Siamo in India, in un’azienda del settore tessile che produce vestiti. Il clima, però, non è quello a cui ci hanno abituati i documentari denuncia o i reportage sullo sfruttamento di bambini e manodopera adulta. I vestiti che si realizzano qui sono davvero a “misura d’uomo”, nel senso che rispettano la dignità dei lavoratori che li producono inserendosi in una filiera interamente equo-solidale. Questa è la filosofia alla base del progetto Full Power, ideato da Isabella Rovaris e Matteo Momentè.
La passione per l’India e la creazione dei vestiti etici
Isabella Rovaris e Matteo Momentè, trevigiani di San Donà di Piave, hanno entrambi una grande passione per l’India. Infatti, come spiega Isabella al “Corriere della Sera“:
” La folgorazione per l’India è alla base di ciò che facciamo. Entrambi eravamo stati in India per vacanza, ci era rimasta dentro. Nel 2009 ci siamo innamorati, nel 2015 la svolta: abbiamo capito che il nostro destino era strettamente legato a quel Paese”.
È così che nasce il progetto “Full Power”, la determinazione di questa coppia, psicologa forense lei, attore lui, è riuscita a creare un marchio che si affranca dalla logica di sfruttamento. Infatti i vestiti che portano questo marchio sono prodotti usando cotone biologico prestando grande attenzione sia ai materiali che alla manodopera. Matteo ed Isabella trascorrono i loro inverni in India nello Stato del Rajasthan, dove creano nuove collezioni e supervisionano la produzione della loro azienda. Le collezioni vengono create insieme al maestro sarto Goyal e ogni anno si producono 2000 vestiti.
I prodotti marchiati “Full Power” non si fermano in India ma vengono venduti anche in Italia, sopratutto attraverso la rete del commercio equo-solidale. Così, le estati passate in Italia tra fiere e mercati completano il lavoro fatto in India, attraverso una vendita diretta che informa meglio il cliente. Infatti, l’obbiettivo di Matteo e Isabella è creare un consumo consapevole, attivo ed informato.
Naturalmente, tutta questa attenzione alla qualità ed alla sostenibilità non perde di vista l’importanza di un prezzo accessibile.
Isabella e Matteo assicurano: “Niente di ciò che vendiamo costa più di 60 euro anche questo è commercio etico”.
I progetti per il futuro
Questo luminoso presente non sembra bastare alla coppia che vuole far crescere ancora il progetto creando un sito web pensato come una vera e propria piazza virtuale ed etica dove di venderanno anche cibo ed altri prodotti di artigianato. Tutto rigorosamente equo e solidale.
Gessica Liberti