Non ha avuto l’esito sperato l’incontro del 18 Novembre per trovare un accordo sindacati – governo sulle pensioni. Sono contrapposte le opinioni dei maggiori esponenti delle due “fazioni”. “Massimo impegno” secondo Padoan, “Alcun passo in avanti” secondo Camusso.
Fumata nera
Nessun accordo sindacati-governo è stato siglato nella giornata di ieri. Si sono vanificate le speranze di poter trovare un’ adeguata soluzione, dopo il primo fallimento dell’ incontro del 13 Novembre
Il tavolo delle trattative sulle pensioni si riaprirà nella mattinata di martedì 21 Novembre a Palazzo Chigi.
Si scorge amarezza nelle parole pronunciate dal Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, al termine dell’incontro: “Il governo ritiene di avere fatto uno sforzo, con un pacchetto importante che contiene misure che migliorano la posizione pensionistica dei lavoratori e raccoglie con rammarico il fatto che i sindacati abbiano opinioni diverse”.
Anche il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha voluto sottolineare, alla fine della riunione a Palazzo Chigi, l’interesse delle autorità nel voler trovare un’intesa con i rappresentanti sindacali: “In campo c’è un impegno molto significativo da parte del governo che si colloca dentro il percorso del verbale sulla previdenza raggiunto con le organizzazioni sindacali, coerentemente con quell’impegno”. Poletti auspica, in maniera piuttosto risoluta, che il prossimo incontro di martedì 21 Novembre, possa essere utile per puntualizzare e poter finalmente attivare le proposte.
Impegno del governo
Una mano tesa da parte dell’esecutivo per poter giungere ad un accordo sindacati-governo c’è anche questa volta: la promessa è quella di impegnarsi per studiare una nuova proposta che possa andare maggiormente incontro alle richieste fatte dalle organizzazioni sindacali pur rimanendo il il più adattabile possibile alla legge di Bilancio.
La reazione dei sindacati
Susanna Camusso, rappresentante della Cgil, non è dello stesso avviso riguardo all’impegno delle autorità governative e le sue parole pronunciate, appena terminato il confronto di ieri, sono intrise di delusione e pessimismo e non lasciano intravedere alcuna soluzione vicina: “Restano distanze evidenti sulla fase due della previdenza e una grande distanza rispetto agli impegni presi.”
“Oltre che sulle donne – commenta la sindacalista – nessuna disponibilità da parte del governo sui giovani”. Un suo pensiero va anche agli esentati dall’innalzamento dei requisiti per la pensione e tal proposito esprime tutto il suo disappunto: “Continuiamo a parlare di una platea molto ridotta e le novità non cambiano il numero e le dimensioni”.
Il disegno di legge
La proposta del governo che non ha convinto i sindacalisti, prevede un riesame della modalità di calcolo della speranza di vita a cui si adatterebbe l’età pensionabile dal 2021: il nuovo disegno di legge, infatti, prenderebbe in considerazione non solo la media del biennio confrontato con il precedente, ma fisserebbe anche un limite massimo di tre mesi per ogni futuro rialzo.Ogni eventuale incremento superiore, sarebbe così assimilato nel successivo adeguamento. In questo modo, secondo l’esecutivo, ci sarebbe la possibilità di garantire un andamento decisamente più lineare.
Anna Lattanzi