Nel 1923 l’editore Alfred A. Knopf pubblicò un piccolo libro di uno sconosciuto poeta libanese-americano di nome Kahlil Gibran. Avendo aspettative modeste, stampò solo 1.500 copie. Quel libro era Il profeta, diventato un grande successo che ha venduto oltre nove milioni di copie solo nel Nord America.
La casa editrice Knopf ha avuto a lungo il copyright nordamericano sul titolo. Ma questo cambia dal 1 gennaio 2019.
Il profeta sarà svincolato dal copyright, insieme a migliaia di opere di altri grandi autori quali Marcel Proust, DH Lawrence, Agatha Christie, Joseph Conrad, Edith Wharton, Rudyard Kipling, Robert Frost e Wallace Stevens.
Copyright: la legge fino ad ora e gli impatti
Quando la prima legge sul copyright fu approvata negli Stati Uniti nel 1790, il termine massimo era di 28 anni, prolungato progressivamente nel corso dei decenni. La legge del 1998, che aveva allungato i termini del copyright per le opere pubblicate tra 1923 a 1977 da 75 a 95 anni dalla pubblicazione, aveva destato particolare scalpore per due motivi: in perché adottata dietro l’invito della Disney per tenere sotto diritti di autore fino al 2024 Steamboat Willie, tanto da essere ribattezzata Mickey Mouse Protection Act e perché portava a quasi un secolo il copyright.
Alcuni studi dimostrano che l’estensione del diritto d’autore ha un impatto negativo sulla disponibilità dei libri. Gli editori spesso smettono di stampare alcuni libri ma ne mantengono ancora il copyright, quindi nessun altro può rilasciare nuove edizioni di quei libri. Un’esperta di proprietà intellettuale presso la facoltà di Legge di Harward, Rebecca Tushnet, si era espressa così:
Il termine del copyright è troppo lungo ora.
Copyright: cosa accadrà
Abolito il Copyright dal 2019, il termine di 95 anni verrà a cadere per molte opere: per i prossimi cinquant’anni, ogni 1 gennaio svincolerà dal copyright romanzi, opere teatrali ma anche musica e film. L’impatto per i romanzi sarà particolarmente imponente nei prossimi anni dato gli anni Venti furono un periodo estremamente fertile per la letteratura occidentale, grazie ad autori come F. Scott Fitzgerald, William Faulkner, Ernest Hemingway e Virginia Woolf.
Questo cambiamento avrà profonde ripercussioni per gli editori e gli eredi, che rischiano di perdere sia denaro che il controllo creativo delle opere. Le case editrici rivali potranno pubblicare nuove edizioni cartacee e gli studiosi potranno pubblicare nuove versioni e interpretazioni annotate. I produttori teatrali e cinematografici potranno adattare le opere a film, opere teatrali e musical senza doversene assicurare i diritti. Scrittori e artisti potranno creare nuovi lavori basati sulle storie senza essere colpiti da una causa di proprietà intellettuale: i fan potranno anche pubblicare e vendere i propri sequel e spin-off, anche in chiave del tutto lontana dall’originale, come il Pride and Prejudice and Zombies del 2009.
Imke Reimers, assistente di economia alla Northeastern University, che ha studiato l’impatto del copyright, ha dichiarato:
I libri saranno disponibili in una varietà molto più ampia ora, e saranno meno costosi. Consumatori e lettori trarranno sicuramente beneficio da questo.
Copyright: l’atteggiamento di case editrici ed eredi
La presenza di più case editrici concorrenti avrà infatti un impatto sul prezzo. Inoltre, come già è successo con altri grandi classici, circoleranno online copie digitali gratuite. All’inizio del 2019, Google Libri pubblicherà le edizioni digitali complete di opere pubblicate nel 1923. Nel corso del 2019, l’editore digitale Open Road Media pubblicherà l’e-book di Il profeta di Gibran, L’Io e l’Es di Sigmund Freud e Aiuto, Poirot di Agatha Christie, uno dei suoi primi romanzi con il detective Hercule Poirot.
C’è chi tra gli ormai ex detentori del diritto d’autore ha pensato a delle contro misure. Gli eredi di Fitzgerald e il suo editore Scribner hanno pubblicato una nuova edizione di Il grande Gatsby nell’aprile 2018, sperando di battere sul tempo e in credibilità future edizioni del romanzo quando il copyright scadrà nel 2021.
Blake Hazard, pronipote di Fitzgerald e una dei suoi eredi, esprimendosi sul futuro di Il Grande Gatsby, riassume gli scenari futuri, positivi ma anche negativi, riguardanti le opere svincolate:
Spero che le persone siano forse stimolate a fare qualcosa di originale con il lavoro, ma ovviamente il timore è che ci sarà un certo degrado del test.
In molti temono che il dominio pubblico porterà a edizioni inferiori con errori, anche di battitura, che danneggeranno l’integrità e l’immagine delle storie iconiche, tesi sostenuta anche da John Kulka, direttore editoriale di Library of America, un’organizzazione senza scopo di lucro che pubblica classici della letteratura americana.
Alcuni libri pubblicati per la prima volta fuori dagli Stati Uniti nel 1923 potrebbero per ora rimanere sotto copyright, come Bambi di Felix Salten, quindi è meglio fare una ricerca approfondita prima di lanciarsi in trasposizioni teatrali e fanfiction commerciali.
Teresa Franco