Sulla Luna c’è acqua un po’ dappertutto non solo ai poli, lo afferma una ricerca proveniente dal Goddard Space Flight Center della NASA e pubblicata su Nature Geoscience.
Se state pensando: “ma davvero? per me è già una notizia che ci sia l’acqua su quel sasso senza atmosfera!” calma e sangue freddo e andiamo per gradi.
Ovviamente non parliamo di laghi e fiumi e in questo caso neanche di depositi di ghiaccio all’ombra di qualche cratere lasciati dall’impatto di qualche meteorite o cometa, probabilmente questa acqua della Luna è in una forma non facilmente accessibile, ma l’importante è che ci sia.
Prima di dare qualche cenno più preciso sulla ricerca inquadriamo l’importanza di sapere dove sia l’acqua sulla Luna e in che forma, so che se siete anche solo un minimo interessati all’esplorazione spaziale il prossimo paragrafo vi sembrerà scontato.
Se vogliamo stabilire una presenza umana permanente sulla Luna (o su Marte se è per questo) sarebbe essenziale scegliere un luogo vicino a una riserva d’acqua, perché l’idea di portarsela e poi continuare a farsela arrivare da casa è, per usare un eufemismo, poco pratica (in realtà il discorso non vale solo per l’acqua tanto che si sta studiando se il terreno marziano sia un buon materiale da costruzione). Se l’acqua della Luna fosse localizzata solo in precise e limitate aree geografiche anche la nostra scelta su dove posizionare un futuro insediamento sarebbe limitata a quelle aree.
Cosa afferma la ricerca della NASA sulla localizzazione dell’acqua lunare
La ricerca viene da un attento esame dei dati di due missioni lunari, essenzialmente si tratta di analisi dello spettro di emissione, cioè gli scienziati stabiliscono che ci sia acqua analizzando la luce del Sole riflessa dalla superficie della Luna, se vi sembra molto complicato avete ragione, lo è, persino per loro, quindi questi risultati saranno lungamente dibattuti. Le ipotesi precedenti erano che l’acqua sulla Luna fosse concentrata nelle regioni polari e si aveva l’impressione che il segnale (anche le ipotesi precedenti si basavano sullo stesso metodo) variasse di intensità durante il giorno lunare (29 giorni terrestri), ora invece, dopo un esame più accurato dei dati pare che il segnale dell’acqua sia ubiquo e costante nel tempo. Gli scienziati ipotizzano anche che in realtà l’acqua della Luna non sia la classica H20 ma più probabilmente OH (idrossile), un suo “parente” chimico ma molto più reattivo che non sta mai da solo a lungo e quindi eventualmente dovrebbe essere estratta dai minerali con cui si è legata.
Roberto Todini