Accordo Italia Albania: la ratifica del centro per migranti

ratificato l'accordo Italia Albania

Giovedì scorso, il parlamento albanese ha approvato un controverso accordo di collaborazione con l’Italia, concepito per aprire due centri di gestione migranti in territorio albanese. L’iniziativa dell’accordo Italia Albania, precedentemente concordata tra il primo ministro albanese Edi Rama e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, ha sollevato critiche e polemiche da parte di opposizioni politiche e organizzazioni per i diritti umani in entrambi i paesi.

L’accordo è stato approvato con una maggioranza di 77 voti favorevoli su 140, suscitando tensioni e boicottaggi durante la procedura di votazione. Problematici sono i dettagli chiave dell’accordo Italia Albania, come anche le reazioni delle opposizioni e le sfide potenziali che potrebbero emergere durante l’implementazione di questa collaborazione transfrontaliera nella gestione dei flussi migratori.

Accordo Italia Albania tra polemiche e sfide: varo dei centri migranti

Il Parlamento albanese ha recentemente approvato l’accordo bilaterale tra Italia e Albania, che prevede l’istituzione di due centri per la gestione dei migranti nel paese balcanico. Tuttavia, la decisione non è stata priva di contestazioni da parte delle opposizioni in entrambi i paesi e di critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani.



Il via libera dell’accordo Italia Albania, che prevede due centri per migranti in territorio albanese, è avvenuto il 15 febbraio con 93 voti favorevoli contro i 61 contrari. Tante, sia in territorio albanese sia in quello italiano, sono le voci contro l’accordo Italia Albania. Tra le proteste, sorge quella di Emergency che sostiene la violazione dei diritti umani e il fenomeno della deportazione umana. Emergency ha anche protestato contro l’ingente spesa che l’accordo Italia Albania comporta: tante le energie, gli uffici e le strutture adibite per un progetto di pericolosa prigionia.

Pianificazione e accordo bilaterale

L’accordo Italia Albania, inizialmente concepito nel novembre dello scorso anno tra il primo ministro albanese Edi Rama e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, ha ottenuto il via libera del Parlamento albanese con 77 voti favorevoli su 140. Nonostante la maggioranza, l’approvazione è stata segnata da dissensi e dal boicottaggio dell’opposizione durante il voto, con l’uso di fischietti per disturbare la procedura.

Aspetti chiave dell’accordo Italia Albania

L’Italia si impegna a coprire tutti i costi legati alla costruzione e al funzionamento dei centri, inclusi i costi medici, confermando il suo ruolo principale nell’iniziativa. L’accordo Italia Albania stabilisce chiaramente le responsabilità: le autorità italiane avranno il compito di gestire l’interno delle strutture, mentre le autorità albanesi dovranno garantire la sicurezza esterna dei centri e durante il trasferimento dei migranti.

I centri, progettati per ospitare complessivamente fino a 3.000 migranti, sono vincolati da esclusioni: minori, donne incinte e individui vulnerabili, che saranno invece sottoposti a una procedura di “sbarco selettivo” in Italia.

Reazioni e controversie

L’opposizione albanese, guidata dal Partito Democratico, ha da subito sollevato dubbi sull’accordo Italia Albania. Gazmend Bardhi, capogruppo parlamentare dell’opposizione, ha dichiarato che l’accordo va oltre il rapporto di amicizia con l’Italia, sostenendo che viola l’interesse pubblico e minaccia la sicurezza nazionale. Nonostante il ricorso presentato alla Corte Costituzionale, quest’ultima ha dato il via libera al protocollo il 29 gennaio, aprendo la strada alla sua attuazione.

Mentre l’accordo Italia Albania diventa operativo, le sfide non mancano. La gestione dei centri e il rispetto delle esclusioni stabilite potrebbero essere oggetto di monitoraggio da parte di organizzazioni per i diritti umani. Inoltre, l’atteggiamento dell’opposizione potrebbe influenzare la percezione pubblica dell’iniziativa. Resta da vedere come l’Italia e l’Albania affronteranno insieme le questioni legate alla gestione dei flussi migratori, bilanciando efficacemente la sicurezza e i diritti umani.

Il prossimo progetto del Centro di permanenza per migranti sarà nel nord ovest dell’Albania, a Giader. Oltre alla divisione tra sicurezza esterna e interna, nell’accordo Italia Albania, sono menzionate anche le persone cosiddette “vulnerabili” quindi bambini e minori, donne incinte, persone disabili sia fisicamente sia psicologicamente e gli anziani.

Lucrezia Agliani

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