Occulto, dal latino “occultus” (nascosto): è qualcosa di invisibile, è un Abracadabra! che rompe il muro della materialità
Perfino l’uomo più pragmatico, almeno una volta nella vita, ha messo in dubbio la realtà così com’è, ipotizzando l’esistenza di un qualche motore soprannaturale capace di guidare le sorti della propria vita, oltre che dell’Universo intero
Ciò scaturisce dal desiderio, insito in ognuno di noi, di trovare un rifugio dal male, oppure un’arma mistica, un Abracadabra! che renda – chiunque ne entri in possesso – artefice del proprio destino.
Che sia un mantra, una preghiera o un simbolo, ciò non fa differenza, in quanto essi sono tutti mezzi utili affinché la paura venga esorcizzata.
Le pratiche magiche sono molto antiche, risalgono alla preistoria, quando ancora si cercava di spiegare fenomeni naturali allora incomprensibili
Come la Dea madre raffigurata nelle veneri paleolitiche, o i simboli fallici, feticci che rappresentavano il mistero della procreazione, tutto ciò racchiude una ritualità insita nell’essere umano e ormai radicata nel nostro inconscio. E, ancora oggi, è forte in noi l’impulso di tradurre al meglio le nostre esperienze sensoriali, cercando di giustificare l’ignoto con qualunque mezzo, che sia razionale o irrazionale.
Perché l’occulto sprigiona un fascino arcaico in tutti noi?
E’ un mistero da svelare, o un bisogno di stravaganza e singolarità. E’ il desiderio nascosto di cullarsi nell’illusione di poter controllare gli eventi, sferzare la bacchetta magica urlando “Abracadabra! ” per poi vincere, magari, al superenalotto. Tutto ciò cela la vanagloriosa ambizione di gestire il fato, quel disegno da sfidare quasi fossimo Dio. Così facendo, ogni ombra di debolezza svanisce e questa piccola magia sembra curare dall’isteria di massa di un sistema societario schiacciante.
Ancora oggi, come allora, spuntano ovunque schiere di medium, sensitivi, astrologi, o anche oracoli che, come moderni Tiresia, decodificano le trame infinite del destino. Ciò è spesso causa di tristi speculazioni, poiché la mente umana è un groviglio di cunicoli, stanze nascoste, archivi infiniti di desideri e paure.
Quale potere ci aspettiamo, dunque, da un Abracadabra?
L’astrologo e il veggente ci leggono il futuro, cosicché possiamo tutelarci in anticipo dall’imprevisto.
Il sensitivo ci mette in contatto con angeli custodi e spiriti guida, nonché con i nostri cari defunti e questo conforta in quanto fortifica la certezza di un aldilà.
Il mago e la strega sono in grado di fornire i mezzi necessari alla vita terrena: amuleti portafortuna, elisir di bellezza, erbe protettive, incantesimi di ogni genere capaci di fronteggiare le avversità. Insomma, un pacchetto ben fornito che spesso viene pagato caro e messo in vendita come fosse la pietra filosofale dell’alchimista.
E’ facile cadere nell’errore, perché questo bisogno si amplifica proprio nei momenti più difficili e oscuri dell’esistenza. E chi non ne ha?
L’attenzione all’oroscopo sul giornale al mattutino, mentre si sorseggia un caffè, lo sguardo curioso alla veggente che legge i tarocchi in tv, o l’ennesimo post sulle previsioni Maya. Beh, sono tutte cose che in condizioni di normalità attirano un interesse marginale e non necessariamente nocivo. Ma se a ciò aggiungiamo (esempio a caso) una pandemia globale, certi aspetti avranno sicuramente una risonanza e un’influenza maggiore.
E’ il caso delle premonizioni di Sylvie Browne, nota veggente americana che (sembrerebbe) abbia predetto il COVID-19
Nel suo libro del 2004 intitolato: “Profezie. Che cosa ci riserva il futuro“, in uno dei passaggi la Browne citava così:
Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, sembrerà scomparire completamente per altri dieci anni, rendendo ancora più difficile scoprire la sua causa e la sua cura.
