È notizia di questi giorni che la Premier League, il massimo torneo inglese, ha deciso per bocca dei suoi club che la prossima sessione di mercato trasferimento calciatori chiuderà alle 17 del 9 agosto. Così presto? Sì, perché la Premier solitamente parte a ferragosto e le squadre dovranno essere completate entro la prima giornata.
La notizia ha fatto eco in Europa, Italia compresa, e pare che gli unici a essere interdetti da tale ipotesi che ora si paventa anche in Italia, siano i giornalisti e i cronisti. Unanime è stato invece il giudizio dei dirigenti di Juventus, Roma, Milan e via dicendo, che si sono dichiarati favorevoli all’ipotesi di consegnare le rose pronte agli allenatori che dovranno iniziare il prossimo campionato entro l’inizio dello stesso e non a calciomercato in corso.
Cosa c’è infatti di più mediatico e idoneo per tenere desta l’attenzione degli utenti, del calciomercato? Per questo i media in futuro dovranno “chiudere le porte” dell’hotel milanese di turno dove si svolgono gli ultimi tre giorni di trattative, in anticipo rispetto a una tradizione che dura da decenni. Eppure ai tempi di Gigi Riva, il calciomercato chiudeva il 6 luglio, oppure negli anni ’90 si riapriva una finestra in novembre, momento in cui nel 1993 il Milan sostituì l’infortunato Boban con un certo Marcel Desailly che fece le fortune dei rossoneri sin da subito.
Il bombardamento mediatico relativo al calciomercato, argomento principe dell’estate quando le uniche partite possibili sono quelle sulla spiaggia, ha raggiunto livelli non più tollerabili. La corsa alla notizia è già di per sé il boccone preferito dagli addetti ai lavori, figuriamoci se si tratta di arrivare prima su qualcosa che viene stabilito a colpi di cene, puntate negli alberghi o incontri segreti a tarda notte.
Non è sempre detto che l’arrivo di un giocatore a campionato iniziato possa stravolgere gli equilibri del torneo, ma è anche vero che prima si inizia a lavorare su un materiale pronto e definitivo, e migliori saranno i risultati. È stata la strategia del Milan, che ha scelto di comprare tanto e subito, dando in mano a Montella almeno il settanta-ottanta percento della squadra definitiva su cui lavorare. Questo è in piccola scala ciò che dovranno fare tutti molto presto, se anche la serie A si troverà concorde nel chiudere con una decina di giorni d’anticipo rispetto a quanto siamo abituati a vedere ormai da tante estati. Con buona pace dei giornalisti e dei cronisti, e forse anche di qualche ristoratore. Non ci sarà più spazio per darsi tempo, ma si dovranno chiudere molto presto anche affari di grande calibro, per restituire quanto prima al pallone, al campo e al calcio giocato il ruolo di protagonisti.
Stefano Ravaglia