Perché è meglio usare l’acqua potabile piuttosto che comprarla al supermercato?
Una persona dovrebbe bere al giorno un litro e mezzo d’acqua. Una famiglia composta da quattro membri consuma quindi 42 litri d’acqua a settimana, per un totale di 2.190 litri l’anno. Ossia 1.460 bottiglie da un litro e mezzo oppure 1,095 da due. Il che equivale a un enorme quantità di plastica, che spesso finisce nei mari, uccidendo le creature che ci vivono. Ma finisce anche nei piatti che mangiamo. Le bottiglie di plastica sono infatti tra gli oggetti più comunemente ritrovati nelle spiagge europee. L’uso indiscriminato della plastica deve essere combattuto: un rimedio può essere l’acqua potabile.
Giovedì la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva generale sull’acqua: standard di qualità più alti e accessibilità per tutti. Nel testo gli Stati membri sono invitati a installare fontanelle pubbliche nelle città e i ristoranti a offrire gratuitamente acqua di rubinetto invece che in bottiglia. Una scelta che aiuta l’ambiente, ma anche l’economia, in quanto si stima che bevendo acqua di rubinetto i cittadini possano risparmiare fino a 600 milioni di euro all’anno.
L’acqua come un bene primario
Acqua potabile più buona, ma anche accessibile a tutti. Sono 20 milioni gli europei che rischiano di non avere pieno accesso ad acqua potabile di qualità. Nei paesi in cui l’acqua è privatizzata, le società possono tagliare la fornitura alle persone morose. Così in Spagna Vistabella Josefa Ferandez Correas, incinta di nove mesi e con un bambino di due anni asmatico, si è vista tagliarsi l’acqua.
Una migliore gestione e qualità dell’acqua potabile potrebbe ridurre il numero di persone nell’UE la cui salute è potenzialmente a rischio da 20 a circa 4 milioni. Sicuramente migliorerebbe la salute anche di tanti Italiani, come dei 350 mila che vivono a Vicenza, Verona e Padova e non possono bere l’acqua del rubinetto perché contaminata dai Pfas, oppure in Abruzzo, dove più volte l’acqua è stata dichiarata non potabile.
Il caso di Londra
A Londra qualcosa sta già cambiando. Il sindaco Sadiq Khan all’inizio di quest’anno ha lanciato un piano triennale da 750 mila sterline (poco meno di 1 milione di euro) per creare 20 nuove fontane pubbliche nella capitale. Un modo per permettere non solo di dissetarsi sul luogo, ma soprattutto di riempire bottiglie per portarsele a casa. Lotta all’inquinamento e risparmio, visto che l’acqua offerta dal sindaco è gratuita.
Una tendenza simile si registra per la vendita del latte. I lattai, spariti nell’ultimo decennio, da due anni hanno ripreso a fare la “ronda delle consegne di latte quotidiane in bottiglie di vetro. Ne sono state vendute così 800 mila al giorno nel 2017, si prevede che quest’anno saranno 1 milione e le richieste continuano ad aumentare.
Camilla Gaggero