Da “Profezie. Che cosa ci riserva il futuro” di Sylvie Browne (2004)
Ad una veloce prima lettura, ciò sembrerebbe sconcertante, poiché la similitudine con quanto avviene nell’attualità è senza dubbio calzante. Tuttavia, analizzando più attentamente, è possibile che tale “premonizione” sia in realtà una fortuita intuizione dell’autrice. Infatti, fu pronunciata negli anni appena successivi alla diffusione della SARS, quando non era certo difficile elaborare una previsione del genere, probabilmente frutto di un’attenta riflessione sui possibili sviluppi del virus allora in corso.
In ogni caso, al momento siamo più sesibili al riguardo e probabilmente molti si staranno ponendo questa domanda: Che Sylvie Browne sia davvero in possesso di poteri magici?
Questo avvicina molti al pensiero che esista un mondo oltre la sfera terrena e che quello sia l’unica via di salvezza. Ma, purtroppo, l’unico sviluppo a cui tale credenza può portare è uno stato di profonda negligenza, un’omissione delle proprie responsabilità, sia sociali che verso la cura intima di sé.
Carl Gustav Jung, eccentrico psicologo del ‘900, studiò con interesse l’attenzione verso l’occulto
Armato sì di razionalità, ma anche di una grande apertura mentale, Jung approfondì argomenti complessi come quello della rappresentazione dell’inconscio e il confine tra malattia e misticismo. Anche se lasciò in superficie un sottile velo di mistero riguardo l’argomento studiato, Jung – in quanto anzitutto scienziato – riuscì a sintetizzare tale fenomenologia in una logica analisi dei fatti. Egli scrisse:
In questa età di materialismo si è avuta una reviviscenza della fede negli spiriti, sia pure a livello più elevato. Non si tratta di una ricaduta nella superstizione, ma del bisogno di proiettare la luce della verità su un caos di fatti malsicuri.
Da “Psicologia dei fenomeni occulti” di Carl Gustav Joung
Questa analisi del contesto appare attualissima, che sia una premonizione anche questa? No, ciò che dedusse Jung fu solo l’esplicita dimostrazione che, per quanto possiamo evolvere, desideri e impulsi restano intatti nel nostro inconscio. Tali arcaiche connotazioni riaffiorano violente nel momento del massimo bisogno, cioè quello dello smarrimento, dell’impotenza e della solitudine.
E’ necessario tenere a mente quando possa diventare pericoloso perdere il senso della realtà
La magia, l’illusione che l’Abracadabra! sia reale… E’ bello credere in tutto questo, di tanto in tanto. Nonostante l’incanto però, vincolare ogni aspetto della propria esistenza ad un misticismo esasperato è molto dannoso. Vivere nella continua ricerca del soprannaturale, senza mai svegliarsi dall’illusione, può portare (specie per le menti più “fragili”) a perdere completamente il senso del tangibile. In poche parole: è bello perdersi, fin tanto che si riesce a tornare.
Non è un piccolo e comune gesto scaramantico il problema, né un innocuo Abracadabra! Bensì il rischio che una labilità fisica o mentale possa essere sfruttata da persone senza scrupoli.
Non c’è nulla di male nel mantenere vivo il folklore, concedersi il fascino del mistero o abbracciare un qualunque credo spirituale; l’importante però è non andare a intaccare quel poco di raziocinio necessario alla sopravvivenza. Perché è vero che il “Diavolo” esiste, ma non quello munito di corna e zoccoli, bensì il lato oscuro della psiche, della crudeltà insita nell’essere umano, e la “magia” non è sufficiente a proteggerci da esso.
Non basta un Abracadabra! Ci vuole forza interiore, coraggio e fiducia in se stessi e – soprattutto – un enorme senso di responsabilità delle proprie azioni
Se fai del bene ne ricevi altrettanto, eccolo l’incantesimo! Bisogna tenere a mente (come fosse un mantra, appunto!) che non è la magia a risolvere i problemi e che, se la vita è difficile e non da tregua, forse abbiamo solo bisogno di fermarci un attimo e circondarci di persone che possano sostenerci con il proprio affetto… Perché in fondo il vero Abracadabra! è tra le braccia di chi ci vuole bene, e questo non ha MAI prezzo.
Sabrina Casani