Aborto in Francia: l’inserimento del diritto in Costituzione

diritto dell'aborto in Francia

Il 8 marzo 2024 è destinato a rimanere impresso nei libri di storia, poiché la Francia si è guadagnata il titolo di primo paese al mondo a inserire l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nella sua Costituzione. Con un sorprendente consenso, 780 voti favorevoli su 925, deputati e senatori hanno preso parte a un momento epocale a Versailles, approvando una modifica all’articolo 34 che sancisce il diritto di aborto in Francia. Secondo l’articolo infatti, “la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di fare ricorso a un’interruzione volontaria di gravidanza.”

La celebrazione nazionale per l’aborto in Francia: illuminazione della Torre Eiffel

Il Parlamento francese, riunito in seduta comune tra i deputati e i senatori, dopo essersi riunito a Versailles, ha approvato il diritto all’aborto in Francia, segnandosi così come il primo paese ad inserire l’interruzione volontaria di gravidanza come diritto effettivo costituzionale, quindi legge di rango primario che deve essere assolutamente osservata, indipendentemente dalle singole opinioni di medici e personale sanitario.

L’approvazione, avvenuta a gran voce anche nelle aule parlamentari, è stata schiacciante: i voti favorevoli registrati sono stati 780 contro 72 contrari. L’articolo 34 è infatti stato approvato per la modifica e l’integrazione del diritto all’aborto in Francia. Tanti sono stati i festeggiamenti della popolazione, soddisfatta per la vittoria delle donne. L’approvazione dell’aborto in Francia come diritto costituzionale era fortemente richiesto: Macron infatti aveva l’onere della conferma della modifica dell’articolo 34, in prima linea richiesta dalle attiviste femministe.

Il simbolo di Parigi, la Tour Eiffel, si è illuminato in modo straordinario durante il voto, mentre gli interventi toccanti della presidente dell’Assemblée Yaël Braun-Pivot e del primo ministro Gabriel Attal sono stati proiettati su un enorme schermo al Trocadéro, di fronte a una folla entusiasta. A Versailles, la consapevolezza della Francia come modello per il mondo ha permeato l’atmosfera. In particolare, eccitazione e soddisfazione era palpabile tra le parlamentari, che vedono il paese come uno scudo contro le incertezze del futuro in un momento in cui i diritti vengono minacciati da forze conservatrici e populiste.

Il cammino verso la riforma del diritto all’aborto in Francia: tensioni, emendamenti e successi

Il percorso per il diritto all’aborto in Francia è stato lungo e complesso, con 18 mesi di tensioni, emendamenti e aggiustamenti del testo finale. Già nel 2018, la proposta era stata avanzata dalla France Insoumise, ma il momento decisivo è arrivato con l’ansia provocata dalla decisione della Corte suprema degli Stati Uniti nell’estate del 2022 di annullare la storica decisione del 1973 Roe vs Wade. Il governo Macron ha guidato il progetto, cercando un consenso attraverso trattative serrate sul testo.

Sicuramente la decisione della revisione costituzionale è una mossa strategica per la politica e la popolarità di Macron, che ultimamente sta vivendo temi abbastanza bui, tra le tragedie nelle banlieue e le riforme sul lavoro dello scorso anno. La ministra per l’uguaglianza di genere si è augurata che la Francia possa essere d’esempio per tutti i paesi dell’Unione Europea.

L’argomento del diritto all’aborto in Europa è molto delicato: alcuni paesi infatti non sono molto propensi ad accettarlo come diritto inalienabile delle donne – come a Malta o in Polonia -, mentre in Spagna si sta cercando di aprire sempre di più la possibilità di ricorrere all’aborto anche per le minorenni.

Un passo avanti per i diritti delle donne 

La riforma, che sarà promulgata l’8 marzo, è stata accolta con un sostegno straordinario dall’86% della popolazione francese, che l’ha definita un voto “storico” e una “vittoria femminista”. Cinquant’anni dopo la legge Veil che depenalizzò l’aborto, la Francia si posiziona ancora una volta come pioniera. Ora, qualsiasi tentativo futuro di limitare il diritto all’aborto dovrà passare attraverso una riforma costituzionale, richiedendo il voto dei tre quinti del Congresso.

Non è sicuramente una novità lo slancio popolare e protorivoluzionario che il popolo francese, storicamente, ha sempre avuto. Sopratutto per ciò che riguarda i diritti, ancor più individuali che collettivi, la Francia si è sempre inserita in uno dei paesi dell’Europa che più alza la voce e il cui popolo può effettivamente dimostrarsi “pericoloso”.

Pericoloso si fa per dire, anche se molte sono state le voci discordanti a seguito della riforma costituzionale sull’aborto in Francia. I pro-vita e l’ala ultra cattolica e conservatrice francese ha espresso il proprio disagio e la preoccupazione nel pensare che è giusto secondo la legge autorizzare la morte di una vita nascente. 

Il Vaticano e le manifestazioni anti aborto in Francia

A proposito delle esagerazioni dei pro-vita riguardo alla morte di embrioni come vite spezzate, la polemica dell’aborto in Francia è velocemente arrivato anche in Italia, sede del Vaticano e il più grande paese catalizzatore del cristianesimo. I pro-vita in Italia hanno addirittura parlato di un ritorno del “potere giacobino”, probabilmente senza pensare al passato politico di Macron.

Le critiche al voto non si sono fatte attendere, con il Vaticano che ha ribadito la sua opposizione a qualsiasi “diritto di sopprimere la vita umana”. La conferenza episcopale francese ha lanciato un appello al digiuno e alla preghiera. Anche se alcuni manifestanti anti-aborto si sono radunati a Versailles, vestiti di nero come in un funerale, la riforma ha ottenuto un ampio sostegno nella società francese.

Francia, pioniera nei diritti delle donne

L’inclusione esplicita del diritto all’aborto in Francia e nella sua Costituzione sottolinea il ruolo di leader del paese gallico nella difesa dei diritti delle donne. Questa modifica rappresenta non solo una vittoria legislativa ma anche un messaggio universale di progresso e uguaglianza. Mentre il resto del mondo osserva, la Francia si distingue come un faro di speranza e cambiamento in un mondo dove la lotta per i diritti delle donne continua.



Questa è una vittoria importante, che rende fiere e libere molte donne. Allo stesso tempo però, bisogna conoscere i motivi per cui Macron ha approvato questa riforma costituzionale, probabilmente nel nome di una più grande popolarità dopo le sue recenti dichiarazioni sulla guerra, le strategiche alleanze con l’ultradestra e le decisioni di militarizzazione nelle strade francesi.

È questa una vittoria femminista, e non femminile: la pratica femminista mira sopratutto al bene della collettività per la difesa dei corpi delle donne e la loro autonomia e autodeterminazione, delle menti e dei corpi. È sicuramente una vittoria che sottolinea una garanzia, che deve essere formale e sostanziale, di tutela delle donne rispetto ad una società patriarcale e fortemente cristianizzata.

 

Lucrezia Agliani

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