Abu Mazen al vertice dei BRICS: “Israele vuole svuotare Gaza dei palestinesi”

Abu Mazen

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Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha lanciato pesanti accuse contro Israele durante il vertice dei BRICS allargato, tenutosi recentemente a Kazan, in Russia. Il leader palestinese ha denunciato quello che considera un piano deliberato di Israele per “svuotare” la Striscia di Gaza della popolazione palestinese, una mossa che mira a indebolire ulteriormente i diritti del popolo palestinese.

Il vertice, che ha visto la partecipazione di circa quaranta Paesi, ha offerto ad Abu Mazen una piattaforma internazionale per esporre la situazione della Striscia di Gaza e denunciare quello che percepisce come un progetto di lungo termine di Israele per espellere i palestinesi dalla loro terra. Oltre ai rappresentanti dei Paesi BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – al vertice ha partecipato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sottolineando l’importanza internazionale della questione palestinese.

Le accuse di Abu Mazen: un piano di espulsione sistematica

Nel suo discorso, Abu Mazen ha dipinto un quadro cupo della situazione attuale nella Striscia di Gaza. Ha accusato Israele di portare avanti una strategia sistematica volta a creare un contesto di vita insostenibile per i palestinesi, costringendoli a lasciare le loro case e cercare rifugio altrove. Secondo il leader palestinese, le continue operazioni militari, il blocco economico, e la limitazione di beni essenziali, tra cui acqua, cibo e medicinali, stanno rendendo la vita dei cittadini di Gaza insopportabile.

Le politiche adottate da Israele, ha proseguito, non sarebbero solo finalizzate a colpire Hamas, ma l’intera popolazione civile. Abu Mazen ha denunciato il fatto che i bombardamenti israeliani, le incursioni militari e l’assedio economico rappresentano una forma di “pulizia etnica“, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la presenza palestinese nella Striscia e di creare un’area priva di resistenza.

L’impatto umanitario della situazione a Gaza

L’intervento di Abu Mazen al vertice dei BRICS ha messo in evidenza le difficoltà umanitarie cui la popolazione di Gaza è quotidianamente esposta. Il blocco imposto da Israele e sostenuto anche dall’Egitto ha gravemente limitato l’accesso alle risorse essenziali, mettendo a rischio la sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone. In particolare, il leader palestinese ha richiamato l’attenzione sulla carenza cronica di elettricità e acqua potabile, la crescente disoccupazione e la dipendenza dalle agenzie umanitarie internazionali per la fornitura di cibo e assistenza sanitaria.



La Striscia di Gaza, una delle aree più densamente popolate al mondo, è stata teatro di numerosi conflitti tra Israele e Hamas negli ultimi anni. Ogni ciclo di violenza ha provocato un ulteriore deterioramento delle condizioni di vita dei palestinesi. L’assedio economico e la chiusura dei confini hanno isolato la regione, impedendo il flusso regolare di beni e limitando la possibilità di ricostruzione. Abu Mazen ha sottolineato che la comunità internazionale non può restare in silenzio di fronte a quella che ha definito una crisi umanitaria deliberatamente provocata.

L’appello alla comunità internazionale

Davanti a un pubblico internazionale, Abu Mazen ha chiesto un intervento urgente e deciso da parte della comunità internazionale. Il leader palestinese ha invitato i Paesi partecipanti al vertice dei BRICS, così come le Nazioni Unite, a prendere posizione contro quella che ha descritto come una “politica di apartheid” messa in atto da Israele contro il popolo palestinese. In particolare, ha chiesto che vengano adottate misure concrete per porre fine al blocco della Striscia di Gaza, permettendo la riapertura dei valichi e il ripristino di un flusso regolare di beni e servizi essenziali.

Abu Mazen ha inoltre ribadito la necessità di un impegno globale per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, sottolineando che solo una soluzione basata sul principio dei due Stati potrà garantire una pace duratura nella regione. Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto alla comunità internazionale di non abbandonare i palestinesi, ricordando che la questione di Gaza è strettamente legata alla lotta per l’autodeterminazione e per il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente.

Le reazioni internazionali

Le parole di Abu Mazen hanno trovato un pubblico sensibile al vertice dei BRICS, un forum che si è progressivamente affermato come un’importante piattaforma per le questioni geopolitiche globali. Paesi come Cina e Russia hanno storicamente espresso il loro sostegno ai diritti dei palestinesi e hanno criticato le politiche israeliane nei Territori Occupati. Al vertice, diversi leader hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di un dialogo politico per risolvere il conflitto e porre fine alle sofferenze della popolazione civile a Gaza.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, presente all’incontro, ha riaffermato l’impegno dell’ONU a favore di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese. Guterres ha esortato entrambe le parti a riprendere i negoziati e ha sottolineato che il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario deve essere una priorità in ogni fase del conflitto. Tuttavia, nonostante le parole di sostegno, non è ancora chiaro quali azioni concrete verranno intraprese a livello internazionale per alleviare la situazione a Gaza.

La posizione di Israele

Israele, da parte sua, ha respinto fermamente le accuse di Abu Mazen, sostenendo che le sue operazioni militari a Gaza sono rivolte esclusivamente contro Hamas, che considera un’organizzazione terroristica. Le autorità israeliane hanno giustificato il blocco della Striscia come una misura di sicurezza necessaria per impedire il contrabbando di armi e l’infiltrazione di miliziani. Israele ha inoltre sostenuto che la responsabilità del deterioramento delle condizioni umanitarie a Gaza sia da attribuire a Hamas, che controlla l’area e che avrebbe sfruttato le risorse per fini militari, piuttosto che per il benessere della popolazione civile.

Il discorso di Abu Mazen al vertice dei BRICS rappresenta un tentativo di riportare l’attenzione internazionale sulla drammatica situazione a Gaza e sul conflitto israelo-palestinese. Le accuse rivolte a Israele sono pesanti e contribuiscono a riaccendere il dibattito su una questione che, nonostante anni di trattative e tentativi di pace, resta ancora lontana da una soluzione. La comunità internazionale sarà chiamata, ancora una volta, a decidere se e come intervenire per evitare un ulteriore peggioramento della crisi in una delle regioni più instabili del mondo.

Vincenzo Ciervo

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