Secondo l’ultimo rapporto dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su tre non ha accesso all’acqua potabile gestita in sicurezza né ai servizi igienico-sanitari essenziali.
Nel ventennio 2000-2020 le persone con accesso all’acqua potabile sono aumentate da 3,8 a 5,8 miliardi (Mld). Tuttavia, nel mondo sono ancora troppi coloro i quali non hanno la possibilità di bere in sicurezza e la loro distribuzione è fortemente disomogenea. “Anche se positivo, è un processo fragile e iniquo”, come affermano le organizzazioni internazionali, sottolineando l’urgenza di prendere ulteriori provvedimenti.
“The State of the World’s Drinking Water” – i dati
Fornire un maggiore accesso all’acqua potabile sicura ha salvato molte vite, la maggior parte delle quali bambini.
Ogni anno muoiono circa 1,5 milioni di persone, di cui molti sono bambini, poiché impossibilitate ad usufruire di acqua potabile. Infatti, le falde contaminate da batteri e veleni rappresentano la causa principale di malattie, quali la febbre tifoide e il colera, che ogni anno uccidono circa 2,9 milioni di persone. Purtroppo tali infezioni si manifestano con sintomatologie limitanti, spesso gravi come la dissenteria, il cui effetto principale è proprio la perdita di liquidi e sali minerali.
Nei bambini le diarree sono un pericolo ancora maggiore, in quanto i ripetuti attacchi, se non trattati, possono determinare una drastica riduzione dell’assunzione di nutrienti, peggiorando di conseguenza lo stato, spesso già presente, di malnutrizione. A tal proposito, le stime individuano le diarree come la quarta principale causa di morte nei bambini sotto i cinque anni.
La contaminazione da agenti patogeni
I responsabili dell’inquinamento delle acque sono molteplici e tra questi si annoverano sia i batteri, ad esempio E. coli, Shigella, Campylobacter, sia i virus, tipo i norovirus e rotavirus; in ultimo, non mancano i parassiti, quali Giardia e Cryptosporidium, che causano sintomi gastroenterici molto forti. Infatti, la possibilità di trattare regolarmente le acque ridurrebbe le probabilità di contagio e di conseguenza lo sviluppo di malattie gravi, talvolta mortali. Lo conferma un studio pubblicato su The Lancet, secondo il quale l’accesso all’acqua potabile riduce del 52% il rischio di diarree nell’età infantile.
La contaminazione chimica
Nel mondo, tra le 94 e 220 milioni di persone vivono a rischio esposizione a concentrazioni elevate di arsenico, fluoruro, piombo e nitrati. A differenza dei patogeni, gli agenti chimici danneggiano nel lungo periodo, spesso provocando lesioni irreversibili. Ad esempio, l’arsenico può portare il cancro e favorire lo sviluppo di malattie cardiovascolari, mentre in età infantile sembrerebbe collegato a deficit nello sviluppo cognitivo.
La piaga dell’igiene
L’accesso all’acqua potabile è indispensabile anche per migliorare le condizioni igieniche in cui molte popolazioni sono costrette a vivere. Purtroppo, ci sono realtà dove l’acqua corrente è presente, ma in quantità non sufficienti per lavarsi le mani, il viso e il corpo, nonché per la pulizia dei bagni e delle lavanderie. Anche in questo caso, un incremento delle quantità disponibili, ridurrebbe il rischio di contaminazione, diffusione e trasmissione di agenti patogeni, migliorando anche la qualità di vita delle persone.
I Governi e il settore privato devono intraprendere azioni importanti adesso per accelerare servizi di approvvigionamento idrico e igienici inclusivi e sostenibili sia nelle aree urbane che in quelle rurali.
Queste le parole di Saroj Kumar Jha, Direttore Globale della Water Global Practice del Gruppo Banca Mondiale. A tal proposito, il Report definisce in modo molto dettagliato quali raccomandazioni seguire, per attuare un programma di miglioramento sostenibile e con budget non particolarmente esosi.
Accesso all’acqua potabile e l’aggravante del cambiamento climatico
Sebbene a rilento, dal 1990 sono stati fatti diversi passi in avanti per implementare la fornitura di acqua potabile, tuttavia le conseguenze del cambiamento climatico non solo limitano lo sviluppo di nuovi progetti, ma anche mettono a rischio quanto già raggiunto. Infatti, inondazioni, precipitazioni, siccità estreme, l’innalzamento del livello del mare e delle temperature sono una minaccia oggettiva per le forniture di risorse idriche.
Sulla base delle criticità riscontrate in ciascuna area, sarebbe necessario prendere dei provvedimenti specifici che tutelino la popolazione locale, garantendole un adeguato accesso all’acqua potabile. Ad esempio, nelle zone soggette a inondazioni, sarebbe opportuno istallare infrastrutture sopraelevate; invece, laddove le manifestazioni meteorologiche estreme sono costanti, costruire serbatoi più resistenti e strategicamente localizzati.
L’acqua è un diritto per tutti gli essere umani; senza acqua non c’è futuro. L’accesso all’acqua è un obiettivo comune. Esso è un elemento centrale nel tessuto sociale, economico e politico del paese. L’acqua è democrazia!
Da sempre simbolo della vita, l’acqua accompagna la storia del mondo e dell’umanità fin dalle sue origini. Dalle forme più semplici alle più complesse, ciascuna è composta prevalentemente da questa meravigliosa molecola, le cui capacità chimico-fisiche affascinano persino i meno avvezzi alla scienza.
Un bene tanto essenziale quanto spesso impropriamente sprecato nelle società dove la sua disponibilità non è ancora un lusso, ma potrebbe diventarlo. E in questa triste fotografia di disuguaglianze politiche, economiche e sociali, l’accesso all’acqua potabile rimane una sfida contro il tempo per salvare vite, persone che troppo spesso muoiono nell’ombra di un’imbarazzante omertà e di un ostentato disinteresse.
Era il 28 luglio 2010 quando l’ONU dichiarò per la prima volta il diritto all’acqua “un diritto umano universale e fondamentale”. Fu un traguardo importante, ma anche l’inizio di una nuova sfida che ancora troppe battaglie deve veder combattere.
Carolina Salomoni