La Cattedrale di Bùi Chu, questo centenario gioiello architettonico, costruito nel 1885 per ordine di un vescovo navarrese. Vive i suoi ultimi giorni. Condannata alla demolizione per essere sostituito da una replica più moderna
Spesso lamentiamo la perdita del patrimonio in Vietnam. Ci siamo appena resi conto che una delle chiese storicamente più significative del Vietnam è stata demolita. Sede di alcune delle prime attività missionarie cattoliche che continua ad essere un centro di devoto cattolicesimo con un gran numero di chiese. La Cattedrale di Bùi Chu era una delle più antiche ancora in piedi. Ma anche una delle più interessanti dal punto di vista architettonico.
Risalente a oltre 135 anni fa, la cattedrale di Notre-Dame-Reine du Rosaire a Bùi Chu, viene così demolita. Decenni di utilizzo con poca manutenzione che avevano lasciato la chiesa in uno stato di rovina. Con il rischio di crollo. Sollevando così preoccupazioni, per la sicurezza, tra i fedeli.
Dopo anni di considerazioni, nel 2016, è stato deciso, da un consiglio di sacerdoti e seguaci locali, che l’attuale chiesa doveva essere smantellata. Per fare spazio a una costruzione più nuova e più sicura. I lavori sono iniziati un mese fa, il 17 luglio. Malgrado gli appelli della popolazione locale per conservare l’edificio. Le sue condizioni nonché l’importanza dell’edificio hanno creato però una spaccatura all’interno della stessa comunità cattolica vietnamita.
La Cattedrale di Bùi Chu era l’unica chiesa madre barocca del paese. Una delle più antiche del Vietnam edificata alla fine del XIX secolo. Costruita durante il colonialismo francese, la Cattedrale di Bùi Chu serve quasi 412 mila cattolici. Per una popolazione di 2,15 milioni nella provincia di Nam Dinh, a sud di Hanoi. Si tratta della più antica diocesi cattolica romana del Vietnam. Che vanta quasi mezzo secolo di storia cattolica nel paese. Da quando la prima ondata di missionari europei arrivò nel 1533.
Nonostante i restauri (1987-2000) e la petizione volta alla salvaguardia le condizioni della Cattedrale, hanno spinto la diocesi a preparare un piano di demolizione. Scegliendo quindi di far posto a una nuova e più spaziosa cattedrale sulle stesse fondamenta.
Poiché la popolazione e l’economia del Vietnam sono cresciute negli ultimi decenni, il paese ha perso gran parte del suo patrimonio culturale. Con la distruzione – o il rinnovamento aggressivo – di numerosi edifici coloniali francesi, pagode e templi.
Le difficili relazioni del regime comunista di Hanoi con la Chiesa cattolica, seguite da 7 milioni di vietnamiti, hanno frenato la Cattedrale di Bùi Chu dall’essere dichiarata eredità protetta. Uno status che solo due templi cattolici hanno in tutto il paese.
Rischio per i fedeli
La demolizione della Cattedrale di Bùi Chu era già stata concordata nel 2019 dalla stessa diocesi. La quale sosteneva che le cattive condizioni dell’edificio rappresentavano un rischio per i fedeli. Ed era più costoso ristrutturarla anziché costruirne uno nuova. Un furore mediatico aveva temporaneamente posto fine ai piani di demolizione. In seguito alla petizione di salvaguardia indirizzata al Primo Ministro e ad altri funzionari governativi il governo ha dovuto fare marcia indietro.
Gli stessi sostenevano che l’antica cattedrale di Bùi Chu era di grande importanza per loro, ma le sue condizioni la rendevano pericolosa. Specialmente durante la stagione delle piogge. In diverse occasioni, l’intonaco del soffitto inaspettatamente era ceduto. Fatto accaduto anche durante le celebrazioni dove diversi fedeli sono rimasti feriti.
Dopo un anno di consultazioni, la scelta finale è stata la demolizione. La chiesa avrebbe però respinto un’offerta da parte dell’economista Rama (influente sostenitore del patrimonio in Asia). Ovvero, acquistare terreni adiacenti alla proprietà per lasciare spazio a un nuovo edificio. Come anche raccogliere fondi per ripristinare la vecchia cattedrale, che sarebbe costata circa $ 3 milioni.
