Acqua Evian e Chiara Ferragni mettono in luce il provincialismo del nostro Paese

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Acqua Evian e Chiara Ferragni, un connubio che sottolinea, attraverso le solite polemiche presenti in rete, la piccolezza del popolo italiano.


La polemica riguardo il costo, 8 euro a bottiglia, dell’acqua Evian targata “Chiara Ferragni” è la solita polemica sterile, figlia del provincialismo che da troppo tempo attanaglia questo Paese.

L’acqua Evian è da sempre un’acqua molto costosa, con o senza il brand della Ferragni a impreziosirla. È quell’acqua che quando ce la servono al ristorante, cominciamo subito a pensare a quale organo ci faremo espiantare per pagare il conto.
Come se ciò non bastasse, lo scorso anno Kenzo collaborò con Evian vendendo delle bottiglie di acqua brandizzate. Indovinate a quanto? Sì esatto, 8 euro. Nessuno chiaramente disse nulla.

La cosa più allucinante di tutte peraltro, è che la rete ha cominciato ad inveire contro la bella Chiara Ferragni, piuttosto che, eventualmente, contro il brand. Che poi vorrei ben capire perché Evian non sarebbe libera di decidere di vendere una bottiglia della sua acqua alla cifra che vuole. Liberi noi di non comprarla, no? “Eh, ma l’acqua è acqua”, diranno in molti, ma non è così da quando il marketing ha cambiato le regole del gioco, rispondo io.
Sarebbe come se io inveissi contro la Versace, perché i miei nuovi pantaloni – divini, ma poveri – di Zara, che sono spudoratamente ispirati al suo stile, costano soli 39,90 euro mentre i suoi qualche migliaio di euro.

Qualcuno prima di me disse “Se un italiano vede un Maserati, non pensa a come fare per poterselo un domani permettere, ma pensa a tagliargli le gomme” e, anche se non amo le generalizzazioni, in questa frase risiede la spiegazione del perché il Brand Ferragni sollevi ogni volta tante polemiche: l’invidia sociale.

Essere ricchi non può essere una colpa: non comprate l’Evian e scassateci meno le palle.

 

Lorenzo Farina

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