Il rifiuto di alcuni passeggeri nel lasciare che 27 ragazzi disabili potessero accomodarsi in treno, rappresenta molto più di una presa di posizione fisica. È dimostrazione di quanto disabilità e inclusione appaiano ancora a oggi distanti dall’intreccio proficuo e ciò palesa, la vivida esistenza dell’abilismo
È alla stazione di Genova Principe, su di un treno diretto a Milano che ha avuto luogo il grave episodio. Nonostante fossero state riservate apposite sedute per ventisette persone con disabilità, queste ultime si sono viste negata la possibilità di compiere il viaggio. Alcuni turisti, nei fatti in possesso del regolare biglietto, ne hanno dunque impedito lo spostamento. È stato posto un ostacolo al benessere del prossimo, nessuna rinuncia è valsa le garanzie altrui; è discriminazione, è abilismo.
Il personale Trenitalia, per quanto si evince dalle ricostruzioni, ha tentato di persuadere i clienti accomodatisi nei posti riservati, nel fallire si è occupato di organizzare l’alternativa, ossia permettere che la comitiva raggiungesse Milano in bus.
Un ripiego che sottolinea l’ingiustizia
Insufficiente, perché tollerare le prepotenze, nel lungo periodo, significa riconoscerle come lecite.
Per quanto non siano chiaramente identificabili le responsabilità, evidente risulta essere la presenza di due complicazioni: l’impedimento puramente strutturale e la difficoltà concettuale e cognitiva. Due variabili di una stessa equazione, la quale nel perdurare produce assenza. Vuoto di tutela.
Mancanze
Nella vicenda in causa, è mancata una solida volontà di difesa del legittimo, è stato violato il diritto alla mobilità di diverse persone, il senso civico infine, si è dimostrato essere carente, se non inesistente. Un agglomerato di mancanze minanti la solidità etica di un’intera società.
Non si tratta di fomentare il pietismo, perché esso incentiva proprio il paradigma della compassione, rendendosi offesa per l’individuo. L’eroicizzazione infondata come le accezioni negative sono infatti tendenze che ledono la dignità della persona. Piuttosto, in discussione vi è la facoltà e ancor prima la volontà, di chi occupa una posizione privilegiata di capovolgere equilibri scomodi. Stravolgere un ordine malsano che ghettizza e limita le potenzialità altrui.
Seppur la conciliazione degli interessi appaia semplice quanto lasciare che si sieda il più bisognoso, ha prevalso ancora una volta la sopraffazione del già agevolato, il privilegio cieco.
Cosa significa abilismo?
Abilismo è un concetto che indica i comportamenti atti a discriminare le persone con disabilità. Poco diffuso a livello semantico, ancora visibilmente esteso a livello culturale. Al pari di altre nozioni esclusive, come razzismo o sessimo, infetta il florido delle comunità ampliando divisioni e scompensi. Ignorando le difficoltà del prossimo, impedisce che siano oltrepassate ed eliminate.
Può emergere, come serpe, dalla più piccola delle fratture. Nel caso in esame la lesione mostra una notevole profondità, tale per cui in essa annega il senso stesso di solidarietà.
Il veleno è operoso.
Giorgia Zazzeroni