Il recente accordo sui migranti fra Messico e USA ha dimostrato come due paesi possano essere capaci di mettere da parte le loro ostilità pur di far fronte ad un problema comune. Tuttavia, invece di cooperare a delle soluzioni davvero risolutive, si è optato per uno “scarica barile” che, immaginiamo, avrà una vita decisamente breve. Gli Stati Uniti continueranno ad espellere decine di migliaia di migranti irregolari provenienti dall’America Latina che verranno invece “accolti” dal Messico. L’espulsione è ancora una volta la via prediletta per “gestire” i flussi migratori ma questa volta si traveste da “accoglienza”.
Finita “l’era Covid”, l’accordo sui migranti fra Messico e USA vuole contenere l’immigrazione illegale
La pandemia era stata la scusa perfetta per impedire a migliaia di migranti di oltrepassare il confine statunitense durante la presidenza Trump. Quando Joe Biden ha iniziato il suo mandato nell’ormai lontano 2021, sapeva che prima o poi il Covid sarebbe finito e le frontiere riaperte. D’altronde, delle politiche più morbide in materia di accoglienza erano una delle promesse più allettanti fatte durante la sua campagna elettorale.
Con l’avvicinarsi dello scadere del “Titolo 42”, la legge di cui ha approfittato l’ex presidente per vietare gli ingressi “non essenziali” nel paese, gli Stati Uniti si sono però trovati impreparati. Hanno dovuto dunque cercare in fretta una nuova strategia per contenere l’immigrazione irregolare. Il 2 maggio, in un incontro tra Liz Sherwood-Randall, consigliera statunitense per la Sicurezza interna, e Andres Manuel Lopez Obrador, presidente del Messico, è stato allora stabilito un accordo volto a gestire i flussi migratori. Il patto prevede che gli Stati Uniti potranno continuare ad espellere i migranti irregolari provenienti da paesi dell’America Latina come Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. Il vicino Messico, da parte sua, si impegna ad accoglierne 30mila al mese.
La presidenza Biden aumenta il dispiegamento di personale militare alla frontiera con il Messico
Apparentemente, tutti vincono in questo nuovo accordo sui migranti fra Messico e USA. I migranti vengono “accolti” da qualche parte e gli Stati Uniti possono lavarsene le mani. Tuttavia, la realtà per i profughi che scappano, come nel caso di Haiti, da disastri naturali, povertà estrema e forte instabilità politica non è così rosea.
Infatti, gli Stati Uniti hanno annunciato che per facilitare l’espulsione alla frontiera con il Messico invieranno, a partire dal 10 maggio, altri 1.500 agenti della polizia di frontiera, a sostegno dei 2.500 già presenti in loco. In un comunicato stampa, il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha dichiarato che il personale militare aiuterà nelle attività di monitoraggio e di supporto dei magazzini ma non interagirà con i migranti.
Nonostante ciò, questo massiccio dispiegamento di forze militari sembra provenire dalla “scuola di Trump” che aveva inviato un gran numero di soldati alla frontiera per aiutare nei centri di detenzione e costruire muri. Qui gli agenti statunitensi godevano di un particolare potere accordatogli dal Titolo 42. Potere che hanno usato per giustificare trattamenti disumani nei confronti dei migranti, privati del loro diritto di asilo e costretti a subire violenze di ogni tipo.
Questi attacchi violenti non si sono fermati con l’arrivo di Joe Biden che ha deciso di prorogare il Titolo 42. Una soluzione sbrigativa che per due anni ha ritardato l’elaborazione di strategie veramente risolutive dell’immigrazione irregolare.
Il Titolo 42 scade ma gli Stati Uniti non erano pronti
L’11 maggio il Titolo 42 scadrà determinando un aumento esponenziale dei flussi immigratori. El Paso, città al confine del Texas, ha già dichiarato lo stato di emergenza in vista dei 35mila richiedenti asilo attualmente bloccati a Juárez, città messicana confinante. L’amministrazione Biden era consapevole che la legge non sarebbe potuta rimanere in vigore per sempre, eppure in questi due anni non è stata elaborata nessuna alternativa.
Una volta entrato in carica, l’attuale 46esimo presidente degli Stati Uniti aveva promesso di abbattere l’immigrazione illegale nel paese. Allo stesso tempo, si impegnava ad adottare un atteggiamento più umano e dignitoso nei confronti dei richiedenti asilo rispetto a quanto aveva fatto Donald Trump. Data la bassa considerazione che quest’ultimo aveva per i diritti umani, non sembrava così difficile poter fare meglio. Tuttavia, in tempi di campagna elettorale si fanno promesse che non si è sicuri di poter mantenere.
Da quando Biden è in carica il numero dei migranti catturati per essere entrati illegalmente negli States, passando per il Messico, ha raggiunto una cifra record. Una delle più recenti trovate per favorire rotte migratorie legali è stata una proposta legge avanzata da Biden a febbraio. Questa vieta l’ingresso nel paese ai richiedenti asilo che non hanno cercato accoglienza in uno dei paesi attraversati prima di approdare negli Stati Uniti. Non solo la legge renderebbe di fatto impossibile richiedere asilo a chiunque non sia messicano, ma incentiverebbe l’immigrazione illegale invece di inibirla. Un’altra politica che, come l’accordo sui migranti fra Messico e USA, incentiva un “gioco della patata bollente” in cui gli Stati Uniti cercano di scaricare il problema ai vicini per non avere la bomba fra le mani quando questa esploderà.
Il Messico si impegna ad accogliere i migranti ma che vita li aspetta qui?
Nelle prossime settimane, decine di migliaia di migranti verranno respinti alla frontiera statunitense ed approderanno in Messico. Come farà quest’ultimo a gestire questo flusso enorme ed improvviso? Quando il presidente messicano ha firmato l’accordo con gli States forse si è dimenticato della grave instabilità interna del suo paese. La criminalità in Messico non è mai stata così diffusa, con un totale di 26mila omicidi nel 2022. Possiamo inoltre pensare che le bande criminali approfitteranno dell’arrivo di persone vulnerabili e disperate, ad esempio per il traffico di esseri umani da loro controllato.
I recenti eventi nei centri di detenzione per migranti messicani non fanno poi sperare in un trattamento umano e compassionevole. Si tratta di vere e proprie prigioni dove i profughi vengono lasciati senza cibo o acqua, chiusi ad aspettare il rimpatrio. Nel centro di Ciudad Juarez, un terribile incendio ha recentemente tolto la vita a 40 migranti sotto gli occhi indifferenti del personale. Gli Stati Uniti sono ben coscienti delle potenziali violenze che i migranti subirebbero sul suolo messicano. Non gli importa però, importa solo che occuparsi dei migranti non sia un loro problema.
Negli stessi giorni in cui viene firmato l’accordo sui migranti fra Messico e USA, in Florida viene approvata una legge anti-immigrazione proposta da Ron DeSantis, candidato alle future presidenziali. Sempre più, in sempre più parti del mondo, i richiedenti asilo vengono respinti e maltrattati alle frontiere. Le nazioni dovrebbero offrire protezione a chi è costretto a scappare per sopravvivere. Al contrario, siamo testimoni di un’epoca che passerà alla storia per la sua ostilità e disumanità nei confronti di esseri umani disperati ed indifesi.