“Accordo”. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel con una sola parola in un messaggio su Twitter ha annunciato l’intesa che ha permesso di chiudere un duro confronto iniziato venerdì scorso e proseguito fino al cuore della notte, che ha avuto al centro il duello sulla governance dei piani nazionali di ripresa fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte. Il nuovo piano porterà all’Italia 209 miliardi.
All’Italia 209 miliardi.
Duecento-nove-miliardi.
“Conte è con le spalle al muro” titolavano fino a ieri i giornali.
“Conte è in Europa col cappello in mano” tuonava Matteo Salvini abbozzandosi la faccia al sole della Puglia, pulendosi le mani unte d’olio dei panzerotti appena fritti e scattando selfie di assembramenti da lui organizzati con 12mila contagi ancora in Italia.
E tutti ad applaudire, i terroni leghisti sotto ai suoi palchi, estasiati dalla figura di quell’uomo che fino a ieri li ha insultati e disprezzati, ma che ora lui riconquista mangiando panzerotti e recitando slogan su quanto sia bella l’Italia, quanto siano buone le orecchiette e belle le olive.
“Oh, ha mangiato un panzerotto come noi! E’ proprio il presidente che vogliamo”.
Ecco, mentre in Italia queste scene di cazzeggio quotidiano si consumavano uguali da anni, in Europa quel Conte alle 5:30 stringe le mani ai suoi colleghi europei.
L’accordo è stato raggiunto.
Le resistenze, anche dell’Olanda, piegate.
All’Italia andranno 209 miliardi.
Di cui 81 in regalo. E 127, se vorremo, in prestiti.
Sarà il Paese con più fondi a disposizione in tutta Europa.
Erano 0 i miliardi all’inizio delle trattative, mesi fa.
Poi Conte ha portato quella cifra a 171 miliardi.
Ora, ad accordo raggiunto, sono 209.
Di cui 81,4 a fondo perduto. Cioè non li dovremo nemmeno restituire.
Cosa mai vista nella storia d’Europa.
Intanto in Italia i sovranisti si preparano. Si puliscono le mani unte d’olio, si passano la crema sul naso scottato dal sole, ingoiano un digestivo, e si domandano come faranno a far credere agli italiani che 209 miliardi, di cui 81 a fondo perduto, sono un’elemosina.
Ma in fondo è l’Italia dei terroni che votano Lega. Dove quindi nulla, nulla è impossibile con un po’ di buona propaganda.
Emilio Mola