Addio 18app. II 2024 è l’anno della fine del bonus promosso dal Governo italiano per favorire l’accesso alla cultura e all’educazione dei giovani, verrà rimpiazzato da due nuove misure a partire dal 31 gennaio : la Carta cultura e la Carta del merito.
Il bonus 18app
Istituito dal Governo Renzi con la Legge di Stabilità del 2016, il bonus 18app garantiva cinquecento euro ai neo diciottenni da spendere in negozi fisici o e-commerce in beni e servizi culturali come: libri, biglietti per cinema, concerti, teatro, musei, siti archeologici, CD e DvD, corsi per l’istruzione e altri ancora. La fine del bonus è stata decretata dalla legge di Bilancio del 2023 (legge 197 del 2022). I sette anni di attività dell’iniziativa non sono stati esenti da problematiche, dovute ai soliti “furbetti”, che ne hanno largamente approfittato per raggirare il sistema. Nonostante questo, l’utilità della misura era fuori discussione, quantomeno nel suo scopo principale, quello di invogliare e facilitare ai giovani un primo approccio al mondo della cultura.
Ma in cosa consistono le due nuove iniziative con le quali il Governo Meloni intende sopperire all’abolizione del bonus?
Carta cultura e Carta del merito
La Carta cultura è legata al reddito, e sarà destinata solo a coloro che provengono da famiglie con un ISEE non superiore ai 35mila euro, mentre la Carta del merito sarà concessa esclusivamente agli studenti che completano le scuole superiori con una valutazione di 100/100 entro il diciannovesimo anno di età.
Per le due nuove misure sono stati stanziati 190 milioni di euro nel 2024. L’importo destinato ai neo diciottenni resta quello di cinquecento euro, ma le due iniziative sono cumulabili, quindi, un giovane che si diploma con il massimo dei voti e proviene da una famiglia con ISEE inferiore ai 35mila euro, potrà ricevere fino a mille euro da spendere sia nei negozi fisici sia in quelli online, sempre in prodotti e servizi culturali (sono esclusi i videogiochi e gli abbonamenti per l’accesso a canali o piattaforme che offrono contenuti audiovisivi).
Come ottenerle e fino a quando è possibile utilizzarle
Per ottenere la Carta cultura è necessario registrarsi con SPID o Carta di Identità Elettronica (CIE), sulla piattaforma dedicata del Ministero della Cultura. La registrazione è permessa, per la Carta cultura, dal 31 gennaio al 30 giugno dell’anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età e, per la Carta del merito, dal 31 gennaio al 30 giugno dell’anno successivo al conseguimento del diploma. Le Carte sono utilizzabili entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno in cui i beneficiari si sono registrati. I primi a beneficiare dei nuovi bonus saranno i nati nel 2005, per coloro che invece non hanno richiesto in tempo il bonus 18app non sono previste altre misure.
Le criticità
I nuovi bonus suscitano perplessità in merito alla giustezza dell’esclusione di giovani che non rispettano i requisiti di ISEE o non conseguono la massima votazione in fase di esame. D’altronde, in una società nella quale le diseguaglianze tra giovani diventano sempre più evidenti, il bonus non rappresentava alcun tipo di soluzione, ma solo un piccolissimo passo mosso nella giusta direzione. Lasciare il bonus ai giovani provenienti da famiglie con un reddito inferiore è sacrosanto, ma non favorire l’accesso alla cultura ai ragazzi provenienti da famiglie con ISEE superiore ai 35mila euro è quantomeno inopportuno.
Un piccolo incentivo legato al rendimento scolastico può essere uno stimolo per chi ambisce al massimo dei voti, ma dobbiamo verificare se ciò non comporti penalizzazioni. Il divario nell’istruzione tra Nord e Sud persiste, è lecito dunque interrogarsi su se la mancata eccellenza di uno studente sia imputabile al giovane o al sistema scolastico, che si regge in piedi a fatica. Infine, è davvero giusto che un ragazzo che si diploma con una votazione di 99/100 non riceva il “premietto” riservato a chi ottiene la certificazione con il massimo degli onori?
Il bonus 18app fu concepito non solo come misura economica per consentire l’accesso alla cultura a chi non poteva permetterselo (anche perché con cinquecento euro si fa ben poco), ma anche per incentivare i giovani a partecipare alle iniziative culturali. Considerare “escluso” chi non soddisfa i nuovi requisiti potrebbe rappresentare una possibile falla nel provvedimento.