Beni inestimabili – L’Acropoli di Atene, con il suo magnifico Partenone, è oggi segnata dall’eccessivo quantitativo di smog. Gli allarmi lanciati gli anni precedenti non sono serviti a risanare un po’ di buon senso.
Vedere una delle strutture più belle al mondo in quelle condizioni non è certo un granché. L’allarme in questione non porta grandi novità, ma d’altronde ben poco si è fatto per garantire una rinascita: nel 2008 il direttore Alexandros Mantis aveva annunciato la sostituzione delle statue originali del Partenone, il che destava già un certo stupore; si parlò delle “condizioni pietose” delle 14 metope del lato occidentale.
Negli ultimi 30 anni molte statue e sculture sono state sostituite con delle copie. Mantis ricordò inoltre il rifiuto degli inglesi, quando venne chiesto loro di restituire i celebri marmi del Partenone – conservati al British Museum di Londra -, proprio sottolineando la mancata cura dei greci. Da qualche anno vige, inoltre, un secco confronto tra Atene e Pechino, entrambe avvelenate dall’inquinamento; la questione rincara la dose nel settore turistico, essendo l’Acropoli una meta tuttora ambita. Eppure, il disagio di vedere i monumenti anneriti lascia il segno, a suo modo.
C’è da dire che, in altre occasioni, i greci hanno dimostrato di tenere particolarmente al proprio territorio, salvaguardando gelosamente il fulcro della tradizione ellenica. Ricordiamo il drastico – ma comprensibile – rifiuto alla sfilata di Gucci: la chiara crisi economica che interessa il paese, ormai da diversi anni, non ha convinto comunque gli ateniesi. Vale la pena, però, spendere due parole sulla questione. E’ vero che siamo ben lontani da un effettivo risanamento del patrimonio artistico e che le sue condizioni attuali sottolineano particolarmente un senso di “sfiducia”.
L’uso che faccio di questo termine non deve sorprendere il lettore, poiché il punto è abbastanza chiaro: una crisi dei valori sottoscrive un senso di abbandono; quest’ultimo, sussiste quando la mancata attenzione, civica e politica, subentra come una “normale amministrazione”. Il valore storico, che un tempo ha contribuito allo splendore della civiltà ellenica, si sta tramutando in una “bella cartolina”, ma priva di cura e attenzione; la faccenda mi ricorda un paese in particolare, ma fingerò che sia un mistero e non ne approfitterò. Una cosa è certa: ripulire la coscienza e lo zelo di un buon cittadino e molto più difficile che scrostare un monumento deteriorato.
Eugenio Bianco