Addio a Stefano Rodotà: “la cattiva politica è figlia della cattiva cultura”
E’ tra i primi professori a scrivere regolarmente sui giornali, sin dai primi anni Settanta, quando le tribune dei giornali erano scansate dagli accademici. Con la nascita di Repubblica inizia un’importante collaborazione con il giornale.
Si occuperà di temi come i diritti individuali e sociali, la laicità dello Stato, i valori della Costituzione, la libertà di stampa. Scriverà senza remore “perché il linguaggio è sempre rivelatore”.
Si mostra attivo anche nell’ambito della comunicazione telematica. Nel 2010 ha presentato all’Internet Governance Forum una proposta per adottare l’articolo 21-bis, che recitava: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.
Lo ricordiamo con questa frase “C’è un impoverimento culturale che si fa sentire, la cattiva politica è figlia della cattiva cultura” che rappresenta l’emblema della sua carriera dedita alla lotta dei diritti dei cittadini.
fonte
http://www.repubblica.it/politica/
ROSIELLO SILVIA