Cosicché , a febbraio di quest’anno, la diocesi ha ripreso il suo progetto. Il dilemma sembra quindi essersi risolto a favore della sicurezza dei fedeli. E a scapito della conservazione di un sito storico e sacro. Ciò equivarrebbe a una perdita irrimediabile dell’eredità per il Vietnam. Per il mondo e per la stessa Chiesa Cattolica. In effetti, l’antica cattedrale di Bùi Chu incarnava uno straordinario incrocio tra cultura, storia e architettura.
Culla del cattolicesimo
Il cattolicesimo fu introdotto nella regione di Bùi Chu nel 1533, con l’arrivo di missionari stranieri. La diocesi, una delle culle della cultura e delle tradizioni cattoliche vietnamite, è ricca di molti siti religiosi e chiese antiche. Con influenze architettoniche gotiche, spagnole, francesi e vietnamite. La provincia di Nam Dinh conta circa 412.000 cattolici su una popolazione di 2,15 milioni.
Al loro arrivo, i missionari, crearono una sorta di regno di Dio nel nord-est del Vietnam. Sono presenti 1.200 chiese, un numero enorme. Molte delle quali belle. Oggi, la demolizione della Cattedrale di Bùi Chu rappresenta una perdita irrimediabile per il Vietnam.
Considerata da molti un gioiello architettonico, fu eretta 135 anni fa per ordine di un vescovo spagnolo: Wenceslao Oñate Pham. Nato a Estella (Navarra, nel nord della Spagna) e sepolto a Bùi Chu. Il design della Cattedrale non solo utilizzava linguaggi architettonici europei. Ma combinava anche elementi, dettagli e materiali vietnamiti per creare un’opera d’arte unica. A dimostrazione di uno scambio culturale tra est-ovest.
Era unica e diversa da qualsiasi altra chiesa in Vietnam. L’edificio si estendeva per 78 metri di lunghezza, 22 di larghezza e 15 di altezza con due torri alte 35 metri. La Cattedrale di Bùi Chu era la culla del cattolicesimo vietnamita. Degna d’essere riconosciuta come un sito del patrimonio e conservato nel suo stato originale.
Un valore simbolico
Perché le storie del patrimonio, degli edifici, della natura distrutte o danneggiate determinano afflizione, anche se quei valori non appartengono a nessuno? Il patrimonio culturale e naturale rappresenta il punto di riferimento. Il modello, l’identità dei popoli e costituisce l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future.
Nella Convenzione sulla protezione del patrimonio del 1972, la definizione di patrimonio culturale e naturale dell’UNESCO riporta la parte materiale del patrimonio. Le strutture fisiche, i sistemi biologici, i blocchi. Storico, artistico o scientifico. Poiché la cultura è l’anima della comunità, gli attacchi al patrimonio, intenzionali o non, toccano profondamente le radici spirituali delle persone.
Le eredità non sono solo forme naturali o artificiali. Portano la bellezza del tempo e della memoria quando si assiste agli alti e bassi nel corso dei secoli. Attraversando molti cambiamenti ma cercando di essere resilienti, come segno di pace. Una terra, un cielo diventa importante per chiunque, quando contiene ricordi di gioia o di perdita. In mezzo alla costante fluttuazione dei sistemi di valori, il patrimonio detiene i valori più profondi in ogni individuo.
La presenza del patrimonio aiuta le generazioni a raggiungere quei valori. Attraverso i giovani con ambizione e pieni di amore, per preservare esperienze e ricordi per la vecchiaia. Attraverso il patrimonio, le persone sembrano toccare la storia di centinaia di anni di storia. Che contiene le basi spirituali di base di ogni persona, dalle credenze, ai sogni, alle radici agli ideali.
Distruggere il patrimonio è un attacco mentale alle persone. Una vecchia chiesa è stata abbattuta, cioè l’abolizione della religione, la soppressione della libertà, scuotendo le credenze dell’intera comunità. È stata sostituita un’architettura storica, il che significa che lo strato di valori culturali registrato nel tempo viene annullato. Gli alberi furono abbattuti, i fiumi avvelenati, le città furono distrutte una ad una, la natura si deformò nell’impeto della distruzione, poi l’uomo divenne vittima della sua stessa fonte di prosperità.
La distruzione del patrimonio è piuttosto spaventoso quando diventa un atto deliberato dell’uomo stesso. Nella storia vietnamita di oggi, purtroppo, non è solo una questione di disastro o di credenze fratturate. Ma sono disposti a commerciare, persino a distruggere valori irrecuperabili, rappresenta la nostra umanità.
Felicia Bruscino