geo-blocking) sui servizi in abbonamento di cinema, sport e musica (Netflix, Sky Go e Spotify, ad esempio). In questo caso, tuttavia occorrerà attendere almeno il 2018, dato che dopo il via libera del Consiglio dei ministri UE, gli Stati membri avranno nove mesi di tempo per recepire le nuove regole.
Le limitazioni. Cosa c’è da sapere?
Connessione libera, sì, ma con un alcune piccole eccezioni. In particolare sono state previste alcune deroghe per prevenire gli abusi del roaming permanente, limitare l’utilizzo di piani tariffari con traffico di dati mobili illimitati a prezzi particolarmente convenienti e consentire ai piccoli operatori virtuali di non essere particolarmente danneggiati. Andiamo a vedere più specificamente di che cosa si tratta, ricordando che molte delle risposte ai dubbi più ricorrenti sulla nuova regolamentazione possono essere consultate in un documento pubblicato dalla Commissione europea.
Roaming permanente
La normativa nasce per favorire chi viaggia e si sposta sovente fra vari paesi. Per questo chi si trasferisce stabilmente in un altro paese non potrà più beneficiare dell’offerta stipulata nel Paese di provenienza. La regola generale stabilisce che la tariffa unica vale per gli utenti che trascorrono più tempo all’interno dei confini nazionali rispetto a quello passato all’estero. Per evitare abusi come l’utilizzo di una SIM straniera economica in un Paese dove i prezzi sono maggiori, potranno scattare controlli a partire dal quarto mese in cui i consumi avvengono solo all’estero (anche se non esistono limiti temporali precisi di consumo continuativo all’estero).
Da quel momento, l’utente ha 14 giorni di tempo per chiarire la situazione. Nel caso in cui la problematica permanesse, l’operatore potrebbe applicare dei leggeri sovrapprezzi rispetto al consumo in roaming. I costi aggiuntivi minimi sono pari al costo all’ingrosso che gli operatori pagano fra di loro: 3,2 centesimi al minuto per le chiamate, 1 centesimo per gli SMS, 7,7 euro per ogni giga di dati. Questi extra sono destinati a scendere progressivamente entro il 2022, ma quella attuale è già una riduzione di 6,5 volte per quanto riguarda i dati.
Traffico dati illimitato
Per quanto concerne i piani tariffari con chiamate e SMS illimitati non ci saranno problemi. Parzialmente diverso l’approccio verso chi dispone di connessione dati senza limiti. In questo caso, l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia. A prescindere, la normativa stabilisce che gli operatori possano fissare una soglia al traffico roaming che gli utenti possono utilizzare in vacanza o nella loro temporanea permanenza. Come suggerisce La Stampa, sarebbe quindi opportuno informarsi sui limiti stabiliti dal singolo operatore per quanto riguarda la navigazione. Al momento, fra gli operatori italiani solo Fastweb Mobile ha fissato delle soglie precise: 500 minuti di chiamate e 1 giga di internet. Fra l’altro il roaming gratuito è offerto solo sul traffico incluso nella propria offerta, quindi eventuali opzioni extra, le quali non rientrino nel conteggio, potrebbero provocare sovrapprezzi. La cautela è d’obbligo.
Operatori virtuali
Alcuni piccoli gestori hanno richiesto una deroga temporanea alla nuova regolamentazione. Si tratta di 36 operatori virtuali (sul territorio UE ce ne sono 5-6000) del Nord Europa (Danimarca, Lettonia e Norvegia) che applicavano già in precedenza tariffe particolarmente economiche. Sono quelli che la Commissione chiama «casi specifici ed eccezionali», per i quali le perdite conseguenti all’adesione alla nuova normativa superano il 3% del margine di profitto realizzato sui servizi mobili.
L’adeguamento dei gestori
La normativa non dovrebbe favorire l’aumento delle tariffe a livello nazionale, come sostenuto anche dal vicepresidente della Commissione Andrus Ansip: «Nessuna società in Europa ha motivo di usare la fine del roaming come scusa per aumentare i prezzi». Per quanto riguarda le tempistiche, Wind e Tre si sono già allineate da alcune settimane alla normativa. Tim e Vodafone hanno invece scelto di attendere il giorno in cui la norma sarebbe diventata obbligatoria e quindi da domani si adegueranno alle regole. Qualora venissero ancora applicati dei costi aggiuntivi, sarebbe possibile sporgere reclamo nei confronti dell’operatore ed eventualmente ricorrere all’autorità competente nel proprio paese (in Italia l’ente garante è l’AGCOM).