Abdelaziz Bouteflika ha annunciato le dimissioni dopo vent’anni al potere. Lunedì i media algerini avevano rivelato per primi la decisione di Bouteflika, 82 anni, di lasciare la presidenza. Deteneva la carica dal 1999. Dal 2013, tuttavia, si vedeva di rado in pubblico a causa di una grave malattia e progressivamente aveva perso l’appoggio dell’esercito.
Durante le ultime settimane, l’ormai ex-presidente aveva dovuto affrontare enormi proteste nelle strade e nelle piazze del paese, che chiedevano l’uscita di scena di Abdelaziz Bouteflika. All’intensificarsi delle manifestazioni, Bouteflika aveva deciso di ritirare la candidatura ad un ulteriore mandato. Martedì scorso il capo dell’esercito Gaid Salah aveva espressamente chiesto le dimissioni del presidente, che si è ritrovato sempre più debole ed isolato. Quindi, l’annuncio della ritirata. Ieri è stata resa pubblica una lettera di addio di Bouteflika all’Algeria ed ai suoi abitanti. L’ex-capo di Stato ha chiesto scusa per aver mancato al proprio dovere ed esorta il paese a restare unito.
Un paese in mano ai militari
L’ Algeria si trova ora sotto il comando dell’esercito. La formula proteste – dimissioni – controllo militare non è nuova ai paesi del Magreb. Un presidente instaurato al potere da decadi costretto a farsi da parte da ingenti proteste civili, che risultano però in un’imposizione di un regime militare più duratura di una semplice transizione. È precisamente ciò che è successo in Egitto nel 2014, dove il capo delle Forze Armate Abd al-Fattah al-Sisi ha assunto la presidenza, una carica che mantiene ancora oggi.
Dall’indipendenza algerina dalla Francia nel 1962, i militari hanno conservato un ruolo chiave nell’amministrazione e nel controllo del paese. L’esercito ha sempre giustificato i suoi interventi in politica, che sono costati molto in termini di democratizzazione del paese, come una necessità per far fronte a sicurezza e instabilità. L’effettivo esito della transizione sta ora nelle mani dei manifestanti, che hanno ottenuto le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, ma cui il vero obiettivo consiste nella revisione di tutto il sistema di potere algerino, il cerchio di corruzione e disonestà che gravitava attorno all’ex presidente.
Annalisa Girardi