Oggi il costo della vita è notevolmente aumentato. E, ognuno, cerca di sbarcare il lunario come può. Ci sono le persone che giocano ai casinò aams per tentare la fortuna, chi fa straordinari, chi cambia lavoro e così via. Molti, però, non sanno che una parte degli aumenti dei prezzi è dovuto alla benzina. Anzi, precisamente alle accise sulla benzina. Le risorse energetiche attualmente sul mercato che rappresentano un bene primario fondamentale sono tante. Per lo più esse sono di derivazione naturale, e fanno parte di quelle materie prime che poi attraverso dei processi di lavorazione restituiscono un prodotto finale notevole. Uno di questi è il carburante che alimenta le nostre auto e che è figlio del petrolio. In questo settore i prezzi oscillano di continuo in base all’andamento generale di mercato, al contesto ambientale, bellico e ad altri fattori che incidono sulla variazione. In questo focus esamineremo in particolare la questione accise sulla benzina, vedendo poi quanto costa un litro di benzina senza accise, quando si finiranno di pagare le accise, quanto ci guadagna lo Stato, perché ci sono le accise, quali sono quelle eleminate e la difficile ed annosa questione della guerra in Etiopia che influenza tale settore.
Quali sono le accise sulla benzina?
Iniziamo questa disamina muovendo da un punto essenziale: ossia quali sono ad oggi le accise sulla benzina. Partiamo dal dire che sono in tutto 19 le accise sulla benzina attualmente, la cui sommatoria ammonta a circa 0,40 euro/litro non comprensiva dell’imposta sulla produzione dei carburanti (che porta il costo finale a 0,73 euro/litro).
Quanto costerebbe un litro di benzina senza accise?
Ciò che fa la differenza nel costo finale pagato dal consumatore ogni qual volta fa benzina è appunto la somma di accise e imposte sulla fabbricazione del carburante. Una tassazione senza la quale il prezzo sarebbe notevolmente più basso. Infatti da un costo medio di 1,9477 euro a litro si scenderebbe a 0,8680 euro a litro.
Quando si finiranno di pagare le accise?
Come notato, dunque, le accise insieme all’imposta di fabbricazione innalzano e di molto il prezzo finale del carburante pagato dal consumatore. L’ultimo taglio in tal senso è stato operato dal governo Draghi, che comunque pare che quest’ultimo abbia un ottimo rapporto con l’attuale premier Giorgia Meloni, nel 2022, con una riduzione di 0,25 centesimi di euro a litro. In realtà si parla spesso di bonus sulla benzina, di agevolazioni ma mai di una fine delle accise. Una scadenza ultima che sembra quasi una chimera, impossibile da raggiungere.
Quanto guadagna lo Stato con le accise sulla benzina?
Vedendo tale situazione dalla prospettiva dello Stato, beh sicuramente le accise costituiscono un elemento ottimo di introito. Infatti si parla di un ricavo annuo da questa imposta sul carburante di circa 5,6 miliardi di euro. Ciò tenendo conto del fatto che il consumatore paga il 54,5% di tasse ed il 50,5% sul gasolio.
Perché ci sono le accise?
Motivare il perché dell’esistenza delle accise sul carburante significa compiere un passo indietro nel tempo di quasi 100 anni. Infatti bisogna tornare agli anni 30’ per l’introduzione di questa imposta su benzina e prodotti affini. Esse furono introdotte come misura emergenziale in caso di disastri o eventi bellici particolarmente negativi per l’economia del Paese. Di fatto le guerre hanno sempre comportato oltre che un sacrificio di uomini anche di risorse economiche. La spesa per gli armamenti, per la ricostruzione post bellica, per fare degli esempi, dovevano in qualche modo essere controbilanciate. E quale sistema migliore se non quello della tassazione per recuperare quanto perduto. Un po’ come accade ancora oggi con le tasse attuali che servono allo Stato come sistema di rientro da ammanchi che altrimenti genererebbero un debito ancor più duro da fronteggiare. Misure, queste, non di certo felici come mezzo di contrasto, ma che restano tali nonostante il passare degli anni, e che sembrano non conoscere una fine.
Quanto è il guadagno su un litro di benzina?
Venendo poi a coloro che sono proprietari del carburante, questi al pari dello Stato guadagnano su benzina e gasolio. La loro percentuale si aggira intorno al 10%, per ogni litro di benzina ad esempio. Quindi se il consumatore fa un pieno di 50 euro, il proprietario intascherà da par suo ben 5 euro. Una cifra che vista cosi sembra irrisoria, ma che se rapportata all’enorme flusso che ogni stazione di carburante genera, diventa davvero ingente e rilevante.
Accise benzina eliminate: quali sono?
Se prima del 2023 esistevano delle accise che erano state in qualche modo ridotte o revocate, a partire dal 1° gennaio 2023 la situazione è nuovamente cambiata. Infatti sono stati tolti i tagli a tutte le accise, quindi benzina, diesel e GPL. Uno stop al taglio delle accise che non è stata di certo una buona notizia per la popolazione, sempre più in una condizione di crisi economica e di spese che diventano difficili da affrontare e sostenere nel lungo periodo.
Accise benzina guerra Etiopia: ci sono ancora? Perché?
Come detto nei paragrafi precedenti, le accise sono state introdotte negli anni 30’ come misura di rientro economico dal periodo bellico. Spesso le guerre sono strettamente correlate alle imposte e alla tassazione e ne determinano l’oscillazione di valore sul mercato (al pari ad esempio del costo dei beni primari e non solo). La situazione della guerra in Etiopia è quella che nel recentissimo periodo si sta correlando in maniera forte alle accise sulla benzina. Sempre più insistente, infatti, si era fatta la voce secondo cui le attuali imposte sul carburante servivano a pagare tale situazione bellica etiope. In realtà non è più così dal 1995, periodo storico governato dall’allora presidente Dini. Questi rese le accise strutturali, il che vuol dire che esse da quel momento in poi sono state inserite come misura di risanamento di qualsivoglia voce di spesa del bilancio dello Stato. Un particolare di cui però spesso non si tiene conto e che soprattutto in sede parlamentare e di dibattito politico viene omesso per far leva elettorale sulla questione annosa delle accise ai danni dei consumatori. Una sorta di gancio su cui fare leva per attirare dalla propria parte il favore di una parte di popolo quando poi sarà chiamato alle urne. Ad ogni modo le accise non finanziano alcuna guerra, ed il loro rincaro non è certo figlio di questo evento in Etiopia.